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Da Babilonia a Baghdad: sulle tracce di Hammurabi

Fortunato Nunnari
FORTUNATO NUNNARI
Cultura
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Manca, ormai, poco più di un mese al termine dell’affascinante mostra tenuta presso il Museo dei Saperi e delle Mirabilia Siciliane di Catania. Curata dall’archeologo Nicola Laneri e dalla direttrice del museo Germana Barone, entrambi docenti dell’Università di Catania, l’esposizione offre ai visitatori un esaustivo scorcio della storia di Hammurabi, sovrano babilonese di origine amorrea che, nel XVIII secolo a.C., riuscì, tra guerre ed alleanze, a riunificare la Mesopotamia sotto il dominio babilonese e ad assumere il titolo di “Re delle quattro parti del mondo”, la più alta titolatura del mondo vicino-orientale antico.

Un viaggio alla scoperta di una delle personalità più brillanti della storia antica, il cui lascito, tutt’oggi, costituisce le fondamenta del nostro mondo.

Celebre per la sua raccolta di leggi, il famoso Codice di Hammurabi, egli diventa migliaia di anni dopo il protagonista di una mostra che propone reperti forniti da altre realtà culturali quali il British Museum di Londra, il Louvre di Parigi, il Pergamonmuseum di Berlino e il Museo reale di Torino.

 

La stele di diorite, alta 2,25 m, su cui è inciso il Codice di Hammurabi
Fonte: https://www.worldhistory.org/image/14341/code-of-hammurabi/

Con il sostegno di questi celebri musei, viene proposta ai visitatori una riproduzione accurata della stele, oltre ad una serie di reperti archeologici della prima dinastia babilonese ritrovati negli scavi del 1850 a Tell Muhammed e riproduzioni fotografiche delle varie campagne di scavo condotte nel sito iracheno.

L’esposizione, totalmente gratuita, sarà fruibile fino all’11 febbraio dal lunedì al giovedì alle ore 09:00-13:30, 14:30-17:30; venerdì ore 09:00-13:30.

L’iniziativa, di respiro internazionale, volta a finalizzare le ricerche archeologiche, che dal 2022 sono condotte da un gruppo di ricercatori universitari catanesi, il Baghdad Urban Archaeological Project, rappresenta certamente un percorso di formazione e arricchimento culturale imperdibile che dipana le ombre di un mondo, alla fine, non tanto lontano dal nostro.

 

Sulle orme del re

Nel pensar comune, un sovrano che si rispetti deve essere un dominatore di popoli, un temerario condottiero che sottomette con la forza regni vicini e lontani. Chi non conosce Hammurabi cade nella tentazione di ritenerlo, in quanto sovrano ricordato dalla tradizione (perciò importante), un militarista.

Le campagne militari di Hammurabi effettivamente riuscirono ad unificare un territorio discretamente ampio, rendendo città un tempo fiorenti capitali, come Eshnunna o Uruk, semplici capoluoghi provinciali. E se, da un lato, la conquista babilonese del Paese di Sumer, la zona meridionale della Mesopotamia, costituisce un interessante esempio di intraprendenza militare e abilità burocratiche, dall’altro, però, non costituisce un forte vincolo per la figura storica di Hammurabi. Le sue campagne militari si svolsero negli ultimi anni del suo regno, e non ne costituiscono la centralità.

L’azione del sovrano amorreo (amorrea è l’etnia della stirpe di Hammurabi, re di Babilonia) si condensò, oltre a iniziative sociali di cui la famosa stele ne è l’esempio più tangibile, anche in altre due diverse direzioni: potenziamento delle capacità produttive del regno e unificazione del patrimonio religioso locale.

La crisi agricola che colpì la Bassa Mesopotamia nel XIX secolo a.C. obbligò i sovrani a interessarsi personalmente al miglioramento dei sistemi di produzione. Hammurabi si impegnò a far defluire il flusso delle acque diretto verso sud, con una serie di ristrutturazioni dei canali, in modo da contrastare l’eccessiva salinizzazione del suolo che ne limitava la capacità produttiva.  Questi miglioramenti, insieme ad una colonizzazione diffusa (il re assegnava personalmente le terre ai veterani al termine delle campagne belliche), riuscirono a contenere le difficoltà economiche del regno.

Un particolare contributo, forse il più interessante, diede il sovrano babilonese all’introduzione, nel panorama religioso locale, del culto di Marduk, dio della città di Babilonia. La sua è una vera ristrutturazione del pantheon mesopotamico, per cui diverse divinità vengono equiparate, altre messe in secondo piano, tutte quante sotto la luce del dio Marduk.

Cos’altro vi è più potente della politica e del denaro per unire gli uomini, se non la religione? Collocare un dio locale a capo degli dèi mesopotamici, imponendone la devozione, è un processo complesso e rischioso che otterrà piena maturazione solo con il sovrano Nabucodonosor I, diversi secoli dopo.

Hammurabi di Babilonia fu uno dei più importanti regnanti della storia antica, una personalità a cui molti sovrani posteri si ispirarono per governare i loro regni. Il suo lignaggio, difficilmente emulato dai posteri, resta tutt’oggi oggetto di dibattito tra gli studiosi.

 

Bibliografia:
Mario Liverani, Antico Oriente: storia, società, economia. Laterza, 2009.
Federico Giusfredi, Il Vicino Oriente antico: breve storia dalle origini alla caduta di Babilonia. Carrocci, 2020.