Tatuaggi blu e verdi, sono stati vietati?

Redazione UniVersoMe
Isopropanolo pigmentblue pigmentgreen Reach tatuaggi

Se in passato i tatuaggi non erano visti di buon occhio, ora la situazione si è totalmente ribaltata. È diventato un modo comune per esprimere la propria personalità e gusto estetico, soprattutto tra i giovani. In merito a questo fenomeno, proprio quest’anno sono state aggiunte nuove norme, in particolare riguardo l’inchiostro verde e blu. Dal 4 gennaio è stato limitato il loro utilizzo, scopriamo il perché.

Indice dei contenuti

  1. La composizione dell’inchiostro
  2. Il regolamento REACH
  3. È vietato utilizzare il colore verde o blu nei tatuaggi?

La composizione dell’inchiostro

Le sostanze utilizzate per la produzione degli inchiostri sono molteplici. Ogni inchiostro per dare un determinato colore necessita di specifici composti chimici.

I due elementi principali sono i coloranti e il solvente, seguiti poi dai conservanti (che prolungano la vita dell’inchiostro) e gli agenti tixotropici, utili per mantenerlo liquido. Lo scopo di questa formula, non è solo quello di preservare il pigmento nel tempo, ma anche di evitare la formazione di microrganismi.

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I solventi, tra cui acqua, alcol isopropilico ed etanolo, permettono la penetrazione del colore al di sotto della pelle. I coloranti invece sono un insieme di sostanze inorganiche e organiche, che conferiscono le diverse colorazioni agli inchiostri. Un esempio di coloranti sono le ftalocianine, composti chimici che vanno dal blu al verde, adoperate anche nella produzione di vernici. Altre specie che conferiscono colori molto accesi agli inchiostri sono metalli come il rame, il cadmio, ma soprattutto il ferro. Il ferro infatti è responsabile del colore nero e del rosso. La maggior parte degli inchiostri sono composti azoici, che vanno incontro a decomposizione al contatto con la luce e per questo pericolosi per la salute.

Il regolamento REACH

Non è una novità, quindi, che l’inchiostro utilizzato possa scatenare delle allergie o peggio, che la sua tossicità si manifesti tramite diverse malattie anche gravi. I pigmenti sono in grado di viaggiare nel nostro corpo in forma di nanoparticelle, con il rischio che possano intaccare i nostri organi, nonché i linfonodi. Proprio per questo motivo, le ricerche riguardo la loro composizione sono in continuo sviluppo, in modo da poter garantire un’esperienza più sicura possibile.

Già nel 2022 entrò in vigore il nuovo regolamento REACH (1907/2006), che regola e monitora le sostanze chimiche da utilizzare negli inchiostri per tattoo. La necessità di cambiare la formulazione, deriva da delle analisi del 2015 dell’ECHA, la Commissione europea per le sostanze chimiche. Le analisi riportano la presenza di alcune ammine aromatiche tra cui l’anisidina, tossica per via cutanea e orale. Le norme applicate prevedevano anche l’eliminazione dei coloranti a base di isopropanolo, utilizzato nella loro sterilizzazione. Quest’ultimo, a contatto con il corpo, può provocare gravi irritazioni, secchezza della pelle, causare danni al sistema nervoso e soprattutto rivelarsi cancerogeno. Al tal proposito nel 2022 erano già stati tolti dal mercato gli inchiostri gialli e rossi per cosmesi e tatuaggi in favore di sostituiti più sicuri.

Gli ultimi due inchiostri colorati rimasti fino ai primi giorni di quest’anno sono stati il Pigment Blue 15:3 e il Pigment Green 7. Per questi due coloranti infatti, non essendo facilmente replicabili, era stata concessa una deroga fino al 4 gennaio.

Under Fire: Blue and Green Tattoo Pigments • Tattoodo
Pigment Blue 15:3 www.tattoodo.com

È vietato il colore verde o blu nei tatuaggi?

Nonostante, le nuove norme possano trarre in inganno, la risposta è no. Non sono stati banditi i colori in sé, ma la loro composizione. Grazie alle ricerche svolte durante la deroga è stata trovata una formula con concentrazione minore di sostanze nocive, rendendo gli inchiostri verde e blu più biocompatibili. L’unico disagio riscontrabile è la posticipazione degli appuntamenti con i tatuatori che ancora attendono l’arrivo dei nuovi pigmenti.

Questo non vuol dire che i coloranti precedenti non fossero sicuri, anzi, anch’essi erano stati approvati dall’Unione Europea. Le nuove norme mirano soltanto ad una maggiore salvaguardia di questa pratica, in modo da poter far esprimere al meglio e in modo sicuro chi è amante di quest’arte.

Asia Arezzio

Bibliografia

www.products.pcc.eu

www.cna.it

www.mbamutua.org