Super Mario Bros: tanto divertimento ma…

Matteo Mangano
MATTEO MANGANO
Film
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Super Mario Bros, è il primo film in grande scala con protagonista la mascotte Nintendo. Il film realizzato dallo studio di animazione Illumination, noto per altri lavori come Cattivissimo me e i film sui Minions.

Si è trattata di una scelta oculata per questa pellicola da parte di Nintendo che, vogliosa di dare una forte identità scenografica sul grande schermo ai suoi personaggi ha scelto autori che erano già capaci. Ed il film riesce in questo intento in maniera egregia, incantando lo spettatore con le sue immagini e soprattutto con le sue musiche.

Questi sono però gli unici veri pregi del film e si sente moltissimo l’influenza delle opere videoludiche: manca una trama consistente a sorreggere la pellicola ma come vedremo più avanti si è trattato di una probabile scelta considerata da parte di Nintendo stessa, che alla fine potrebbe aver giovato o meno.

Frame dal trailer di Super Mario Bros.

Da Brooklyn al regno dei funghi

Il film inizia con Mario e Luigi intenti a costruirsi una carriera da idraulici nella metropoli di New York, vessati da conoscenti e famiglia per i loro poveri risultati.

Questi nostri eroi ci vengono quindi presentati come più “inetti” rispetto a come siamo abituati a vederli, questo per garantire una maggiore immedesimazione, con aggiunto anche il fatto che i due fratelli non conoscono il mondo di Peach, Bowser e compagnia al seguito.

Frame dal trailer di Super Mario Bros.

Tutto ci viene quindi presentato nel suo funzionamento: le creature del mondo di Mario prendono vita in habitat rigogliosi o infernali, e in varie scene vediamo come vaghino per le loro strade usando quei famosi tubi verdi o camminando su mattoni fluttuanti.

Ogni cosa è coloratissima e il mondo è sempre pieno di dettagli da scoprire per lo spettatore.

Anche i personaggi risultano ben fatti, con un ottima caratterizzazione sia caratteriale che visiva. Mario e amici sono icone famosissime e cambiarne i connotati non avrebbe avuto senso, di conseguenza sono tuti rimasti quasi identici, ma con importanti differenze: il nuovo viso paffuto di Mario lo aiuta ad essere più patetico, mentre i dettagli più “appuntiti” e meno aggraziati di Peach la aiutano ad essere la vera figura trainante di questo film con la sua forte carica energetica.

Per non parlare di Bowser, che in maniera incredibile pur avendo tutto del re dei Koopa, rimane identico al suo doppiatore Jack Black.

Frame dal trailer di Super Mario Bros.

L’altro pregio fondamentale è poi la musica, che a partire dal ri-arrangiamento del classico tema di Mario in 8-bit riesce a riproporre le musiche dei giochi in maniera eccellente. È questo, forse, l’elemento che più di ogni altro trasporta nel Regno dei funghi.

Ancora troppo videogioco

Fin qui abbiamo parlato di ciò che il film fa bene. Un comparto grafico eccellente, una regia efficacie e un sonoro che colpisce le giuste note. Quello che manca è una trama veramente solida.

Capiamoci, siamo consapevoli che si tratti di un film poco complesso narrativamente e non ci saremmo aspettati altro, ma nel corso degli anni si è visto nell’industria come si possa anche creare qualcosa di più complesso, anche per i più piccoli.

I personaggi si muovono con pochissimi pretesti e le loro azioni hanno moventi insignificanti. Sembra quasi una trama pensata per un videogioco più che per un film da sala. Ciò ha impatto soprattutto su alcuni personaggi, uno su tutti Luigi, una vera occasione sprecata qui, costretto a fare la parte della damigella in pericolo.

Frame dal trailer di Super Mario Bros.

Non vogliamo cercare di andare oltre la lettura di questo film, ma vogliamo qui comunque criticare questa decisione.

Che sia stata una scelta di Nintendo a monte, da sempre intenzionata a mantenere i contesti in cui si muovono i suoi personaggi semplicissimi, o che sia stata Illumination a voler dare più risalto all’azione e al ritmo, poco importa. Ci saremmo potuti aspettare di più.

Frame dal trailer di Super Mario Bros

Un film mediocre ma ben fatto

Per tirare le somme su questo film possiamo dirci soddisfatti dell’esperienza che abbiamo avuto: abbiamo, da fan, avuto una ottima trasposizione strapiena di citazioni e divertimento; i più piccoli invece potrebbero aver avuto il loro film dell’infanzia, quello che noi fan di vecchia data avremmo potuto distruggere in videocassetta.

Oggi giorno però una seconda visione col filtro di un adulto potrebbe risultare noiosa per la mancanza, ahimè, della meraviglia infantile.

Alla fine questo film vuole essere apprezzato da chi è ancora un bambino o da chi, magari, ogni tanto lo vuole tornare ad essere.

 

Matteo Mangano