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Le nuove sfide del rinnovabile: si può passare dal rumore all’energia?

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Negli ultimi tempi si discute sempre più su quanto siano importanti l’innovazione e il progresso tecnologico, specie in vista dei gravi danni causati quotidianamente dal cambiamento climatico. Ma in cosa consistono le trasformazioni delle ultime tecnologie? Quanto siamo capaci oggi di investire nel rinnovabile?

Dalla carta al digitale

Da anni, ormai, l’aumento di alberi abbattuti e la produzione di carta sono fattori che recano gravi danni al pianeta, anche perché la quantità di alberi abbattuti non è proporzionale alla quantità di alberi piantati.

E ancora, la produzione di carta si basa su un sistema che arreca gravi danni all’ambiente, nonostante oggi sia diffusissima la buona pratica del riciclo (basti pensare che l’Italia è il primo paese europeo ad aver raggiunto il riciclo dell’85% della carta con la raccolta annuale di quasi 7 milioni di tonnellate di carta da macero). Ma le buone statistiche italiane non smentiscono un problema ancora pervasivo nel resto del mondo.

E allora, per risolvere questo problema si è passato all’uso del digitale. Ad esempio, nelle scuole il classico registro cartaceo è oggi sostituito dal registro elettronico. Per non parlare della diffusione sempre maggiore di tablet e computer, che ormai sostituiscono i classici quaderni di carta.

Ma quanto è “rinnovabile” tutto ciò?

Uno dei minerali più usati per la costruzione dei telefoni cellulari, ad esempio, è il coltan, che contiene parti di uranio e per la cui ricerca vengono investiti annualmente milioni, ma non solo in termini di denaro. Esso è presente in grandi quantità nel continente africano. Paesi come il Niger e il Congo sono quotidianamente alla ricerca di questo prezioso minerale, che, sulla base di accordi internazionali, risulta essenziale costruire tablet, computer e cellulari.

Níger, atrapado en el uranio - El Orden Mundial - EOM
Statistiche dei principali paesi produttori di uranio nel mondo. Fonte: Eom

Quali prospettive per i giovani?

Insomma, sembra che il mondo di oggi sia tutt’altro che all’insegna del rispetto ambientale, nonostante le politiche degli ultimi tempi. Quali prospettive future per i giovani?

Francesco Creazzo, giovane studente universitario di Ingegneria meccanica, fa parte del team studentesco di moto engineering dell’Università di Messina Stretto in Carena. Questa realtà studentesca cerca, tra vari obiettivi, di sviluppare nuove invenzioni, in modo da contribuire ad un futuro più sostenibile. La sua passione lo ha portato a conoscere il mondo dei motori e dei veicoli, a progettarli e a metterli in pratica. Per Creazzo, che sostiene che il futuro è una sfida e bisogna essere sempre alla ricerca di nuove soluzioni, in quanto anche l’elettrico porta dei problemi, sarebbe meritevole di particolare attenzione uno degli ultimi prototipi, cioè il motore a idrogeno, che però non è stato ancora pienamente approvato dalla comunità scientifica.

Questo prototipo, secondo Creazzo, sarebbe a destinato a sostituire la funzione oggi assunta dalla benzina in molti veicoli. E nondimeno l’intelligenza artificiale, strumento che nell’opinione dello studente di ingegneria rappresenta un’importante risorsa. Oltre a questi esperimenti sta arrivando una novità che potrebbe davvero rivoluzionare il mondo delle tecnologie e della mobilità: si parla della trasformazione del rumore in energia elettrica.

Dal rumore all’energia rinnovabile – ma come?

La startup Lv Energy ha sviluppato un prototipo in grado di trasformare il rumore proveniente dall’inquinamento acustico in energia. Proprio così: si chiama “processo di induzione elettromagnetica“. Il tutto avviene attraverso l’uso di strumenti chiamati trasduttori (dispositivi che scannerizzano l’ambiente, prendono le onde del rumore e le convertono in energia). Ora proviamo a immaginare il funzionamento dei mezzi di trasporto: auto, bus, treni… E se funzionassero con questa tecnologia? Sarebbe così possibile trasformare un fattore di inquinamento in fonte di energia rinnovabile. Ma non è tempo di cantare vittoria, perché questa tecnologia ha bisogno di essere ottimizzata ed ha bisogno che ne vengano ridotti i costi. Tuttavia, ciò dimostra che le possibilità di migliorare il nostro pianeta esistono eccome.

Il trasduttore acustico di una chitarra – Fonte: Amazon

Roberto Fortugno

Fonti:

Miinnovo.it

Lospiegone.com