“La responsabilità sociale del Magistrato tema centrale della modernità”, il Vice Presidente del Csm ospite di UniMe

Marco Prestipino
MARCO PRESTIPINO
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Giorno 12 aprile 2024 si è svolto presso l’Aula Magna del Rettorato la Lectio Magistralis “La responsabilità sociale del Magistrato tema centrale della modernità” , tenuta dall’Avvocato Fabio Pinelli, vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura.
Presenti il Prorettore Vicario, prof. Giuseppe Giordano ed il professore Giovanni Moschella, docente ordinario di Diritto Pubblico.

L’iniziativa ha visto presenti numerose autorità e un nutrito numero di studenti dell’istituto tecnico commerciale Quasimodo, nonché corpo docenti dell’università e studenti.
Un ospite d’eccezione, per l’Università degli Studi di Messina, con la presenza del vicepresidente di uno dei tre poteri dello Stato.

Il ruolo sociale della magistratura

Ad aprire i lavori i saluti della Rettrice, Prof.ssa Giovanna Spatari, con un ringraziamento ai presenti, è stato il professore Moschella che ha gettato luce sull’argomento prescelto dal magistrato, ponendo l’accento sul passaggio degli Stati dell’Europa continentale delle Costituzioni legali alle Costituzioni rigide, ricordando che ciò è avvenuto a partire dal secondo dopoguerra.
Ovvio trarre la conclusione che ciò avvenne per evitare nuove derive autocratiche e dittatoriali.

Ancor più oggi sottolinea il Professore “la fonte della loro legittimazione nel principio della soggezione del giudice alla legge”. Non è più possibile parlare di un potere giudiziario sottoposto o espressione di un potere politico corrente, inoltre si sottolinea il potere di interpretazione “a tutela dei diritti fondamentali dei cittadini, anche indipendentemente dalla volontà degli organi parlamentari”.
Scopo principale della nostra Repubblica e di ogni democrazia è la tutela del cittadino dalla culla alla morte, espressione coniata dal sociologo e Lord Inglese Beveridge proprio nel 1942.

Ma “Qual è la responsabilità di un magistrato?” Questa è la domanda che pone e si pone il Professore Moschella.
Accurata la sua osservazione

“Un problema costituzionale di connessione del potere giudiziario con la rappresentanza democratica dalla quale promana la legge cui il giudice è soggetto”. Citando il Presidente Mattarella, il quale ha osservato “la garanzia di una elevata qualità della funzione giurisdizionale costituisce il fondamento del rapporto di fiducia che i cittadini devono poter nutrire nei confronti dell’ordine giudiziario.”

Qui si ferma l’intervento del docente messinese, che passa doverosamente la parola all’Avvocato Pinelli, ospite principale. Come prima precisato, è proprio la questione di quale sia il ruolo sociale del magistrato, tema scelto da Spinelli.

Vari i punti salienti della Lectio Magistralis che il Dott. Spinelli ha ritenuto doveroso affrontare nel dipanarsi del suo discorso.

L’articolo 107, concernete l’inamovibilità del giudice, spiega “è necessaria a consentire al giudice l’esercizio del proprio ruolo in piena indipendenza”.
Ma a questa affermazione, corrisponde dunque la piena indipendenza della magistratura; i giudici come ribadisce il Dott. Spinelli “non hanno una funzione rappresentativa o morale e i cittadini chiedono un giudizio esente da una visione politica personale del giudice, nei limiti della legge.”

La domanda resta sempre la stessa, qual è allora il ruolo sociale del giudice, e ancora più direttamente l’Avv. Spinelli si domanda “il giudice svolge la propria funzione in modo tale da suscitare timore o fiducia nelle parti?”

La riposta riprende l’osservazione del Presidente Mattarella, che ricorda che la prima carica della Repubblica italiana è anche il Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, dove “il giudice deve essere una guardia solerte e non vigliacca”.
Guardia, dunque di quei valori liberali e democratici conquistati a prezzo di sangue e sudore, quanto mai oggi minati.

Il Professore Giordano, docente di Diritto Pubblico, rammenta che “le nostre democrazie non sono dirette ma liberali, passano attraverso delle istituzioni. Il giudice deve essere una guardia solerte e non vigliacca”.

Inoltre l’Avv. Spinelli ha voluto precisare che “contrariamente alla visione corporativista la magistratura non è e non deve formare una casta. Deve essere parte integrante della società”.

Possibile quindi affermare che filo rosso della Lectio Magistralis e degli interventi sono il ruolo indipendente della magistratura e il ruolo sociale che essa può e deve svolgere in un sistema democratico e di Civil Law come il nostro.

Certamente, speranza comune è che la magistratura, con gli altri organi e poteri dello Stato riesca a preservare i valori liberal-democratici e riesca a svolgere le sue funzioni in modo tale da guadagnarsi la fiducia e non il timore dei cittadini.

Marco Prestipino