La Marionetta e il Burattinaio

Silvia Bruno
SILVIA BRUNO
Inchiostro
Burattinaio inchiostro Introspezione Marionetta scrittura creativa

Appesa a dei fili. Sospesa nel vuoto. Io, marionetta ferma nel buio, non posso divincolarmi.
La mia bocca è serrata, le palpebre strette han paura ad aprirsi. Vorrei tranquillizzarle, dire loro che non le schiuderò se non vorranno. Non posso farlo, sono appese a un filo. I gomiti premono sulle anche, le ginocchia contro il petto. Probabilmente mi sarò aggrovigliata
cadendo. Di nuovo. Adesso Lui si arrabbierà moltissimo. Vorrei che anche la mia mente fosse appesa a un filo, non proverei paura. Non proverei il vuoto, unico mio compagno nella solitudine. Mi conosce bene, lui. Io no. Qual è il mio aspetto, quello vero? Non importa, il buio non è poi così spaventoso. Fin quando c’è Buio, i mostri non posso vederli. I fili sembrano sentirmi, si irrigidiscono.

Appesa a dei fili. Sospesa nel vuoto. Io, marionetta ferma nel buio, non posso divincolarmi. La mia bocca si apre, vorrebbe urlare. Le palpebre si schiudono, han paura. Dita nodose guidano i fili tesi. Non sono più aggrovigliata. Sul muro dinnanzi a me, la Sua ombra mi osserva. Le mie ginocchia scricchiolano. A Lui non piace questo suono. Inizia a muovere i fili, il mio corpo cigola. Lui sbuffa, d’altronde non alza mai la voce. Osservo la mia ombra danzare sulla parete poco illuminata, sembra graziosa. La mia mente osserva la scena, non so più cosa stia facendo la mia bocca, le mie gambe, le mie ginocchia. Scopro di incuriosirmi, guarda che angoli appuntiti che ho! Esilaranti. L’ombra si ferma. Non danza più
sulla melodia dei miei cigolii. Non c’è, però, solo il rumore dei miei pensieri. C’è uno scoppiettio, lieve. Sarà un’altra melodia su cui danzare.

Sciocca.

La parete svanisce, insieme ad Ombra. Le dita nodose adesso guidano me. Si attorcigliano attorno ai fianchi. Una casetta in pietra ha preso il posto della parete. C’è molta luce al suo interno, ha un colore travolgente. La casetta si fa sempre più grande, lo scoppiettio più forte. Resto ipnotizzata dalla luce. Adesso è Lei a danzare. Le dita nodose si srotolano dal mio corpo, mi lasciano cadere. I fili non si irrigidiscono questa volta. Non sono più sospesa nel vuoto. La luce mi acceca, mi abbraccia. La sua danza mi avvolge. Mi sento leggera. Vorrei dirlo alle palpebre, alla bocca, alle ginocchia ma non riesco più a vederle. La luce si affievolisce. La mente non fa più così rumore. Improvvisamente, buio.

Non vedrò più i mostri adesso.

Silvia Bruno