Giulia Tramontano, arriva la sentenza per il suo femminicidio

Francesco Pio MagazzÙ
FRANCESCO PIO MAGAZZÙ
Attualità
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Il 25 novembre, nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, è arrivata la condanna all’ergastolo per Impagniatello.

Prima la scomparsa, poi la morte di Giulia

Il 27 maggio 2023 viene segnalata la scomparsa della giovane Giulia, ventinovenne di Senago incinta di 7 mesi. A denunciarne la scomparsa è il fidanzato e convivente di Giulia, il trentenne Alessandro Impagniatello. L’uomo racconta agli inquirenti di una lita avvenuta la sera prima della scomparsa e ipotizza un allontanamento volontario della giovane donna. La versione raccontata da Impagniatello non convince però gli inquirenti che iniziano a sospettare dell’uomo. Le indagini svelano subito la verità, Impagniatello ha una doppia vita e le tracce di sangue trovate nella sua auto fugano ogni dubbio. Dopo 4 giorni dalla scomparsa di Impagniatello confessa di aver ucciso la campagna Giulia.

Un caso brutale

Il caso sin da subito ebbe grande rilevanza mediatica non solo perché si trattava dell’ennesimo femminicidio ma, per i macabri particolari che emersero durante le indagini. Impagniatello aveva una doppia vita, oltra alla relazione con Giulia aveva un’altra relazione con una ventitreenne anch’essa rimasta incinta ma che scelse di abortire. Dal momento in cui Giulia gli comunica della gravidanza, Impagniatello tenta di provocarle un aborto dandole per mesi delle sostanze tossiche tra cui il veleno per topi. A scatenare definitivamente l’ira omicida è l’incontro tra Giulia e la madre di Impagniatello, avvenuto il 27 maggio, nel quale la ragazza venuta a conoscenza della doppia vita del fidanzato le racconta tutto. Impagniatello decide allora di uccidere Giulia con 37 coltellate, poi tenta più volte di dare fuoco al corpo, prova ad occultarlo per poi nasconderlo a poche centinaia di metri dalla loro casa.

La richiesta dell’accusa

Sin da subito l’accusa chiede il massimo della pena. Non ci sono dubbi sulla colpevolezza, c’è la confessione e ci sono tantissime aggravanti. È richiesto il giudizio immediato per omicidio volontario aggravato, interruzione non consensuale di gravidanza, occultamento di cadavere e crudeltà. Impagniatello viene sottoposto ad una perizia psichiatrica che ne accerta la totale capacità di intendere e di volere. Nel momento dell’omicidio è lucido,  lo dimostrano i tentativi di avvelenamento iniziati mesi prima, nel gennaio 2023.

Finalmente giustizia per Giulia

La sentenza emessa il 25 novembre accetta in toto la richiesta dell’accusa, fatta salvo la richiesta di aggravante per futili motivi li. La pena è l’ergastolo e 3 mesi di isolamento diurno per quello che è stato definito come un omicida capace di intendere e di volere con tratti di personalità narcisistici e psicopatici. All’ergastolo si aggiunge anche la condanna per interruzione di gravidanza non consensuale e occultamento di cadavere, imputazioni per le quali gli è stata inflitta un’ulteriore pena di 7 anni. Per la famiglia di Giulia la sentenza è solo un atto di giustizia e non di vendetta, il normale epilogo di una vicenda così tragica.

 

Francesco Pio Magazzù