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Graziella Campagna: il valore di una vita

Cultura Locale
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La mafia ha strappato la vita a molti ragazzi. Questa è la storia di una di loro: Graziella Campagna non aveva nessuna colpa, ma il caso ha voluto che venisse a conoscenza di alcune informazioni compromettenti. 

Graziella era una tranquilla ragazza siciliana, nata a Saponara, in provincia di Messina, il 3 luglio 1968 in una famiglia numerosa. Abbandonati gli studi, inizia a lavorare come stiratrice presso la lavanderia “Regina” di Villafranca Tirrena, un comune vicino al suo, per aiutare economicamente i genitori.

Ha solamente 17 anni quando il 12 dicembre 1985 verrà rapita e assassinata dalla mafia. 

Uccisa per un’agenda

Il 9 dicembre, tre giorni prima della sua morte, avviene ciò che avrebbe segnato fatalmente la sua vita.

Proprio mentre sta lavorando, si reca presso la lavanderia un uomo che si presenta come l’ingegner Cannata. Involontariamente, Graziella trova in una tasca della camicia che l’uomo aveva portato a lavare un’agenda. Questo oggetto porta con sé il segreto che causerà la morte della ragazza, poiché rivela la vera identità dell’ingegnere.

 

Graziella Campagna. Fonte: Wikipedia.org
 

Tony Cannata è in realtà il falso nome dietro cui si nasconde un latitante mafioso: si tratta di Gerlando Alberti junior, nipote appunto di Gerlando Alberti senior, detto “u paccarè” (l’imperturbabile), arrestato anni prima dal generale Carlo Alberto dalla Chiesa.

L’agenda è piena di nomi e numeri di telefono: informazioni che ovviamente mettono in pericolo i due ricercati. Un ulteriore elemento di preoccupazione per i due latitanti è rappresentato dal fatto che il fratello di Graziella sia carabiniere a Gioia Tauro

La collega della ragazza, Agata Cannistrà, toglie dalle sue mani l’agenda e ne fa perdere le tracce.

La scomparsa e il ritrovamento del corpo

La sera del 12 dicembre 1985 Graziella Campagna non ritorna a casa. L’autobus che è solita prendere per tornare a Saponara da Villafranca arriva nel paese senza di lei.

La verità è che la ragazza su quell’autobus non è mai salita.

La famiglia si allarma e chiama i carabinieri, che in un primo momento pensano si tratti di una “fuitina”, ipotesi che comunque non convince i genitori che conoscono la figlia e sanno che difficilmente compierebbe azioni così avventate. Tra l’altro c’è un testimone che afferma di aver visto Graziella salire su una macchina con un uomo al volante. Il ragazzo con cui potrebbe essere scappata, Franco Giacobbe, è a casa sua, viene portato in caserma e interrogato. Si capisce subito che il giovane non abbia niente a che fare con la scomparsa di Graziella.

Due giorni dopo arriva la notizia che nessuno avrebbe voluto sentire: è stato trovato un corpo senza vita fra gli alberi di Monte Campone, vicino Villafranca. Il cadavere, colpito ben cinque volte da una lupara calibro 12, è purtroppo quello di Graziella.

 

Monte Campone. Fonte: ecointernazionale.com


L’inchiesta

L’ omicidio appare abbastanza insolito per un piccolo comune della provincia di Messina dove apparentemente sembra non ci siano grandi problemi legati alla criminalità organizzata.

In realtà nel paese si aggirano due delinquenti sotto falso nome, Gerlando Alberti junior e Giovanni Sutera che lo accompagna durante la clandestinità.

La polizia indaga sull‘omicidio: l’ipotesi è che Graziella sia stata sequestrata, portata con una scusa fino al bosco tramite una strada che sembrava portasse a Saponara, interrogata e uccisa. Il fratello della vittima fa quindi notare che il luogo dell’omicidio rispecchia, attraverso gli oggetti ritrovati, un punto di attesa per un rapimento.

I due mafiosi vengono identificati come colpevoli del delitto solamente dopo quasi vent’anni, nel 2004, e condannati all’ergastolo. Il caso rimane aperto per alcuni anni. Nel 1996 durante trasmissione “Chi l’ha visto?” si scopre che la lavanderia è un crocevia di mafiosi. In questo periodo comunque la giustizia si interessa di nuovo all’omicidio di Graziella.Verranno indagati per favoreggiamento anche Franca Federico, titolare della lavanderia, e la collega Agata, le quali saranno condannate a due anni di carcere.

 

Il caso di Graziella Campagna a “Chi l’ha visto?” Fonte: raiplay.it

La ragazza morì perché vittima di uno sfortunato caso che rivelava la vera identità di un mafioso.

Aveva una vita davanti che le venne strappata per un’ infausta fatalità.

Graziella Campagna non aveva altre colpe, non aveva nessun legame con la mafia, era una semplice ragazza lontana da questo mondo.

Alessia Scarcella

Fonti:

https://ecointernazionale.com/2021/12/uccisa-17-anni-agenda-mafia-vittima-storia-graziella-campagna/