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Baldur’s Gate 3: perché è una meraviglia?

Matteo Mangano
MATTEO MANGANO
Recensioni
Baldur's Gate 3 D&D Dungeons&Dragons gioco di ruolo recensione

A più di due mesi dall’uscita, Baldur’s Gate 3 continua ad essere uno dei giochi più seguiti e cercati sui social.
La cosa strana è che non si è trattato di un colossal con dietro un’impressionante macchina del marketing, né di un gioco che cercasse di creare un’esperienza diluita ed annacquata per le masse.

Baldur’s Gate 3 è infatti un’opera complessa in cui decine di sistemi interagiscono tra di loro ed in cui ogni giocatore può decidere di creare la propria storia in ogni dettaglio.
Ciò che ha stupito i videogiocatori è la quantità di dettagli, le migliaia di possibili diramazioni che può prendere la trama e il controllo che si ha su tutta la propria esperienza di gioco.

“Crea il tuo personaggio”. Fonte: wotpack.ru

Baldur’s Gate 3 è il seguito di due giochi usciti tra la fine degli anni ’90 e i primi 2000 che, già da allora, avevano ridefinito il genere. Per decenni sono rimasti imbattuti, fino ad un azzardo da parte di Larian nel 2015.

Il genere dei giochi di ruolo complessi sembrava non interessare più le grandi produzioni che si dedicavano a progetti cinematografici dediti all’azione. Molti appassionati tornavano ad opere del passato o a piccole produzioni del panorama indie.

Swen Vincke, fondatore e CEO di Larian, era convinto di non essere l’unico sul mercato a volere il ritorno di un certo tipo di esperienza e, nel 2015, pubblica Divinity: original sin. Si innescò, così, una reazione a catena che avrebbe dato origine al ritorno in auge dei GDR complessi e stratificati.

Larian bussò poi alle porte di Wizards of the Coast, i detentori dei diritti di Dungeons & Dragons, il più famoso gioco di ruolo del mondo, presentando loro il loro progetto più ambizioso di sempre: un nuovo gioco di ruolo, più vicino che mai alla vera esperienza da tavolo di D&D.

Tirate un D20!

Baldur’s Gate 3 è un gioco di ruolo con visuale dall’alto e combattimento a turni. Riporta in maniera fedelissima le regole dei manuali ufficiali della quinta edizione di Dungeons & Dragons, ed è ambientato nello stesso mondo.

L’esperienza prevede (come al tavolo da gioco) la creazione di un personaggio a partire dalla scelta tra 13 razze e 12 classi. Ogni azione significativa viene decisa dal tiro di un dado a 20 facce, che determina successi o fallimenti. A partire da questi pochi elementi si viene a creare una storia interattiva, in cui l’interazione del giocatore con mondo e personaggi determina la progressione.

La grandiosità di Baldur’s Gate 3 sta nel fatto che queste poche regole, a cui viene aggiunta l’immaginazione quando si gioca al tavolo con gli amici, vengono usate alla stessa maniera anche in questo contesto virtuale, dando comunque la sensazione di avere le stesse immense possibilità sia nel videogioco che al tavolo.

Per tutta la durata del gioco si ha la sensazione di poter procedere seguendo una semplice regola:

“Se voglio tentare qualcosa basta trovare una maniera per realizzarla, sfruttando improvvisazione e spirito d’iniziativa”.

Ruba, corrompi, combatti, scava il tuo cammino con le parole invece che con la violenza. Basta solo usare la propria immaginazione e flettere le regole a proprio piacimento!

Combatti contro svariati nemici…

Caos e controllo: un racconto a rete

Lo stesso concetto di flessibilità è valido non solo per la generale interazione con il mondo di gioco, ma anche per la narrativa.

L’avventura presenta migliaia di snodi narrativi che arricchiscono e plasmano l’esperienza creando una incredibile ragnatela di eventi. Il risultato che si viene a creare è quello di una trama che non risulta mai uguale per ogni singolo giocatore. Gli svariati obiettivi sono inoltre collegati tra di loro e le varie missioni si ricollegano tra di loro in base alle azioni compiute. Ogni personaggio che incontriamo durante l’avventura può essere incrociato in svariate maniere, con decine di opzioni di dialogo e risultati per quasi ogni incontro o snodo narrativo. Ogni atto rappresenta una rete più intricata del precedente. Solo sul finale questa ragnatela enorme si restringe su alcune scelte che fanno perdere l’illusione della scelta, ma si tratta degli ultimissimi atti di un’avventura lunga quasi un centinaio di ore.

Abbiamo già parlato di come Larian abbia riportato in auge questo genere di giochi. Ma non abbiamo ancora parlato di come sia riuscito a venderlo, senza snaturarlo, al grande pubblico di massa!

Ogni scena è animata a partire dal lavoro di attori in carne ed ossa, le cui prove sono state riportate in maniera ottima sui volti nel mondo virtuale. Ogni personaggio trasmette se stesso attraverso micro-espressioni e anche il doppiaggio è uno dei migliori che abbiamo ascoltato in un videogioco, a livello delle produzioni del cinema. Non lo preciseremmo se non per un particolare: sono presenti più di 150 ore di dialoghi cinematici, animati tutti con la stessa cura e tutti interamente doppiati.

Un capolavoro che rimarrà negli annali

Prima di concludere parliamo però dei difetti: il più grande è sicuramente la gestione dell’inventario, confusionaria e asfissiante per chiunque. Ci stupisce che ancora sussista, essendo un problema risalente ai vecchi lavori di Larian e, secondo molti giocatori, anche facilmente risolvibile.

L’altro grande problema è la gestione di alcuni dei finali del gioco, che danno l’impressione di essere stati realizzati frettolosamente e di non avere una risoluzione soddisfacente.

Nonostante ciò, Baldur’s Gate 3 è sicuramente tra i giochi di ruolo più ambiziosi di sempre e una delle produzioni più importanti del medium. Consigliamo a chiunque di giocarci, anche senza una precedente esperienza nel genere, e soprattutto a chi ha intenzione di imparare le regole di Dungeons & Dragons.

 

Matteo Mangano