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Prendetevi un momento di Relax: il ritorno di Calcutta

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Calcutta torna a far parlare di se con uno sguardo più consapevole e fiducioso- Voto UVM: 4/5

Dopo 5 anni di silenzio ritorna il debutto, dal carattere epifanico, di Edoardo D’Erme, in arte Calcutta. Come lancio promozionale, ha deciso di stupire gli ascoltatori con l’occupazione di un palazzo della Darsena di Milano, immettendo sui balconi dell’edificio alcune lenzuola con la copertina del nuovo disco e un cartellone che recita: “Relax, fate con calma!”

Nel 2018 ci aveva lasciati con Evergreen, dallo stile confidenziale e di parole sussurrate all’orecchio, giungendo inaspettatamente a Relax, quasi come se in tutto questo tempo fingesse di non lavorare. Anche in questo caso, uno tra i più importanti autori della scena indie italiana, riesce a racchiudere canzoni che stanno bene insieme, che non “litigano” nello stesso contenitore.

Calcutta pubblica “Relax”, album con Bomba Dischi/Sony Music Store

Relax: si parte da uno sguardo nostalgico

Il disco, contenente 11 componimenti, esordisce con la traccia “Coro“, inno in cui percepiamo una certa solennità malinconica già dal primo suono, con una alternanza tra voce individuale e corale.

“Ti guardo mentre dormi
Abbandonata al vento
Sai ogni tanto ci penso
Che dolore”

La dimensione amorosa emerge nelle successive tracce, impregnate da vibes nostalgiche. Partendo dall’allontanamento fra due persone, si arriva quasi ad implorare soltanto un Giro con te prima dell’apocalisse e al tempo stesso a riconoscere questa non-sintonia che può emergere in un rapporto, definendolo Controtempo, finendo per comprendere a fondo la natura di lei.

Ma bastano per l’autore Due minuti per cambiare idea, e con tutt’altro animo subentra d’improvviso la paura di un incontro casuale definito “come un lampo sopra la città” verso una persona di cui ancora prova dei sentimenti. Questo timore di comunicabilità porta l’io alla fuga, destinando dunque i due a non incontrarsi, nonostante la persistente memoria del suo ricordo, sua fonte di salvezza ed evasione dalla mondanità.

“Come un lampo sopra la città
Ti ho vista in un angolo da sola nel traffico
Ma magari non eri neanche te
Io ho accelerato il passo per andare via
Il mio cuore è nel panico, la faccia d’intonaco
Ma magari non eri, magari non eri neanche te”

Un grido di dolore, si scaglia nel brano Tutti, un canto disperato non solo verso la fine di una relazione quanto la dimensione problematica innestata dal successo. L’inadeguatezza sociale ma anche il coraggio portano a ricordarci che “sembriamo tutti falliti“.

“E tu come stai? Che cosa fai?
Io coi piedi nel mare e soltanto a pensare
Che sembriamo tutti falliti, tutti falliti”

L’amore vive andando oltre anche al non esserci

Dopo Intermezzo3, dal ritmo elettrizzante, si apre il secondo momento del disco con il brano SSD, in cui eccezionalmente troviamo il riferimento verso la morte prematura della madre, menzionata precedentemente in brani come “Due punti” e “Sorriso (Milano Dateo)“. L’alterazione dell’umore, dato dall’assunzione di sostanze psichedeliche, lo porta a cantare di lei e a preferire la sua permanenza in una dimensione di oscurità.

“Con mia madre in LSD, uh
Anche se non è qui Perché non è qui
E sembra di non esserci
Sembra di non esserci
Sembra di non esserci
Sembra di non esserci
Perché non è, non è qui”

Dunque sembra esser costante la tematica dell’assenza e, in particolar modo, di chi lo riempie di solitudine che ritroviamo sia in Loneliness che Ghiaccioli. Adesso che l’autore rimane da solo, non gli resta che raccontare ogni tanto della donna amata, nonché tutto il tempo che gli resta da vivere.

Il disco volge verso  la fine con Preoccuparmi, esplicitazione del suo stare in pensiero nella quotidianità, portandolo al tormento continuo, tanto da non volersi più ritrovare in mezzo alla gente ma richiedendo ed evocando solamente il contatto della donna per alleviare l’inferno che ha dentro.

Calcutta, fonte: pagina Instagram @bombadischi

E non può mancare una velatura di Allegria

È evidente il desiderio del ritorno della persona in questione, enfatizzata nell’ultimo brano Allegria. Qui, tramite la metafora di una ruota che gira e di un interruttore non reattivo, si trasmette dunque la frustrazione e il senso di perdita, nel tentativo di riportare indietro la persona che si desidera.

Si scorge, nonostante tutto, anche un sapore agrodolce. Pur riconoscendo l’impatto emotivo, suggerisce che potrebbe comunque esserci una luce di speranza che gravita intorno a loro, anche se non è la stessa affinità che hanno sperimentato in passato. Con Allegria spera ardentemente di trovare ancora una volta la felicità.

“Allegria, perché tu te ne vai
Spezzandomi come pane carasau?
Se tu non torni qui
Se non ritorni qui da me
Se tu non torni qui, se non ritorni qui”

In conclusione, Relax è un album che nasce dall’isolamento dell’artista stesso dalla scena musicale ma che al tempo stesso riesce a sviluppare tematiche sempre attuali, mantenendo pienamente la sua cifra estetica, e confluendo in tal pensiero: seppur distanza fisica, la vicinanza emotiva non viene ad interrompere il legame tra due persone ma li connette l’uno con l’altra.

Stefy Saffioti