Piccolo cuore stazione

Valeria Vella
VALERIA VELLA
Inchiostro
#inchiostro #scritturacreativa racconti

Aria aveva una sola certezza nella vita: niente dura per sempre.

Sembrava essere il suo destino quello di vedere spalle voltate e sempre più lontane. Perfino il suo nome le era sfuggente.

Aria non aveva mai conosciuto il calore di un abbraccio materno, né, tantomeno, la disciplina di un padre severo. Era cresciuta nello zelo, per lo più ignorata.

Aveva anche creduto di essere un fantasma, per un certo periodo della sua vita. Era viva e vegeta, però, e il palpitare che sentiva nel petto ne era la prova tangibile. Troppe volte ne aveva percepito la vuotezza e altrettante lo aveva dovuto trattenere, nella paura che le scappasse il respiro.

Aria aveva l’innamoramento facile. Non pensate di lei che fosse una di quelle a cui bastasse incrociare lo sguardo di un passante per perdere la testa. Era semplicemente innamorata dell’amore stesso, in tutte le sue forme, e come un’assetata cercava di afferrarlo e spremerlo, sperando di ricavarne qualche goccia per bagnarsi le labbra.

Aria, dovete sapere, era anche poco scaltra: non capiva di avere per le mani uno scarto, frammenti di sentimento gettati via come cartacce, da chiunque le passasse abbastanza vicino e per abbastanza tempo da convincerla di volerle rimanere accanto. Una pallida riproduzione di ciò che davvero cercava, edulcorata dalla sua stessa mente.

Aria sognava e sperava e, forse spinta dal timore di rimanere sola, finiva spesso per tessere storie sui volti che incontrava, imbellettandoli e facendoseli andare a genio. Se ne affezionava.

Un continuo andirivieni aveva, così, popolato il suo piccolo cuore stazione, i benvenuti e gli addii all’ordine del giorno.

Tremante di fiducia, rimaneva ferma ogni volta ad attendere un ritorno, ma, anche se per brevi e intensi momenti sembrava che questo potesse essere possibile, non ve ne era mai stato davvero uno.

Solo nel buio della sua cameretta, nascosta dal mondo e priva di maschere, osava concedersi di lasciarsi andare allo sconforto.

Stringeva forte le palpebre, aumentava la presa delle braccia sul cuscino, nell’illusione di abbracciare un corpo caldo e vivo, e pregava.

Con il tempo, però, aveva smesso di fantasticare su ipotetici finali alternativi e attese per il futuro, e un pensiero aveva superato gli altri:

Magari, in un’altra vita, sarò io quella ad andare via.

Valeria Vella