La festa dei gitani in Camargue Fonte: BergamoPost, Mario Rota

I gitani, una cultura tra musica e libertà

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Il termine Gitano ha un qualche collegamento diretto con il concetto di libertà, una cultura senza restrizioni.
Sebbene molti lo siano, non tutti i gitani sono, però, nomadi. Non tutti vivono in roulotte, tende o vagoni.

La verità è che negli ultimi mille anni, i gitani si sono spostati da un paese all’altro, principalmente a causa della persecuzione e della schiavitù.

I gitani, o più comunemente detti Gipsy, sono famosi per la loro ospitalità, la loro musica e il modo di fare festaiolo che tira dentro il loro mondo chiunque ne entri a contatto.

Nonostante sia difficile definire il suo stile e i suoi parametri, la musica Gipsy è passata almeno una volta nelle nostre orecchie. Mista nel suo genere ma caratterizzata da virtuosismi, cambi di tempo, gradi di scala alterati e strutture armoniche più complesse, modifica la musica esistente per portare qualcosa di nuovo e mai sentito prima.

I testi delle canzoni dei gitani sono spesso cantati in uno o più dialetti della loro lingua, e la danza, in particolare il flamenco, accompagna spesso la performance.

La musica Gitana varia in base alle zone in cui nasce, ma ci sono dei tratti caratteristici ineguagliabili.

L’uso di tre voci o parti: la linea melodica, la parte strumentale e quella vocale. La sincope che è un metodo musicale secondo cui la musica inizia subito dopo un battito, mantenendo un ritmo coerente. La capacità di suonare la musica con frasi diverse, e questo significa che l’ingresso e l’uscita di diversi temi musicali sono percepiti in momenti diversi durante una canzone, attraverso il ritmo o gli strumenti. L’armonia, nella quale viene usato un accordo minore invece di un accordo maggiore. Ed infine il canto, dove si enfatizzano le naturali capacità vocali.

Da dove nasce la musica gitana: i Baliardo e i Reyes

La musica gitana prende piede grazie a Ricardo Baliardo o, per meglio dire, Manitas de Plata. Chitarrista francese di flamenco che fu notato in America e riuscì così a registrare i suoi primi dischi, Ricardo era il fratello dei Baliardo e il cugino dei Reyes. È proprio così che inizia la generazione dei Gipsy Kings, una band di rumba catalana che per molti anni è stata composta da una famiglia unita.

I Reyes e i Baliardo, famiglie imparentate tra loro, sono di origine catalana, ma lasciarono il paese durante la guerra civile spagnola, istallandosi, poi, in Francia.

I piccoli Reyes nacquero e crebbero con la musica nel sangue. Il padre Josè Reyes trovò una casa discografica e in questo modo riuscirono a incidere il loro primo album.

I Gipsy Kings si componevano dei fratelli e di quello che per Josè Reyes era un figlio adottivo, Chico Bouchiki, che, dopo un forte litigio, si allontanò, mantenendo comunque un rapporto familiare intatto.

Dal 1978, suonano in giro per il mondo, portando quello che è a tutti gli effetti uno stile unico. Una fusione di rumba flamenca, flamenco tradizionale e musica pop.

Nonostante le varie critiche ricevute nel corso degli anni, i Gipsy Kings riuscirono a conquistare la Francia, e non solo, con Bambolèo, fino a rielaborare in chiave flamenco una dedica tutta italiana, Nel blu dipinto di blu di Domenico Modugno.

Rimasero nelle classifiche americane per ben quaranta settimane e portarono avanti la loro carriera, iniziando da feat con cantanti italiani come Gigi D’Alessio, fino a lavorare con la Disney per Toy story 3.

Nel 2006, abbiamo il loro ultimo album.

Da quel momento, ogni fratello ha composto un suo gruppo personale, con cui tutt’ora lavora. Pablo Reyes, ad esempio, uno dei fondatori, continua a girare il mondo, portando la sua musica, con il suo gruppo Gipsy Kings way e così tutti gli altri componenti.

Fonti: 

https://www.eroicafenice.com/salotto-culturale/la-cultura-dei-gitani-un-viaggio-tra-musica-e-tradizioni/

https://en.wikipedia.org/wiki/Manitas_de_Plata

https://it.wikipedia.org/wiki/Gipsy_Kings