Un cambio di rotta politico possibile in Moldavia e Georgia

Samuele Di Meo
SAMUELE DI MEO
Attualità
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L’espansione russa, anche a causa della guerra con l’Ucraina, sembra aver preoccupato molti paesi, stanchi della continua ingerenza politica della Russia nei loro confronti. Infatti questi giorni sono stati decisivi per decidere il cambio di rotta politico di due paesi: Georgia e Moldavia.

Il quadro politico moldavo

La Moldavia ha sempre subito l’ingerenza e l’influenza della Russia, sia economica che politica. A ciò bisogna ricordare anche la presenza del territorio de facto indipendente della Transnistria, una regione autoproclamatasi indipendente a seguito della caduta dell’Unione Sovietica e che viene fortemente supportata dalla Russia. Questo piccolo territorio è diventato nuovamente oggetto di discussione a seguito dell‘ invasione russa dell’Ucraina nel 2022, infatti si è tenuta d’occhio questa regione a causa della forte presenza russa nel territorio, che ha portato a forti timori di una possibile escalation del conflitto sul suolo moldavo. Il suo territorio ha come capitale la città di Tiraspol, dove ha sede la società Sheriff, fondata da due ex membri del KGB russo. Essa ha un forte potere politico  ed economico sul piccolo Stato.

Chiesa della Natività, Tiraspol, Moldavia
Chiesa della Natività a Tiraspol, Moldavia

Le elezioni in Moldavia: tra ingerenze russe e voglia di libertà

Il 21 ottobre si sono tenute sia le elezioni presidenziali, dove la presidente uscente Maia Sandu è finita al ballottaggio col rivale Alexandr Stoianoglo (col turno di elezioni che si terrà il 3 novembre) sia un referendum per decretare o meno l’ingresso moldavo nell’Unione Europea. L’affluenza alle urne è stata importante, ma il risultato è rimasto incerto fino alla fine. Dalla Commissione Europea arrivano però allarmi di possibili interferenze russe per falsificare i risultati del referendum. Inoltre vi sarebbero stati casi di voto di scambio e compravendita di voti, oltre alla scoperta di tentativi russi di addestrare giovani per creare tumulti disordini durante le elezioni stesse.

urna di ballotaggio

Il risultato finale è stata la vittoria del , però è stata una battaglia combattuta fino alla fine. Questo perché il 49% della popolazione moldava ha votato negativamente l’ingresso nell’Unione Europea, ciò delinea una forte spaccatura all’interno dello stato moldavo. Infatti da un lato vi sono i giovani, che hanno votato per un cambiamento della sfera politica moldava, ma dall’altro lato vi sono i nostalgici, i più anziani e i filorussi, che hanno tentato di opporsi a questo cambiamento. Ciò significa che bisogna fare ancora tanta strada, nonostante il futuro del piccolo Stato sia più chiaro adesso.

Il background politico in Georgia

La Georgia è un altro paese dove la forte ingerenza politica russa è evidente. Così come i moldavi, anche i georgiani hanno dovuto far fronte a due questioni territoriali, tutt’ora irrisolte. I territori dell’Abkhazia e dell’Ossezia del Sud hanno reclamato la loro indipendenza a seguito dello scioglimento dell’URSS, pur se non vengono riconosciute dallo stato georgiano. Quest’ultima regione inoltre è stata teatro della guerra russo-georgiana del 2008, che ha lasciato vari strascichi importanti nel Paese. Il governo georgiano è fortemente autoritario, con il partito Sogno georgiano che dal 2012 governa il Paese. Egli ha adottato delle leggi simile a quelle di Mosca, soprattutto per quanto riguarda i diritti degli omosessuali (che nonostante il tentativo di veto della presidente Zourabichvili è entrata in vigore) e i cosiddetti “agenti stranieri“. E’ chiaro quindi che la Georgia necessita di un cambiamento politico, per tentare di uscire dall’orbita russa.

Statua dell'amore, Batumi, Georgia
Statua dell’amore, Batumi.

I risultati delle elezioni georgiane

Nella giornata del 26 ottobre si sono svolte le elezioni parlamentari in Georgia. Il partito “Sogno Georgiano”, che governava il Paese da 12 anni, era alla ricerca dell’ennesimo mandato. A seguito delle leggi contro gli omosessuali, l’UE aveva temporaneamente fermato i negoziati per l’adesione del Paese. I partiti di opposizione pro-UE speravano in un grande cambiamento, che però non è avvenuto. Questo perché il partito ha stravinto le elezioni con il 54% dei voti, contro il 37% dei voti dell’opposizione. Nonostante questa vittoria netta, i rappresentanti delle opposizioni hanno dichiarato che non accetteranno questi risultati, a causa delle varie testimonianze di brogli elettorali ed intimidazioni nei confronti dei votanti. L’ennesimo mandato di  “Sogno Georgiano” porta non pochi problemi per il Paese in vista di una possibile entrata nell’Unione Europa, poiché nel corso degli anni esso ha mostrato atteggiamenti sempre più filorussi. Un avvicinamento sempre più imminente della Georgia alla Russia potrà significare un forte allarme per tutti coloro che speravano in un cambiamento della politica del loro Paese, che vedono il loro sogno (l’Ue) allontanarsi sempre di più. 

Samuele Di Meo