DEF: la Camera ci ripensa, adesso è tutto nelle mani del Senato

Redazione Attualità
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«È stato un brutto scivolone», ha esordito così la premier Giorgia Meloni, in merito al no giunto dalla Camera allo scostamento di bilancio previsto dal DEF. Mancano i numeri sufficienti per l’approvazione dopo il passaggio al Senato. In aula erano presenti solo 195 deputati e ne servivano 201 per l’approvazione. Per correre ai ripari, si è tenuta una riunione lampo del Consiglio Dei Ministri già ieri pomeriggio, dove il governo non ha modificato il DEF ma ne ha approvato una nuova relazione in cui sono stati confermati gli impegni per il «sostegno al lavoro e alle famiglie». Inoltre, la Camera ha esaminato nuovamente il documento questa mattina mentre il Senato se ne occuperà alle 14. L’ obiettivo è quello di chiudere l’iter entro e non oltre il primo maggio.

Cos’è il DEF? E perché è così importante?

Il Documento di Economia e Finanza comprende gli obiettivi di politica economica e le strategie per raggiungerli stilati dal Governo, il quale ha l’obbligo di presentarlo ogni anno entro il 10 aprile in Parlamento.  Consente di comprendere la direzione che il Governo vorrebbe imboccare per lo sviluppo del Paese.  Bisogna sottolineare che non è una legge, ma si deve tener conto di diversi aspetti come il debito pubblico, il PIL, l’inflazione e il mercato del lavoro per essere compilato al meglio. Si divide in 3 sezioni e si converte nell’atto ufficiale che indica all’Unione Europea, ai creditori e partner commerciali dell’Italia le aspettative sul breve e medio termine.

Le parole della Meloni

È stata una brutta figura, credo che tutti debbano essere richiamati alla responsabilità. Noi non ci stiamo risparmiando e nessuno si deve risparmiare. Ma francamente non credo che sia stato un segnale politico, per paradosso anzi è accaduto per un eccesso di sicurezza. Ora si deve fare una ulteriore considerazione sui parlamentari in missione ,ma non ci vedo un problema politico. Il Def sarà approvato, manterremo i nostri impegni

Questo il commento della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un colloquio con i giornalisti a Londra.

Gli impegni che la maggioranza aveva chiesto al Governo

Prima del passaggio alla Camera, infatti, il Senato aveva promosso la risoluzione sul Documento di economia e finanza proposta dai gruppi di maggioranza (FdI, FI, Lega, Civici d’Italia) e si era detto favorevole anche alla risoluzione sullo scostamento di bilancio. 

Nel testo troviamo la richiesta di contrastare la delocalizzazione e il reshoring. (Fenomeno economico che consiste nel rientro del paese d’origine dei servizi che in precedenza avevano portato la produzione fuori dai confini nazionali).

Tra gli obiettivi, vi era il valutare un innalzamento delle pensioni minime e di invalidità e proseguire nell’azione di riduzione del cuneo fiscale, cercando di favorire la crescita della produzione economica e individuando le più opportune misure di riduzione del carico delle imposte.

Inoltre, definire un piano di interventi per l’occupazione (in particolar modo quella femminile), rafforzare gli investimenti nell’istruzione e nell’assistenza socio-sanitaria proteggendo la maternità e potenziando i servizi territoriali alla cura dei bambini introducendo misure di carattere strutturale per il sostegno alla natalità e alla famiglia.

Ultimi risultati: la Camera dice sì

Alle 11:30 di oggi, con 221 voti a favore e 116 contrari è stata approvata la risoluzione di maggioranza che dà il via libera al Documento. Poco prima prima l’Assemblea di Montecitorio aveva votato e approvato la risoluzione di maggioranza sulla Relazione sullo scostamento di bilancio. Non sono mancati però i momenti di tensione. Durante l’intervento del capogruppo di FdI Tommaso Foti, che chiede scusa per quanto accaduto ieri, ma accusa anche le opposizioni sostenendo che  «se un ponte esiste, esiste per la maggioranza e per le opposizioni» che, a suo dire, «dovrebbero guardare alle loro assenze». Riferendosi a chi, ieri, non si era presentato senza alcuna giustificazione. A questo punto le forze di minoranza si sono ribellate, costringendo il presidente Fontana a riprendere i deputati e lo stesso Foti, chiedendogli di “rivolgersi alla presidenza”.

Adesso bisognerà aspettare il primo pomeriggio per conoscere la risposta del Senato.

Commento a caldo di Giorgetti

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, dopo il voto sulla risoluzione al Def alla Camera, si dice soddisfatto. Di seguito il suo pensiero:

In Aula è andata bene ma fuori dall’Aula, dove si lavora e si produce, è andata ancora meglio: se vedete le previsioni del Def sulla crescita dell’Italia del 2023, che hanno criticato tutti quanti, l’Istat dice che il Pil è +1,8%