CITTÀ DEL VATICANO – “Dio ci vuole bene, vi ama tutti e il male non prevarrà. Siamo tutti nelle sue mani. Pertanto, senza paura, uniti, mano nella mano, andiamo avanti”. Con queste parole, cariche di tenerezza e determinazione, Papa Leone XIV – al secolo Robert Francis Prevost – ha salutato il mondo dal balcone centrale di San Pietro, subito dopo l’“Habemus Papam”. È stata una proclamazione segnata dal richiamo alla pace e alla speranza, ma anche dal peso delle responsabilità spirituali e storiche che la figura del Pontefice porta con sé.
“La pace sia con voi”: il cuore del messaggio
Nel suo primo discorso da Papa, Leone XIV ha richiamato il saluto del Cristo Risorto: “La pace sia con voi”. Ha parlato di una “pace disarmata e disarmante, umile e perseverante”, una pace che nasce da Dio, non dalle strategie umane. Un messaggio universale in un’epoca di guerre, disuguaglianze e paura. Un messaggio politico e strategico, in antitesi alle politiche di riarmo. Una corsa agli armamenti così simile a quella che ha preceduto e causato la Prima Guerra.
Indulgenza plenaria per l’inizio del pontificato
Nel solco della tradizione, Leone XIV ha concesso l’indulgenza plenaria a tutti i fedeli che, con cuore pentito e devoto, partecipano spiritualmente o fisicamente ai momenti ufficiali di inizio del pontificato. Un gesto che ribadisce il legame tra il nuovo Papa e il popolo cristiano, sotto il segno della misericordia divina.
Un nome, tre significati: Leone Magno, Leone X e Leone XIII
La scelta del nome pontificale unisce tre figure fondamentali. Leone Magno, il Papa che nel 452 d.C. affrontò Attila, il “flagello di Dio”, disarmandolo solo con la parola e la fede. Leone X, che nel 1521 scomunicò Martin Lutero, monaco agostiniano come Prevost stesso, al centro della Riforma. E Leone XIII, autore della Rerum Novarum, madre della dottrina sociale della Chiesa. Il nome, dunque, è sintesi di forza, giustizia e impegno sociale.
Il pontificato: da carica romana a potere universale
L’ufficio del pontefice ha origine nella Roma repubblicana, dove era un ruolo religioso pagano di grande prestigio. Solo in epoca cristiana esso divenne sinonimo del Vescovo di Roma. La pretesa di un primato universale del Papa su tutti i vescovi emerse nel 280 d.C. con Papa Caio, che rivendicò una posizione gerarchicamente superiore, anticipando di fatto il modello di Chiesa centralizzata che si affermerà nei secoli successivi. Leone XIV eredita oggi quel potere antico, chiamato però a reinterpretarlo con spirito di servizio e ascolto.
La missione in Perù e l’impegno sociale
Prevost ha trascorso oltre un decennio in missione in Perù, tra Chulucanas e Trujillo (1985–1998), come priore, formatore e vicario giudiziale. In questi anni si è distinto per l’attenzione ai poveri e alla formazione del clero. Tornato negli USA, ha guidato l’Ordine Agostiniano come priore generale (2001–2013) e nel 2014 è stato nominato vescovo di Chiclayo da Papa Francesco.
Le critiche sulla gestione degli abusi
Non mancano le ombre. Le Ong SNAP e Bishop Accountability accusano Leone XIV di aver mantenuto il riserbo su casi di abusi, senza pubblicare nomi o procedere a indagini canoniche durante il suo episcopato a Chiclayo e la guida del Dicastero per i Vescovi. Secondo Anne Barrett Doyle, “sotto la sua guida, nessun vescovo complice è stato rimosso”. Il 21 luglio 2022, un’indagine sul Sodalicio è stata chiusa e inviata a Roma, ma riaperta solo dal suo successore, mons. Cornejo.
Un motto per la comunione: “In Illo Uno Unum”
Il suo motto episcopale, tratto da Sant’Agostino, è “In Illo Uno Unum” – “In Colui che è Uno, siamo uno”. È un invito all’unità nella diversità, una Chiesa universale come comunione di fratelli in Cristo, non come struttura di potere.
Un pontificato tra storia e futuro
Papa Leone XIV si affaccia sulla scena mondiale con la volontà di essere ponte tra passato e futuro. Forte di una tradizione millenaria ma consapevole delle nuove sfide: l’intelligenza artificiale, le migrazioni, la guerra, le ferite ancora aperte degli abusi. La storia ricorda che Lutero era un agostiniano; oggi, un agostiniano guida la Chiesa cattolica romana. È l’ora del dialogo, della riforma e della verità.
Marco Prestipino