Cimelio EIAR, futura Rai, custodito al Museo della radio e della televisione

Torino, il Museo della Rai: un viaggio nella storia della radio e della televisione

Cultura
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 A pochi passi dalla Mole Antonelliana, nel cuore della città di Torino, sorge un luogo che racconta oltre un secolo di evoluzione dei mezzi di comunicazione: il Museo della Radio e della Televisione della Rai. Situato all’interno del Centro di Produzione Rai di via Giuseppe Verdi 16, il museo offre un percorso immersivo tra apparecchiature storiche, documenti e testimonianze che ripercorrono la storia della radio e della televisione italiana.

URI, EIAR, RAI: un breve viaggio in pillole (radiofoniche)

Torino on air. La città piemontese si affaccia al mondo della radio nel 1924, anno della fondazione dell‘Unione Radiofonica italiana (URI), la prima società italiana a trasmettere programmi radiofonici. Qualche anno dopo, nel 1927, l’URI si trasforma in EIAR (Ente italiano per le Audizioni Radiofoniche) e verrà utilizzata, durante il regime fascista, soprattutto per la propaganda, con programmi controllati dal governo.

Nel 1932, l’EIAR acquisisce il teatro di Torino di via Verdi che, rinnovato in base alle esigenze radiofoniche, è la sede per gli auditori delle stazioni settentrionali. Qui, dopo la fusione dell’orchestra di Milano con quella piemontese, si terranno i primi concerti del nuovo complesso sinfonico.

Si formano compagnie di prosa, orchestre di musica leggera e compagnie di rivista. Cresce l’orgoglio di fare radio a Torino e gli uomini di cultura credono nella radio e la sostengono.

Negli anni, si sviluppa un grande patrimonio culturale, storico, tecnologico e umano che ruota intorno alla radio.

Nel 1934, nasce la RAI (Radio audizioni italiane), sotto il controllo dello Stato e con una missione più ampia: quella di educare e informare un’Italia in piena ricostruzione.

 

Il centro di produzione Rai “Piero Angela”

Piero Angela , torinese di nascita, è il personaggio televisivo per eccellenza da ricondurre alla storia della radio e della televisione e alla città torinese.

Cresciuto professionalmente a Torino, è diventato un mito italiano della televisione. Avviata la sua carriera giornalistica in Rai proprio nella redazione di Torino, come cronista radiofonico, è diventato conduttore e divulgatore scientifico di grande successo.

Il 1º ottobre 2024, durante il 76º Prix Italia (il più antico concorso internazionale dedicato alle migliori produzioni radiofoniche, televisive e multimediali), il Centro è stato intitolato proprio a Piero Angela. Nei giorni del Prix, inoltre, l’artista di strada Piskv ha realizzato un murale permanente che ritrae Piero Angela, utilizzando la facciata della palazzina posta a destra dell’ingresso del Centro di Produzione.

 

La nascita del Museo

Il primo progetto per la creazione di un Museo della Radio risale al 1939. Gli eventi bellici interruppero il progetto, che fu ripreso tra il 1965 e il 1968 da una commissione di esperti, tra i quali l’ingegner Banfi, già direttore tecnico dell’EIAR.

Nel 1984, in occasione della mostra “La Radio, storia di sessant’anni: 1924-1984”, grazie all’opera di Romeo Scribani, funzionario Rai e primo curatore del Museo, gli oggetti e i documenti raccolti trovarono una sistemazione provvisoria presso il Centro di Produzione della Rai di Torino e venne presentata per la prima volta al pubblico.

La vera e propria inaugurazione del Museo risale al 1993: la raccolta fu ordinata, restaurata e ampliata e trovò una sede espositiva permanente nella sala Enrico Marchesi, presso l’attuale Centro di Produzione Rai nella città piemontese.

Abbracciamo il presente, Valorizziamo il passato, Ci apriamo al futuro

Questa la vision con cui il direttore Alberto Allegranza ha ideato, a inizio 2020, l’attuale Museo.

