l'alchimista

Cosa ci può ancora insegnare “L’Alchimista” di Coelho?

Chiara Tringali
CHIARA TRINGALI
Libri
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L’Alchimista è perfetto per chi vuole leggere una favola formativa ma con delle sbavature. – Voto UVM: 3/5

 

Ascolta il tuo cuore. Esso conosce tutte le cose

Alcuni di voi potrebbero aver già letto questa citazione, senza sapere però che le sue origini risiedono tra le pagine del libro più tradotto della storia dopo la Bibbia: L’Alchimista di Paulo Coelho.

Il libro, che alla sua prima pubblicazione nel 1988 non riscosse immediato successo, porterà invece il suo autore ad essere uno dei più letti di sempre e venderà più di 65 milioni di copie in tutto il mondo.

L’Alchimista quindi arriva nel 2023 con un curriculum d’onore, lodato come un viaggio alla scoperta di se stessi tanto per il protagonista quanto per il lettore, ma può ancora essere d’aiuto oggi?

Santiago e il suo viaggio…

Il nostro protagonista, Santiago, è un giovane pastore andaluso che viene colto da uno strano sogno dopo essersi addormentato sotto un sicomoro presso una chiesa diroccata. Nel sogno un bambino lo porta alle piramidi d’Egitto promettendogli che se fosse giunto fin lì avrebbe trovato un tesoro. Tormentato dal sogno dopo un primo momento di dubbio l’incontro con un vecchio di nome Melchisedek che dice di essere il re di Salem lo convince della necessità di partire. Finisce così per vendere tutto il gregge e arriva a Tangeri in Marocco dove viene però subito derubato. Per guadagnarsi da vivere decide quindi di lavorare in un negozio di cristalli di un mercante scoraggiato e sull’orlo del fallimento.

Convinto di dover cogliere tutti i segnali dell’Universo nel mondo attorno a sé persuade il mercante a essere più ambizioso portando entrambi alla ricchezza. Da qui Santiago riprende la strada per l’Egitto. Durante una fermata nell’oasi di Al-Fayoum trova l’amore con una giovane di nome Fatima e coglie un segnale di un possibile attacco all’oasi, salvando tutti. Le sue capacità attirano l’attenzione di un alchimista che lo accompagnerà per la parte finale del suo viaggio facendogli da mentore. 

Santiago arriverà alle piramidi poco dopo e cercherà il tesoro del suo sogno ma verrà derubato nuovamente. I ladri lo lasceranno però con delle parole di scherno per i suoi sogni ritenuti irrealizzabili, dicendogli che anche uno di loro aveva sognato di trovare un tesoro sotto un sicomoro presso una chiesa diroccata in Spagna. Il giovane che ha imparato ad ascoltare i segnali dell’Universo torna proprio dove era iniziato tutto e trova oro e gioielli, pronto a ricongiungersi presto con la sua Fatima

l'alchimista
Copertina del libro. Casa editrice: La nave di Teseo.

Cosa ci lascia L’Alchimista

Per molti l’Alchimista con i suoi numerosi riferimenti biblici, la sua commistione di religioni e il suo linguaggio semplice ed efficace è stato un testo di grande impatto a metà tra la narrativa e l’auto-aiuto, tra la favola e il romanzo di formazione. Ma soprattutto è riuscito ad unire elementi narrativi fantastici, – Santiago parlerà ad un certo punto con il vento ed il sole – a una vicenda puramente umana e di forte introspezione e spiritualità che porta il lettore a guardare alla propria vita con un occhio diverso e con la voglia di credere un po’ di più in se stessi e nei propri sogni.

Viviamo in un mondo precario fatto di guerre, pandemie, cambiamento climatico ed estremismo politico in cui non c’è tempo per pensare alle nostre aspirazioni nel tentativo disperato e quotidiano di trovare un lavoro per pagare le bollette. È al contempo un mondo fortemente digitalizzato in cui è facile perdere di vista la nostra identità in mezzo all’onnipresente racconto delle vite altrui.

Sentire dunque una storia come quella di Santiago ci ricorda che non è necessario cedere ad un cinismo e ad una passività crescenti e che non è un peccato credere nelle proprie possibilità, coltivare la fiducia nel futuro (per quanto incerto) e non arrendersi alle proprie difficoltà. 

Ci sono delle perplessità ne l’Alchimista?

Se da un lato è sicuramente fonte di motivazione leggere che per tutti sia possibile il futuro dei propri sogni, dall’altro si rischia di cadere nella semplificazione e nello sminuire situazioni di vita che non sono paragonabili.

Nel momento in cui, ritornando alla situazione descritta poco fa, si ha difficoltà a mettere il cibo in tavola e si è travolti da circostanze di vita paralizzanti, o ancora si subisce discriminazione per via di aspetti di sé su cui non si ha alcuna forma di controllo, non è così facile accettare un messaggio che può anche arrivare alle proprie orecchie come un’accusa:

Se ti impegni abbastanza otterrai ciò che vuoi

Certe volte l’impegno non è abbastanza e se ciò non deve scoraggiarci (abbiamo tutti diritto a vivere felicemente) non dobbiamo neanche sentirci in colpa se in certi momenti non riusciamo neanche a pensare ad un futuro migliore, oltre la sopravvivenza. 

Senza considerare che nel libro stesso ci sono spunti di riflessione anche su temi come l’uguaglianza di genere, dato che i personaggi maschili sembrano poter ricavarsi un futuro migliore e inseguire le proprie “leggende personali” (=obiettivi di vita, destini) mentre le donne non sembrano averne, rimanendo solo parte dei percorsi altrui, relegando personaggi come quello di Fatima ad una vita subordinata, in costante attesa del ritorno dell’amato.

Compromessi

I compromessi non sono la prima scelta di nessuno! Abbiamo sempre una nostra idea di partenza in cui crediamo ed il compromesso ci priva della speranza di vederla pienamente realizzata.

I compromessi sono anche quelli che ci permettono però di vivere una vita serena, nella maggior parte dei casi, e a volte il compromesso sta anche nel scegliere in che aree nella nostra vita siamo meno disposti a cedere e quelle che possiamo modulare.

Ricordo di aver letto l’Alchimista tutto d’un fiato in una giornata di pioggia durante una vacanza e di essermene innamorata fin dall’inizio, conservando ancora oggi un ricordo indelebile. Rileggerlo mi ha costretta a riconsiderare alcuni aspetti a cui non avevo badato la prima volta e se sono ripiombata nell’atmosfera di incanto della storia di Santiago, ho anche sentito la necessità di distanziarmi da alcune delle conclusioni che era possibile trarre dalla lettura del testo.

L’Alchimista è quindi un compromesso: un libro magico ma da leggere con un piede in aria ed uno per terra!

 

Chiara Tringali