Varsavia, la più grande protesta del popolo polacco dalla fine del comunismo

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Andrzej Duda, Presidente della Repubblica polacca in carica dal 2015, ha firmato una legge che prevede di indagare, tramite una commissione, se i partiti dell’opposizione abbiano permesso alla Polonia di essere influenzata dalla Russia. La legge verrà revisionata dal Tribunale Costituzionale, nonostante sia già entrata in vigore. Il popolo polacco reagisce contro le decisioni del governo e scende in piazza a protestare. Ma vediamo insieme nel dettaglio. 

Cosa prevede la legge?

La legge vieta a chiunque prenda decisioni, sotto influenza russa, di ricoprire carice pubbliche per 10 anni. I politici di opposizione, ma anche il Dipartimento di Stato Americano e la Commissione Europea, hanno criticato questa mossa, in quanto la legge non rispetta la Costituzione.

Secondo l’opposizione questa legge è stata ideata in vista delle elezioni politiche, che si terranno in autunno prossimo per estromettere Donald Tusk. Non a caso, è stata soprannominata dai media Lex Tusk (Legge Tusk).

La legge è contro Tusk ma possiamo essere tutti presi di mira da questa legge, perché non esiteranno a usarla contro chiunque.

Queste le parole dell’avvocato e attivista per i diritti, Sylwia Gregorczyk-Abram, prima della manifestazione.

Chi è Donald Tusk, un avversario pericoloso?

Tusk è stato primo ministro dal 2007 al 2014 ed ex presidente del Consiglio Europeo dal 2014 al 2019. Adesso è il leader del maggiore partito di opposizione, “Piattaforma Civica(partito di Centro, liberale europeista).

Quest’ultimo ha accusato i parlamentari del partito politico “Diritto e Giustizia”, guidato dal primo ministro Mateusz Morawiecki, di «volersi sbarazzare dell’avversario più pericoloso».

Il partito è salito al potere nel 2015 e in questi anni ha intaccato le norme democratiche, attaccato la magistratura indipendente e lanciato campagne contro la comunità LGBTQ+ e i diritti riproduttivi. Il deputato Marcin Kierwinski, esponente del partito “Piattaforma Civica”, ha dichiarato che:

In un normale Paese democratico, un Presidente non firmerebbe mai una legge così staliniana.  

Migliaia di persone scendono in piazza per protesta

Voglio che il governo inizi ad avere paura il 4 giugno e che le persone vedano che hanno potere e possono cambiare le cose.

A Varsavia, guidati da Tusk, migliaia di persone – mettendo in mostra i colori della bandiera polacca (il bianco e il rosso), quelli dell’Unione Europea e quelli del Solidarnosc (il sindacato dei lavoratori) – hanno deciso di protestare contro il carovita, la corruzione ed le elezioni libere.

Non a caso, la manifestazione si è svolta nel 34° anniversario dalle prime elezioni democratiche, che hanno portato al crollo del regime comunista in Polonia. É stata definita come la più grande manifestazione del Paese dalla fine del comunismo, nel 1989. I manifestanti hanno marciato con striscioni con su scritto «Polonia Europea libera- Unione Europea sì, PiS no». Alcuni avevano maschere del leader del partito al potere, Jaroslaw Kaczynski, con su scritto “vergogna”.

Il partito “Diritto e Giustizia” ha pubblicato un video di propaganda, in cui si vedono alcune immagini del campo di concentramento nazista di Auschwitz (Polonia). Queste immagini sono state associate alla marcia di protesta dell’opposizione; la cosa non ha giovato a loro favore, piuttosto, ha attirato nuove critiche e alimentato ancor di più le proteste.

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Tusk, al centro con i manifestanti. Fonte: Il Post

 

Anche Lech Walesa, ex leader del sindacato Solidarnosc e Premio Nobel per la pace, ha preso parte alla manifestazione. Ha indossato una maglietta con su scritto “Costituzione”, queste le sue parole:

La prima cosa da fare per iniziare la strada verso la vittoria è fare i conti per sapere quanti siamo.

Leck Walesa prende parte alla manifestazione. Fonte: The Guardian

 

L’attuale primo ministro, Mateusz Morawiecki, ha paragonato le proteste a un “circo” e ha affermato che:

Fa un po’ ridere quanto le vecchie volpi, che sono in politica da anni, organizzino una marcia antigovernativa e la presentino come una protesta civica spontanea.

Gabriella Pino