Secondo l’Eurostat, in Italia un giovane su quattro è a rischio povertà

Redazione Attualità
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L’istituto di statistica europeo ha reso noto i suoi dati risalenti al 2021,secondo i quali  il 6,1 % della popolazione tra i 15 e i 29 anni viveva in un grave stato di deprivazione materiale e sociale; lo stesso indice se confrontato con tutta la popolazione arrivava al 6,3%.

Con “Grave stato di deprivazione materiale e sociale” (severe material and social deprivation rate, “SMSD”)  si intende un indicatore che testimonia la mancanza di elementi necessari e desiderabili per condurre una vita adeguata. Questo è definito dalla percentuale di popolazione che fa esperienza della mancanza di almeno 7 di 13 elementi, 6 relativi all’individuo e 7 all’ambiente domestico. Tra gli elementi di cui l’indicatore tiene conto e che sono legati alle disponibilità familiari, vi è la possibilità (o meno ) di permettersi il pagamento di una settimana di vacanze annuale e la possibilità di garantirsi un pasto di carne, pollo, pesce ogni due giorni. Mentre tra quelli legati alle possibilità individuali, c’è la possibilità di connettersi ad un una linea internet o di disporre di due paia di scarpe.

In quali paesi europei la vita dei giovani è più “dura”?

Tra le nazioni europee, quelle in cui l’indicatore citato precedentemente (SMSD) è più alto, ci sono Romania (23.1%) seguita da Bulgaria (18,7) e Grecia (14,2%). Nell’analisi della qualità di vita dei più giovani cittadini europei, L’Eurostat ha tenuto conto di un altro indicatore: “Il tasso di rischio alla povertà” (At-risk-of-poverty rate). Quest’ultimo riporta la percentuale di popolazione che detiene un reddito disponibile che sia la di sotto della soglia di povertà, fissata al 60% del reddito medio nazionale.

Nel 2021, il tasso era più alto per i giovani europei compresi tra i 15 e i 29 anni rispetto al resto della popolazione , con una differenza di 3.3 punti percentuale (20,1% contro il 16.8%). È possibile riscontrare questa situazione in ben 19 dei 27 stati appartenenti all’Unione europea, con il maggior divario in Danimarca (12,% di popolazione totale a rischio di povertà contro il 25,6% di giovani) e Svezia (15.7% contro 24.6% )

Solo in 8 Paesi Europei, si verifica un’inversione di tendenza. Le differenze più grandi si possono notare in Lettonia (24,5% di popolazione totale a rischio povertà contro il 17,5 % dei più giovani) Malta (16,9 contro 11,3%) ed Estonia (20,6 paragonato con il 15,7)

In Italia, il 25% dei giovani si trova a rischio di povertà

Per quanto riguarda la popolazione italiana, un giovane su 4 rischia di cadere in povertà. Il 25% dei  giovani  italiani vive una situazione economica precaria, il 5% in più della popolazione totale. Questa differenza (del 5%)  rende l’Italia uno dei Paesi europei in cui i giovani rischiano di più la povertà, se paragonati con il resto della popolazione, subito dopo la già citata Danimarca, Grecia, Spagna e Romania.

Un dato allarmante che è testimone di un forte gap generazionale presente nel nostro Paese.

Giuseppe Calì