La Toscana ha approvato la legge fine vita. Fonte pixabay.it

Fine vita diventa legge in Toscana: una scelta di libertà

Elisa Guarnera
ELISA GUARNERA
Attualità
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Si apre un nuovo capitolo sul fine vita in Italia. Lunedì 11 febbraio 2025 la Toscana è la prima regione italiana a garantire l’accesso ai malati al suicidio medicalmente assistito, con tempi e modalità certi. Si tratta della prima legge regionale che, in assenza di una normativa nazione, attua alcune sentenze della Corte Costituzionale.

La legge rappresenta un punto di svolta nel dibattito sui diritti individuali e un passo avanti nell’autodeterminazione dei pazienti affetti da patologie irreversibili e invalidanti.

L’iter legislativo

Accolta da Eugenio Giani, presidente della regione Toscana, come un forte messaggio di civiltà, l’iter legislativo è partito dall’iniziativa popolare “Liberi Subito”. Dopo la raccolta di 10 mila firme promossa dall’associazione Luca Coscioni(associazione nata nel 2002 per difendere le libertà civili e i diritti umani), il Consiglio regionale ha approvato la norma sul fine vita, attuando la sentenza della Corte Costituzionale del 2019. La legge regionale è stata approvata con 27 voti favorevoli (i partiti di centrosinistra che sostengono la giunta regionale guidata dal presidente della regione Giani), 13 contrari ( i partiti di centrodestra)  e un solo astenuto, ossia la consigliera regionale del PD Lucia De Robertis.

Nel 2019 una sentenza della Corte Costituzionale ha dichiarato la non punibilità di chi assiste e aiuta un paziente, tenuto in vita  da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile che sono causa di sofferenze fisiche o psicologiche intollerabili, a realizzare autonomamente e liberamente la decisione di porre fine alla propria vita. Tale sentenza, poi confermata con un’altra nel 2024, era arrivata per il caso della morte di dj Fabo, tetraplegico dopo un grave incidente, che aveva espresso la volontà di porre fine alla sua vita. Dal momento che in Italia non era in vigore nessuna legge in merito al fine vita, dj Fabo aveva deciso di recarsi in Svizzera, insieme a Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, dove aveva fatto ricorso al suicidio assistito in una clinica nel 2017.

La legge toscana

Secondo la legge regionale possono accedere alle procedure relative al suicidio medicalmente assistito le persone in possesso dei requisiti indicati dalle sentenze della Corte Costituzionale 242/2019 e 135/2024; «il suicidio assistito è possibile quando la patologia è irreversibile, la persona vive sofferenze psichiche e psicologiche che reputa intollerabili, c’è una situazione di dipendenza da trattamenti di sostegno vitale e il paziente ha la capacità di prendere decisioni libere e consapevoli. 20 giorni è il tempo utile massimo per stabilire se il paziente abbia i requisiti per l’accesso al suicidio assistito. Ad esito positivo saranno 10 i giorni entro cui verranno definite le modalità con cui si concretizzerà la scelta assistita di fine vita, tra cui la scelta del farmaco. Passati questi giorni la norma garantisce, entro sette giorni e con il supporto del sistema sanitario regionale, la procedura.

Nelle scorse settimane in Lombardia è avvenuto il sesto caso in Italia di suicidio assistito di una cinquantenne affetta da sclerosi multipla progressiva da oltre 30 anni. Dopo l’auto-somministrazione di un farmaco letale fornito dal Servizio sanitario nazionale,  la donna è morta nella sua abitazione.

La mia breve vita è stata intensa e felice, l’ho amata all’infinito e il mio gesto di porre fine non ha significato che non l’amassi. Questo l’ultimo messaggio della donna, ormai paralizzata e costretta ad una condizione di totale assistenza continuativa, che ha avuto accesso alla procedura prevista dalla Consulta con la sentenza 242/2019.