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Conflitto Israele-Palestina: dialogo con la Prof. Francesca Perrini

Redazione Attualità
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Lo scorso 7 ottobre nei kibbutz di Be’eri e di Kfar Azza, situati nel territorio di Israele in prossimità della Striscia di Gaza, le milizie di Hamas (il partito radicale di matrice religiosa che controlla la Striscia dal 2006) hanno commesso una strage di centinaia di civili israeliani, dando inizio ad una nuova fase del conflitto che intercorre tra Israele e Palestina da quasi un secolo. 

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Grafico mostra l’attacco di Hamas durante i primi giorni. Fonte: ISPI

Le parole della Prof. Perrini

Per riflettere sul tragico scenario degli eventi che stanno causando nuovi spargimenti di sangue abbiamo rivolto alcune domande a Francesca Perrini, Professoressa associata di Diritto Internazionale del nostro Ateneo.

  1. Le immagini di nuovi orrori, a più di un anno dall’invasione russa dell’Ucraina, inondano i social media ed i notiziari. In questa occasione, l’attacco lanciato dal movimento militante Hamas, uno dei due principali partiti politici dei territori palestinesi, nei confronti di Israele ha attirato l’attenzione globale. Quali sono le origini storiche dell’ormai decennale conflitto?

È nel 1948, all’indomani della nascita dello Stato di Israele, che ha inizio il conflitto arabo-israeliano In questo lungo periodo alcune crisi sono state particolarmente gravi, come quella del 1967, la c.d. “guerra dei sei giorni”, che ha visto l’occupazione israeliana di una parte dei territori palestinesi, tra cui proprio la striscia di Gaza.

  1. Di quale status giuridico godono (o meno) gli attori sino ad ora nominati? Hamas può essere qualificato come un movimento insurrezionale, dunque come soggetto di diritto internazionale? 

Per il diritto internazionale lo Stato acquisisce la soggettività internazionale in maniera automatica se è in possesso di due requisiti fondamentali, vale a dire l’effettività e l’indipendenza. Uno Stato che effettivamente esercita un potere di governo su una comunità territoriale ed ha un proprio ordinamento giuridico è di fatto un soggetto di diritto internazionale.

In questo senso, non vi è alcun dubbio sulla soggettività internazionale dello Stato di Israele, mentre, come è noto, con riferimento alla Palestina la questione è più controversa, sebbene negli ultimi anni si siano fatti importanti passi avanti. Uno di questi è la risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite con la quale è stato riconosciuto alla Palestina lo status di non-member-observer-State. Ma anche l’ammissione della Palestina all’UNESCO e la sua adesione allo Statuto della Corte penale internazionale.

Quanto ad Hamas, la sua attività è limitata ad una parte di territorio ben delimitata e non può certo dirsi che rappresenti l’intero popolo palestinese.

  1. Dunque, la reazione israeliana ai fatti del 7 ottobre non può essere giustificata in virtù dell’articolo 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, che riconosce il “diritto naturale” alla legittima difesa dello Stato aggredito dall’aggressione perpetrata da un altro ente di diritto internazionale

Ciò non toglie che lo Stato aggredito ha diritto di difendersi. In questo caso la legittima difesa di Israele non si fonda tanto sull’art. 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, quanto sul più ampio concetto di autotutela, che, però, deve rispettare il requisito della proporzionalità. E, soprattutto, ciò che occorre sottolineare è l’obbligo che incombe alle parti in conflitto di rispettare il diritto internazionale umanitario, salvaguardando la popolazione civile. Purtroppo, queste sono le violazioni più atroci a cui assistiamo da giorni e – occorre ribadirlo – sono violazioni commesse sia da Israele che da Hamas.

  1. Quali, a Suo avviso, sono le prospettive future? La nascita e l’accettazione, da parte israeliana, di uno stato palestinese potrebbe permettere di alleviare i conflitti nell’area?

Non è facile fare previsioni, perché molto dipende da quanto gli sforzi diplomatici riusciranno a realizzare. Certamente l’auspicio non può che essere una pacifica convivenza tra due Stati sovrani nel pieno rispetto dei diritti del popolo israeliano e del popolo palestinese.

Aurelia Puliafito