Palazzata

La mostra”1908 CittàMuseoCittà” al Museo regionale di Messina

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“1908 CittàMuseoCittà”: l’esposizione più significativa che il Museo regionale di Messina accoglie ormai da un anno. Si tratta di  un percorso che celebra la memoria e la resilienza della città di Messina, dopo il tragico terremoto che l’ha messa in ginocchio 116 anni fa, stravolgendo completamente il volto dello stretto. Per l’esposizione sono stati sfruttati gli spazi dell’ex Filanda Mellinghoff (ex sede del Museo nazionale).

C’era una volta a Messina: prima del 1908

Chiese maestose, patrimonio architettonico unico, vivacità culturale e scenario di numerosi scambi commerciali. Ecco Messina, città fiorente e cosmopolita, disintegrata dalla furia della natura. Il 28 dicembre 1908 segna l’inizio della fine per i messinesi: una scossa di magnitudo 7,1 provoca quasi 80.000 vittime, ben oltre la metà della popolazione. Insomma, Messina diventa una città fantasma, sommersa da macerie e travolta anche dal maremoto che sommerge non solo la città messinese, ma anche i villaggi nella Calabria.

Il popolo messinese guarda in faccia la morte e, i sopravvissuti, cercano di sfidarla. Messina sarà una città nuova.

 

 

Terremoto di Messina
Testimonianze fotografiche del terremoto di Messina. © Elisa Guarnera

 

IL PERCORSO DELLA MOSTRA 

È attraverso la fotografia e le moderne ricostruzioni che è possibile osservare la ripresa e l’evoluzione di una società completamente disintegrata. Non si tratta solo resti di maestosi monumenti: è la tecnologia ad avere un ruolo importante che, grazie all’utilizzo di innovativi e sofisticati strumenti, ci permettono di percorre in modo interattivo le vecchie strade di Messina.

All’ingresso della mostra vengono consegnati degli smart glasses che, attraverso l’intelligenza artificiale, consentono di vivere la città di Messina antecedente al terremoto. La prima sezione della mostra permette ai visitatori di camminare tra i reperti dei monumenti messinesi, di visionare documenti storici e filmati d’epoca. Colonne, capitelli, decorazioni scultore e la ricostruzione della famosa Palazzata trovano spazio in questo percorso. Tra i pezzi più significativi che allestiscono la mostra spiccano i resti della Chiesa della Santissima Annunziata dei Catalani e del Duomo, simboli della città che ancora oggi raccontano la sua ricchezza culturale.

Sala immersiva
Proiezione del teatro nella sala immersiva ©Elisa Guarnera

La realtà aumentata e la sala immersiva

Percorrendo la sala, si arriva al momento della realtà aumentata. Con gli occhiali immersivi, consegnati in precedenza, i visitatori possono camminare per le strade della Messina pre-terremoto, osservare edifici ormai scomparsi e vivere un viaggio nel tempo che culmina con la tragica notte del terremoto. Il percorso di conclude nella sala immersiva, che propone una ricostruzione visiva e sonora degli eventi antecedenti la distruzione: la sera del 27 dicembre 1908, a pochi giorni dalla fine dell’anno, al Teatro Vittorio Emanuele l’Aida di Giuseppe Verdi incanta la città per vivere ancora la magia delle feste. Una magia che, alle 5:20 del mattino del 28 dicembre, lascia spazio alla disperazione. La sala immersiva, che suscita grande emozione e commozione nel cuore dei visitatori, termina con la proiezione di alcune testimonianze raccolte dai sopravvissuti alla tragedia.

La mostra rappresenta non solo un modo per mantenere sempre accesa la memoria collettiva , ma anche l’esaltazione di una comunità che è riuscita a rinascere dalle macerie.

Un appuntamento imperdibile, soprattutto in questi ultimi giorni di festa. Numerose le novità aggiunte alla mostra, tra cui una guida LIS per visitatori audiolesi e sordi, pannelli tattili per ipovedenti e una guida cartacea dedicata alle diverse abilità cognitive.

Inoltre, è stata applicata una scontistica speciale per i messinesi residenti, che dal 20 dicembre scorso al 6 gennaio 2025  potranno accedere alla mostra acquistando il biglietto a soli 2 euro anziché 7 euro.

Un’esposizione che invita a riflettere sulla fragilità del nostro patrimonio culturale e sull’importanza di preservarlo, offrendo un’opportunità unica per immergersi in una vicenda umana senza precedenti, che ha modificato la nostra Porta della Sicilia.