 

Un percorso tra passato e futuro

L’affascinante Museo storico della radio racconta una storia senza precedenti, che ha creato modo di comunicare innovativo, sia in radio che in televisione.
Quasi ottocento oggetti originali e funzionanti, pezzi storici e singolari della radiofonia, dalla preistoria di Marconi, alla radio moderna.
Inaugurato ufficialmente nel 1993, il Museo della Radio e della Televisione si è trasformato nel tempo in uno spazio multimediale e interattivo. Il percorso espositivo si snoda attraverso tre sezioni principali:
  • Le origini della comunicazione a distanza. Qui si possono ammirare strumenti pionieristici come il telegrafo, il telefono, l’Araldo telefonico, le onde hertziane e il detector di Marconi, simbolo delle prime trasmissioni via etere;
  • l’epoca d’oro della radio. Dagli eleganti apparecchi radiofonici degli anni Trenta alle radio pubblicitarie del Novecento, questa sezione racconta il ruolo centrale della radio nella società italiana;

 

Modelli di microfoni utilizzati in radio e in televisione dagli anni '50
Modelli di microfoni utilizzati in radio e in televisione dagli anni ’50
  • l’evoluzione della televisione. Dalla televisione meccanica di Baird del 1928 fino ai moderni schermi digitali, passando per il bianco e nero e l’introduzione del colore.
I vari modelli della tv
Sviluppo della tv elettronica, prima in bianco e nero, poi a colori, fino alla transizione al digitale

Interattività e pezzi storici

Oltre ai reperti d’epoca, il museo permette ai visitatori di vivere un’esperienza interattiva unica.
Un’area speciale consente di mettersi nei panni di conduttori, cameraman o cantanti, utilizzando attrezzature originali ancora funzionanti. Un banco regia completo di mixer audio e mixer video, una cinepresa con cui il visitatore-regista può improvvisarsi cameramen professionista, uno studio televisivo che fa sognare i visitatori di trovarsi in tv, anche solo per cinque minuti.
Si procede con oggetti e costumi di alcune vecchie trasmissioni come la cabina di Rischiatutto o fotografie del programma Arrivi e Partenze.
Tra i reperti esposti spiccano costumi di scena appartenuti a icone della televisione italiana come Raffaella Carrà, Mike Bongiorno e Mina.
Alla fine del percorso è possibile immergersi in un angolo  speciale che fa tornare bambini: la sezione dedicata a L’Albero Azzurro e La Melevisione, i due programmi televisivi per bambini più longevi della televisione italiana.
Basta qualche passo e si arriva dritti nel magico mondo del Fantabosco, dove spiccano le indimenticabili e iconiche figure di Tonio Cartonio, Lupo Lucio e Strega Varana.
Collezione degli elementi di scena de La Melevisione
Collezione degli elementi di scena de La Melevisione

Sembra quasi di sentire la voce del pupazzo Dodò e le risate dei bambini risuonare tra i colori del suo nido! Il visitatore entra in contatto diretto con il racconto di un programma che ha fatto della creatività e dell’educazione televisiva il suo punto di forza.

Il programma televisivo italiano Rai per bambini L'albero azzurro, trasmesso sin dalla prima edizione dal Centro di produzione Rai di Torino
Il programma televisivo italiano Rai per bambini L’albero azzurro, trasmesso sin dalla prima edizione dal Centro di produzione Rai di Torino
Un museo per tutti, con ingresso gratuito. Un’occasione imperdibile per chiunque voglia scoprire da vicino la storia della radio e della televisione in Italia. Un viaggio tra immagini, cimeli storici ed esperienze impressi nella memoria della storia dei media italiani.
Il Museo della Radio e della Televisione rappresenta un luogo in cui passato e futuro si incontrano. Racconta l’evoluzione di due mezzi che hanno rivoluzionato il modo di informare e intrattenere il pubblico, un modo del tutto innovativo e antenato del nostro progresso tecnologico.
Elisa Guarnera