Immagine non disponibile

Lo Stato Sociale: la rivoluzione dello “Stupido Sexy Futuro”

Gaetano Aspa
GAETANO ASPA
Musica
#rivoluzione indie-pop lo stato sociale Lodo Guenzi Stupido Sexy Futuro

 

Lo Stato Sociale torna alla ribalta con un album che torna alle origini, confermandosi la vera anima rivoluzionaria e indipendente della scena musicale italiana. – Voto UVM: 5/5

 

Tornano ad accendersi i riflettori sulla band più irriverente d’Italia, dopo un’attesa durata sei lunghi anni, era infatti il 2017 quando uscì Amore, lavoro e altri miti da sfatare, Lo Stato Sociale torna alla ribalta con un nuovo album d’inediti, Stupido Sexy Futuro

Ma bando alle ciance, immergiamoci all’ascolto e all’analisi di questa nuovo pezzo di rivoluzione

Ma che “Stupido Sexy Futuro”

L’album, pubblicato il 5 maggio sotto la Garrincha Dischi,  si compone di 11 brani, molti dei quali cantati con amici vecchi e nuovi, sono ben 7 le collaborazioni: Management, CIMINI, Drefgold, Mobrici, Naska, Vasco Brondie e Andrea Appino (in qualità di produttore). 

In quest’album, i regaz tornano più alternativi che mai, come dei veri anti-supereroi della società odierna. 

Infatti, Stupido sexy futuro, si propone come un album che scava dentro, spogliandosi di ogni possibile ipocrisia e senza peli sulla lingua, ironico, dissacrante ma allo stesso tempo intimo, con dei pezzi che colpiscono dritti al cuore. Insomma, il disco racconta il riscatto di quello Stato Sociale che poteva diventare una band commerciale  e quello che ha deciso di essere: un gruppo di ribelli che non vuole conformarsi ai numeri di massa, ai target e soprattutto portare una musica in cui ognuno possa identificarsi, come dichiarato dalla band:

“Il futuro è così: attraente e infame, ti invita ad affrontarlo per poi farti lo sgambetto. Ma il futuro c’è, non siamo senza futuro. Il futuro ci sarà, sarà deludente e allo stesso tempo così dannatamente sexy. Il presente è un futuro che non ce l’ha ancora fatta. Inizia il secondo tempo della nostra vita artistica, quella fase in cui si passa da giovani promesse a soliti stronzi, con un disco che racchiude tutte le cose che non troverete altrove: politico e sentimentale, intimo e sociale, stupido, sexy, futuro. Noi umili emiliani speriamo solo di poter entrare nelle orbite del cuore di qualcuno che vorrà ascoltare”.

Tra polemica, politica e…

Già dal primo brano, Lo Stato Sociale mostra le sue vere intenzioni, con La musica degli sfigati che si avvale della collaborazione dei Management, lancia direttamente l’arco contro il mercato musicale odierno, criticando la musica mainstream e i colleghi che la fanno:

Mi piace la musica sporca, cantata e suonata male
Fatta con tre euro, che ti spacca le orecchie e il cuore
La musica fuori dalle radio, dalle playlist, dalle classifiche virali
Che non parla di quanto scopi, di quanto sei ricco e famoso

Ma non è solo la musica il bersaglio,  sono infatti diverse le tracce che ci riportano indietro nel tempo, a quello Stato Sociale che tanto ci ha fatto innamorare, quelle connotate dalla critica politica. Con Pompa il debito e Anche i ricchi muoiono, due ballate “così indie”, Bebo e Albi sparano a zero: il primo sulle ipocrisie della società odierna, il secondo contro i super ricchi del nostro tempo.

Con Ops, l’ho detto, che si avvale delle voci di Cimini e Drefgold, il brano più dissacrante dell’album, il gruppo bolognese rompe ogni politicamente corretto:

Per la musica ma anche per il successo
Per l’amore ma più spesso per il sesso
Chi parla di famiglia naturale è un gay represso

L’altro pezzo forte dei regaz è l’autoironia, prendendosi in giro in modo intelligente e ponendosi in empatia con l’ascoltatore, è il caso di Vita di m3rda 4ever.

Amore 

Ma, come in qualsiasi album dello Stato Sociale che si rispetti, non poteva mancare l’introspezione intima e romantica del nostro Lodo, che ci regala una nuova Niente di Speciale, con una storia particolare dietro:

Sono stato quattro anni con una ragazza. Ho fatto dei gran casini. L’ho tradita, ho scritto niente di speciale, mi ha chiesto almeno non cantarla tu. Ci siamo amati, ci siamo fatti male. È finita a pochi giorni dal suo compleanno. Preso dal senso di colpa, mi sono rifugiato a Livorno per due giorni. Ho bevuto il mar Tirreno e registrato una canzone per lei da Appino degli Zen. Gliel’ho regalata per il compleanno, con la promessa che non l’avrei mai pubblicata, sarebbe stata solo per lei. Lei l’ha ascoltata e ha detto “già fai i casini, già mi molli, poi mi fai pure la canzone? Allora sei un coglione”. Aveva ragione».

Così Lodo Guenzi racconta via Instagram cose c’è dietro l’ultimo singolo de Lo Stato Sociale. Il brano si intitola Per farti ridere di me e Lodo lo canta con Mobrici.

Un altra canzone strappalacrime, che racconta di tutti gli amici incontrati durante la carriera della band, è Tutti i miei amici,  dove trovano spazio Aimone Romizi, Tommaso Paradiso, Nicolò Carnesi, Andrea Appino, Calcutta, Mirko Bertuccioli, Pupi Avanti.

Per concludere il trittico che parla al cuore, facendoci venire anche velo di nostalgia e amarezza è Senza di noi:

Io non ci so stare senza di noi
Noi anime buone, brutte personе
Chi siamo davvero non ce lo diremo mai
Non ci so starе senza di noi
Noi fatti, falliti, oggetti smarriti in un mare di guai

Nuovo vecchio Stato Sociale

Concludono l’album due brani che ospitano due collaborazioni d’eccezione, Che Benessere !? che si mischia con il punk di Naska,  il brano più “spensierato” e Fottuti per sempre, con Vasco Brondi, che rappresenta un po’ il senso del percorso e il resoconto della vita recente della band.

Insomma, Lo Stato Sociale torna al passato per ritrovare le proprie radici, per non perdersi nella mediocrità della scena musica odierna, una seconda vita per farci vivere e sognare oggi, uno Stupido Sexy Futuro!

 

Gaetano Aspa