Madame web

Madame Web: un incubo ad occhi aperti

Francesco D'anna
FRANCESCO D'ANNA
Film
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Madame Web, il cinecomic di cui nessuno aveva bisogno. – Voto UVM: 1/5 (voto motivazionale perchè il film ha le capacità, ma non si applica!)

 

Guardare un film al cinema è sempre una buona idea. L’esperienza del grande schermo è ineguagliabile e si sostengono anche preziose attività messe ormai in ginocchio dallo streaming e i loro infiniti cataloghi da consumare comodamente dal divano di casa. Che il film sia di tuo gradimento o meno, rimane comunque un’esperienza piacevole.

A volte però, l’imbarazzo è talmente evidente che, sebbene armati di positività e indulgenza, proprio non si riesce a trovare nulla di buono in quelle due ore e mezza passate in sala: in poche parole, capita che i cinema passino film come Madame Web…

Un cinecomic apparentemente “normale”

 

Madame Web
Dakota Johnson in una scena del film. Fonte: Sony Pictures

Concepito come spin-off della serie legata a Spiderman, e girato da S. J. Clarkson, il film vede nel proprio cast attori e attrici di spicco come Dakota Johnson (nota per il suo ruolo nella serie di film Cinquanta sfumature), Sidney Sweeney (Euphoria e The White Lotus) e Tahar Rahim (Il profeta).

Il film si incentra sulle vicende di Cassandra Web, figlia di Constance Web, una ricercatrice che, come viene mostrato nelle prime scene, decenni prima si ritrovò in Perù a studiare una specie di ragno dalle potenziali proprietà curative. Tuttavia la ricercatrice è vittima di una trappola tesa dal suo stesso collaboratore Ezekiel per cui viene mortalmente ferita e lasciata in mezzo alla foresta. Costance era in quel momento incinta di Cassey. Per sua fortuna la neonata viene salvata dall’autoctona tribù dei Las Arañas. Questi le praticano una forma di medicamento con la puntura del ragno dalle proprietà curative, donando alla bimba dei superpoteri che le rimarranno sconosciuti fino all’età adulta.

La scena si sposta così al 2003. Qui ritroviamo Cassey nei panni di una paramedica a New York, la quale dopo un incidente quasi fatale ha le prime rivelazioni sul suo superpotere: vedere nel futuro. Questo privilegio le consente di salvare la vita a tre ragazzine che sono nel mirino di Ezekiel, il collaboratore in Perù della madre Constance. In qualche modo non svelato nel film, Ezekiel sa che verrà ucciso dalle ragazzine che nel futuro acquisiranno dei superpoteri, come peraltro svelato dal finale.

Lo sviluppo narrativo…inevitabilmente comico!

 

Una scena del film. Fonte: Sony Pictures

Leggendo la trama sembrerebbe un film sui supereroi come tanti altri, in linea con gli standard narrativi della Marvel. Ciononostante, lo sviluppo della narrazione è talmente incoerente e illogico da diventare quasi ridicolo. Lascia abbastanza a desiderare anche la performance attoriale: un mero esercizio mnemonico.

Ma entriamo un po’ più nei particolari. In primis il superpotere della nostra Madame Web: da copione lei dovrebbe essere capace di “vedere” nel futuro, ma dal film sembra invece che il suo vero potere sia quello di rubare auto in giro per la città e di sfondare muri.

C’è poi il trio per eccellenza stereotipato dai cinecomics: l’outsider, l’alternativa e la ribelle, le quali vengono rapite senza opporre alcuna resistenza. E come non parlare poi dello scontro finale, in cui Cassey e le ragazzine affrontano Ezekiel, in una battaglia all’ultimo “petardo” su una grande insegna della Pepsi (che quasi quasi è lei la vera protagonista del film). E sarà proprio in questo frangente che la nostra supereroina “da quattro soldi”, scoprirà di avere una nuova capacità: la moltiplicazione corporea.

Conclusioni “affrettate” ma (dato il film) sufficienti…

Madame Web è uno di quei titoli per i quali, a fine proiezione, lo spettatore vorrebbe che gli restituissero i suoi soldi. Giusto per rispetto. A maggior ragione se si pensa alla cifra spesa per la produzione del film: ottanta milioni di dollari (circa).

Ma a questo punto, l’unica cosa da chiedersi è: non sarebbe stato meglio darli in beneficienza?

 

Francesco D’Anna