Manovra: Slitta ancora l’approdo in aula

Caterina Martino
CATERINA MARTINO
Attualità
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Posticipato l’approdo in aula della manovra

La situazione sulla Manovra resta in stallo nella Commissione Bilancio della Camera, dove i lavori sono continuati solo con il respingimento degli emendamenti presentati dalle opposizioni.

Di conseguenza, l’approdo della Manovra in Aula, inizialmente previsto per lunedì, è stato posticipato. Il presidente della Commissione Bilancio della Camera, Giuseppe Mangialavori, ha comunicato che i lavori riprenderanno all’inizio della prossima settimana. Nonostante il ritardo, il vicepremier Antonio Tajani ha assicurato che la manovra finanziaria sarà approvata nei tempi previsti e ha sottolineato che il dibattito parlamentare, seppur complesso, è una parte naturale e legittima del processo legislativo.

Nel corso della giornata, è stato presentato un nuovo pacchetto di sei emendamenti dei relatori in Commissione Bilancio. Questi emendamenti si aggiungono a un altro fascicolo di riformulazioni di emendamenti parlamentari. Insieme, i due pacchetti recepiscono le principali modifiche previste nel maxi-emendamento del governo che, in precedenza, era circolato in forma di bozza.

Gli emendamenti dei relatori sono suddivisi per materia in modo sistematico e coerente, al fine di facilitare l’analisi del testo. Ora, il termine per la presentazione dei sub-emendamenti al nuovo pacchetto di modifiche è fissato per domani alle 20.30, dando così ulteriori giorni per il confronto tra le forze politiche.

Cosa ne pensano le opposizioni

Le opposizioni, tuttavia, non si sono fatte attendere e hanno immediatamente espresso le loro critiche, contestando non solo l’approccio del governo, ma anche alcune delle modifiche introdotte nel testo. Tra le principali novità contenute nei nuovi emendamenti spiccano alcune modifiche rilevanti, come l’innalzamento dello stipendio dei ministri non parlamentari, con l’obiettivo di equipararlo a quello dei colleghi eletti.

Inoltre, è stata inserita una norma che mira a limitare i maxi-compensi dei politici percepiti all’estero: invece di un semplice tetto, viene introdotto un divieto per i politici italiani di accettare incarichi retribuiti fuori dall’Unione Europea.

Un’altra misura rilevante riguarda la web tax, che sarà applicata solo alle grandi aziende con ricavi superiori a 750 milioni di euro, escludendo quindi le realtà di dimensioni più contenute.

La situazione, quindi, appare ancora molto tesa, con un dibattito che si preannuncia lungo e articolato, tanto nella Commissione Bilancio quanto in Aula, dove le forze politiche continueranno a discutere le modifiche proposte, cercando di arrivare a una versione finale della Manovra che possa ottenere il consenso della maggioranza.

 

La bozza

La bozza d’emendamento di manovra del governo prevede un incremento di 8 euro al mese per le pensioni dei soggetti over 70 che si trovano in situazioni di disagio economico. Secondo il testo dell’emendamento, a partire dal 2025, l’importo mensile della maggiorazione sociale destinata ai pensionati over 70 in difficoltà economiche sarà aumentato di 8 euro.

Questo intervento, pensato per supportare i pensionati con redditi più bassi, mira a migliorare la loro condizione finanziaria, considerata la crescente difficoltà di far fronte ai costi della vita.

Oltre a questo incremento, un altro cambiamento riguarda il reddito massimo che determina la perdita del beneficio. Infatti, è previsto un aumento di 104 euro nel limite del reddito annuale oltre il quale i pensionati non avranno diritto alla maggiorazione sociale. In pratica, questo significa che un numero maggiore di pensionati con redditi modesti potrà accedere al beneficio, estendendo il sostegno economico a una fascia più ampia della popolazione anziana che vive situazioni di disagio.

La misura si inserisce in un contesto di politiche di welfare volte a rispondere alle difficoltà economiche delle persone più vulnerabili, in particolare quelle che, nonostante l’età, continuano a trovarsi in condizioni di povertà o precariato.

 

Norma “anti-Renzi”

Il governo ha introdotto una nuova norma nella manovra economica che vieta a membri del governo, parlamentari, europarlamentari e presidenti di Regione di svolgere incarichi retribuiti per soggetti pubblici o privati non aventi sede nell’Unione Europea.

Questa norma, spesso definita “anti-Renzi”, mira a impedire al leader di Italia Viva di ricevere ingenti compensi per consulenze e conferenze da parte del regime saudita di Mohammed bin Salman, che nel 2022 gli ha permesso di dichiarare redditi superiori ai 3,2 milioni di euro.

Un emendamento simile era stato proposto da Fratelli d’Italia, con un limite di 50.000 euro sugli emolumenti, ma la versione attuale del governo prevede un divieto totale, rispecchiando una proposta precedente del Movimento 5 Stelle.

In caso di violazione del divieto, il compenso percepito dovrà essere restituito allo Stato entro 30 giorni, con una sanzione pari all’importo ricevuto in caso di mancato versamento.

La proposta ha suscitato le forti critiche di Italia Viva, che accusa la maggioranza di condurre una battaglia politica contro il suo leader.

Il partito definisce l’emendamento come un attacco personale, paragonandolo a una misura sovietica e denunciando una “deriva illiberale” nelle istituzioni.

Secondo Italia Viva, questa norma rappresenta una violazione delle consuetudini fiscali e un esproprio senza precedenti nella storia fiscale italiana, con l’intento di colpire un singolo esponente dell’opposizione.

Caterina Martino