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Taormina Film Festival 71 – Ballerina

Asia Origlia
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In questo festival tutto al femminile, a chiudere la prima serata è proprio lo spin-off  Ballerina della saga di John Wick, con protagonista Ana De Armas, che incarna perfettamente lo spirito dell’evento.

Rabbia piena di grazia

La storia di Eve Macarro (Ana De Armas), giovane ballerina di danza classica cresciuta nel contesto della Ruska Roma, la stessa che ha formato John Wick (Keanu Reeves), conquista in maniera seducente la macchina da presa, attraverso la brutalità stilistica delle coreografie. A Eve non è stato insegnato  solo a danzare dalla direttrice (Anjelica Huston), ma anche ad uccidere. Infatti, più la trama procede, più la sua danza si trasforma in una sinfonia di vendetta. Lo schema narrativo è ben preciso e richiama la saga madre John Wick, il cui filo conduttore è lo stesso: trauma familiare, addestramento e resa dei conti. Tuttavia, la protagonista di questo revenge movie non è il ripiego del Baba Yaga, bensì una rappresentazione alternativa, forse più femminile ed elegante, di rabbia e sofferenza.

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Ana de Armas in Ballerina.

L’ultimo Ballo

Una pellicola che fonde bellezza, poesia e rancore e che, nonostante il legame con la saga di John Wick, riesce a mantenere la propria indipendenza. Alcuni personaggi sembrano un po’ abbozzati, quasi accennati, ma il contesto generale e le dinamiche di forza e violenza coinvolgono e, in parte, quasi manipolano lo spettatore. Questo, tuttavia, non compromette l’efficacia complessiva del film. Eve, addestrata come ballerina e assassina, cresce con il desiderio di vendetta e tenta di scoprire chi sia il colpevole delle sue sofferenze. Per tutta la durata della pellicola, sembra che non ci sia un momento in cui Eve non sferri dei colpi.

Alla regia di Len Wiseman si affianca la supervisione di Chad Stahelski , il che si traduce in un effetto visivo e narrativo a metà tra balletto e combattimento, tra opera lirica e thriller moderno. La vendetta di Eveè chirurgica, serve a ricucire una ferita, nutrita da anni di addestramento. Non è solo una resa di conti ma una sorta di riconquista della propria identità.

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Amici della stessa battaglia

Ana De Armas offre una prova intensa ma anche emotivamente trattenuta. Non è e non vuole essere una nuova ”Wick”, nonostante condivida lo stesso universo narrativo, non ne replica il modello. Quella di John è una vendetta più intima, alimentata dal lutto per la moglie e la perdita del cane, che scatena la furia cieca di un uomo ormai disperato per la sofferenza che sembra colpirlo fino all’osso. Eve, invece, ha una parte più profonda e strutturale: è figlia di quel mondo, ne fa parte, ma non esplode. Wick è un ex di tutto quel sistema, ed è  proprio la sua fuga che lo rende una leggenda.

Nel complesso, la storia mostra qualche debolezza durante il primo atto e si appoggia su clichè già visti, ma recupera nella seconda metà grazie all’aiuto di climax suggestivi. Rimanendo coerente con l’universo ”wickiano”, Balleria lo declina al femminile rimanendo coerente, e lo trasforma in un percorso di liberazione. Un mondo che trasforma il corpo in armi e le emozioni in debolezze, riformulando il tema della vendetta in chiave esistenziale e femminile.

 

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