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Atene contro Melo, l’importanza di correggersi

Alessandra Cutrupia
ALESSANDRA CUTRUPIA
Eventi
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Voce e archi, narrazione e musica, storia e arte in Atene contro Melo rappresentato al Teatro Antico di Taormina domenica 23 giugno.

Protagoniste la voce e la musica che si fondono in un duetto in cui l’una accompagna l’altra.

Ideato e narrato da Alessandro Baricco, lo spettacolo rievoca le pagine de La Guerra del Peloponneso di Tucidide  interpretate dalle attrici Stefania Rocca e Valeria Solarino con le musiche composte e suonate da Giovanni Sollima insieme a cento violoncellisti, i 100cellos diretti da Enrico Melozzi.

 

Alessandro Baricco e Enrico Melozzi. © Alessandro Fucilla, Ernesto Ruscio, Cristina Mikhaiel

 

Un dialogo tra note e parole in cui le immagini si susseguono vivide nella mente dello spettatore. A cominciare dal ritratto di Atene e Sparta, delle loro usanze e della loro identità. La prima dedita alla cultura e alle arti, la seconda dedita alla guerra.

“Arrendetevi o vi distruggeremo” è l’ultimatum dato dagli ateniesi agli abitanti dell’isola di Melo nel 416 a.C. che si rifiutavano a prendere parte alla guerra contro gli spartani. I meli volevano pace, non violenza. Volevano libertà, non guerra e sottomissione.

 

Dettaglio spettacolo Atene contro Melo. © Alessandro Fucilla, Ernesto Ruscio, Cristina Mikhaiel

 

La disputa si conclude con l’arroganza e la sicurezza della superiorità bellica di Atene che rade al suolo l’isola di Melo.  Baricco non lascia questa ultima impresa come conclusione dell’intera rappresentazione. Decide di narrare al pubblico un’altra vicenda che assume il volto della speranza: la rivolta di Mitilene contro Atene. E l’immagine di due navi, la prima inviata con l’ordine di distruggere Milo e la seconda con l’ordine contrario. La seconda si getta nel mare alla ricerca della prima con l’intento di salvare gli uomini dalla loro stessa decisione di morte.

Un invito, dice Baricco, ad avere la “capacità di correggersi in continuazione, di pensare con forza e di ripensare, poi, con forza anche maggiore, di armare una nave dopo l’altra, e spedirle a attraversare il mondo portando il nostro instancabile tentativo di capire la realtà e noi stessi”.

Alessandra Cutrupia