Il grande Lebowski: il rilancio di un cult leggendario

Asia Origlia
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Il grande Lebowski è esilarante e per certi versi grottesco. Voto UVM 5/5

Il grande Lebowski lo scorso 30 ottobre 2023 ha compiuto 25 anni, tornando al cinema nella versione restaurata in 4k, grazie alla Cineteca di Bologna con il suo progetto “Il cinema ritrovato”. Il film, diretto dai fratelli Coen (il ponte delle spie), arriva dopo il clamoroso successo di Fargo (1996, vincitore di due premi Oscar su sette nomination), che venne molto acclamato dalla critica. Considerato un grande classico degli anni ’90, da al pubblico una serie di motivi per guardarlo: cinico, divertente, demenziale e teatrale, ma soprattutto di successo. Il film, candidato sia all’European Film Awards nel 1998 che ai Nastri D’argento nel 1999, ha l’intento satirico di rappresentare la società americana nel periodo successivo alla sconfitta in Vietnam attraverso gli occhi del protagonista, “Drugo”.

Lebowski sono io

Grazie ai fratelli Coen, per 1h e 57 min abbiamo la possibilità di abbracciare lo stile di vita di Jeffrey Lebowski (Jeff Bridges), detto Drugo. Potrei tranquillamente essere io o voi lettori; pigro, svogliato e al tempo stesso ironico, che vive la sua vita in maniera abitudinaria e monotona. Lui è  un hippie che gioca a bowling, beve white russian a colazione, pranzo e cena e parla del più e del meno con i suoi due amici, Walter (John Goodman) e Theodore (Steve Buscemi). Uno non riesce a comunicare col mondo, l’altro, reduce dal Vietnam crede di essere ebreo perché lo era anche la moglie.
Praticamente la tipica vita di un fuori sede che studia all’università.

Walter e Drugo in una scena del film © Working Title Films

Aladino e il Tappeto Magico

Drugo, per uno strano scherzo del destino, si ritrova in una vicenda ricca di avventure che lo coinvolgono dall’inizio alla fine. Il motivo? Un caso di omonimia con tanto di pipì sul suo tappeto e non uno qualunque a quanto pare;  questo è proprio il casus belli del protagonista che sceglie di capirne di più sulla questione. Incoraggiato da Walter, Drugo incontra infatti il suo omonimo che poi sarebbe il suo opposto: miliardario e senza l’uso delle gambe.

Da qui, si può dire che inizia il viaggio demenziale dei due personaggi. Questi si ritrovano in una situazione assurda che assume paradossalmente, i tipici tratti del noir, ma senza essere preso troppo sul serio (tutto per un banalissimo tappeto e non solo!). Attorno a lui si presentano personaggi e situazioni surreali e iperboliche, nichilisti arrabbiati e una donna dai capelli rossi (Julianne Moore) che, amante del buon sesso, abbindola il protagonista.
L’atteggiamento di Drugo nei confronti delle varie vicende createsi nel corso del film, non sono altro che un chiaro manifesto di qualcosa che non c’è più. Drugo è arreso alla società corrotta e vive la sua vita assumendo un atteggiamento di indifferenza rispetto alle cose che ormai sembrano essere fondamentali.

il grande Lebowski
© Working Title Films

Convertiamoci al Dudeismo

Di fronte alla nostra strana condizione umana, apparentemente misera, la filosofia di Drugo propone come soluzione la tranquillità e il menefreghismo. Infatti, esalta la pigrizia e mette da parte le insoddisfazioni, in modo tale da vivere in armonia con la sua natura interiore, che è naturalmente anche nostra e con le sfide che ci riserva la vita.

Bevi anche tu un white russian e fai una partita a bowling con i tuoi amici, che male c’è? L’importante è non confondere tutto ciò con anarchismo poiché il dudeismo richiede a modo suo determinazione anche nella sua pigrizia paradossalmente. E poi, a dirla tutta, chiunque vorrebbe staccare la spina, non pensare ai soldi e preoccuparsi meno di ciò che lo circonda. Ecco, Drugo ci insegna a non essere ipocriti e a “prenderla con filosofia” ma senza fuggire dal problema.

Drugo voleva solo il suo tappeto. Nessuna avidità. È che dava un tono all’ambiente.

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