BASIC LIFE SUPPORT – Salvare una vita in pochi step

Dario Gallo
DARIO GALLO
Scienza & Salute
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Lo stress è da sempre una delle principali cause di insorgenza di numerose malattie cardiovascolari, metaboliche e così continuando. Va ad alterare la cosiddetta omeostasi, cioè l’insieme di quelle azioni svolte dall’organismo con il fine ultimo di mantenere l’equilibrio nell’organismo. In questo modo tutto può funzionare correttamente. La rianimazione cardiopolmonare, detta RCP, è quella procedura con la quale si può reagire tempestivamente affinché si possa contrastare l’infarto del miocardio.

  1. Perché è importante l’RCP
  2. Come agire 
  3. Quando interrompere la manovra?
  4. DAE
  5. RCP di successo
  6. L’importanza della conoscenza – Uno sguardo sui dati

Perché è importante l’RCP

Effettuare una buona RCP è di fondamentale importanza. Solitamente, l’ambulanza impiega circa 10-15 minuti per arrivare sul luogo. I primi minuti sono importanti poiché, con l’arresto circolatorio, si ha una circolazione sistemica poco efficiente e, per tale motivo, non potremo ossigenare correttamente il cervello. Infatti in pochi minuti si può arrivare al decesso.

Come agire

Per poter operare correttamente bisogna rispettare la linea guida del BLS, ovvero Basic Life Support, la quale indica le fasi da seguire nella maniera più fedele possibile. Innanzitutto, bisogna controllare la situazione, monitorarla e accertarsi che sia possibile operare in sicurezza. Dopo ci si accerta dello stato di coscienza del soggetto chiedendo come si sente. Successivamente si iper estende il capo, si verifica la funzione respiratoria e, se non respira e non risponde, far chiamare i soccorsi e trovare un DAE, il defibrillatore automatico esterno. Dopo si potranno effettuare 30 compressioni toraciche ponendo una mano sopra l’altra intervallate da 2 ventilazioni di soccorso. La posizione di braccia e mani è fondamentale: bisogna porre il calcagno di una mano al centro del torace della vittima (facendolo corrispondere alla metà inferiore dello sterno) e bisogna mantenere le braccia tese. Il torace della vittima deve abbassarsi fino a 5 cm al massimo e deve ritornare nel suo stato iniziale prima della prossima compressione toracica.

Immagine riassuntiva della RCP. Fonte

Quando interrompere la manovra?

Il trattamento non va interrotto fino allo sfinimento dell’operatore. È consigliabile dunque alternarsi con altre persone se presenti, soprattutto per evitare che venga fatta una RCP poco efficiente.

DAE

Il Defibrillatore Automatico Esterno può seguirci passo passo durante l’operazione e può erogare una scarica elettrica affinché possa far riprendere l’attività elettrica cardiaca. Dentro la custodia troveremo il defibrillatore, le placche e il filo da poter attaccare allo strumento. Nessuno deve toccare il soggetto durante l’ECG eseguito dallo strumento e quando dovrà erogare la scarica. Nel primo caso toccando il malcapitato potremmo alterare l’ECG, nel secondo invece rischiamo di causare un secondo infarto. Per usarlo è davvero semplice: si attacca la prima placca sotto la clavicola dx e la seconda nel fianco sx. Dopo potremo accendere il DAE. Prima di fargli fare un ECG e, successivamente, far erogare la scarica, urlare di allontanarsi dal soggetto. Dopo la scarica, è possibile ripartire con la RCP.

Un defibrillatore automatico esterno. Fonte

RCP di successo

Se il soggetto ricomincia a respirare normalmente ma permane in uno stato di incoscienza, è necessario porlo nella posizione laterale di sicurezza.

L’importanza della conoscenza – Uno sguardo sui dati

Secondo l’ISTAT, circa 45 mila persone l’anno muoiono in Italia per un arresto cardiaco improvviso. Per ogni minuto che passa si abbassa la possibilità di sopravvivere del 10%; di conseguenza i primi 10 minuti sono fondamentali. Statisticamente parlando, questi dati ci fanno capire come la conoscenza di queste manovre possano realmente salvare una persona.

Dario Gallo

Fonti: