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Bones and all: la horror love story di Luca Guadagnino

Film
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Bones and all
Bones and all è uno dei migliori film del 2022. Se si deve trovare un difetto sta sul fatto che purtroppo, non è un film per tutti. Voto UVM: 4/5

Bones And All è un film del 2022 diretto da Luca Guadagnino (regista di film come Chiamami Col Tuo Nome,  Melissa P. , la serie TV We Are Who We Are). È l’adattamento cinematografico del romanzo Fino All’Osso scritto da Camille DeAngelis. I protagonisti sono Timothée Chalamet (che ha già collaborato con il regista in Chiamami Col Tuo Nome ed è noto anche in film come Dune, Piccole Donne di Greta Gerwig, Lady Bird) e Taylor Russell (Escape Room). Il film ha ottenuto il Leone D’Oro come Miglior Regia alla 79° Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, avvenuta a Settembre 2022. La pellicola è  disponibile dal 27 marzo su Prime Video.

Bones and All: trama

Maren (Taylor Russell) e Lee (Timothée Chalamet) apparentemente sono due ragazzi normali, ma in realtà  sono ben diversi da ciò che sembrano. Sono due cannibali e non sono gli unici al mondo, ad esserlo. Ma la cosa che li accomuna non è solo la loro natura, ma anche il fatto che entrambi hanno avuto un passato turbolento. Lee è un ragazzo vagabondo che convive con la sua natura di cannibale, ma non vuole fare parola sul suo passato e ciò lo rende misterioso, mentre Maren è un’emarginata per via di ciò che è in realtà ed è per questo motivo che è stata abbandonata ed emarginata. I due si incontrano e decidono di viaggiare assieme, per cercare risposte sul passato di Maren e trovare la madre di lei. Durante il viaggio, condivideranno la loro natura, i loro racconti di vita ed un’appassionante storia d’amore.

Luca Guadagnino è un buon regista?

Luca Guadagnino non è un regista compreso da molti. Ha uno stile particolare nel girare i film e può vantarsi di un curriculum di tutto rispetto. Sostanzialmente, lui non vuole mirare al mero intrattenimento,  vuole spingersi oltre. Punta soprattutto nel far provare emozioni allo spettatore e ci riesce, perché nei suoi film trasmette la sua sensibilità d’animo; è sempre riuscito a circondarsi di buoni collaboratori, rendendo i suoi lavori delle vere e proprie opere d’arte e curando tutto in ogni minimo dettaglio (Musica, location, fotografia, set design, costumi, ecc.). Infatti, ogni volta riesce a coordinare tutto con cura, riuscendo a creare una combinazione ben strutturata.

Ebbene, con Bones And All ha fatto nuovamente centro, anche se non lo si considera il suo film migliore. La sua filmografia rispecchia spesso la tematica dell’amore in tutte le sue forme, anche quelle più “insolite” e non comprese da tutti. Ma è sbagliato considerare Bones And All solo una storia d’amore, perché sarebbe troppo riduttivo. Lo è, però è anche una storia che comprende un osmosi di generi, tra cui il drammatico ed anche un pizzico di horror. Ma Guadagnino ha messo un sacco di significati nascosti ed infatti, ci sono diverse metafore.

Bones and all
Una scena del film. Fonte: Metro-Goldwyn-Mayer, Vision distribution.

Bones And All è una storia di cannibalismo?

Oltre ai generi citati sopra, il film è anche un Road Movie che vede i due protagonisti fare un viaggio, mirato alla scoperta di sé stessi. O forse alla fuga da sé stessi? Ebbene, il viaggio che intraprendono è una metafora sulla fuga da sé stessi e dal proprio passato. Si cerca la verità o si cerca altro, per non fare i conti con essa? Questo è un dilemma esistenziale che riguarda sia Lee che Maren, per ragioni diverse.

Anche il cannibalismo che viene mostrato è in realtà una metafora. Sia dal punto di vista letterario che cinematografico, il cannibalismo è la metafora di una realtà molto frequente, anche oggi: ciò che è diverso e la paura di esso, perché non si riesce a comprenderlo e questo porta anche all’emarginazione di esso. C’è chi riesce ad accettarsi, come fa Lee, e chi invece vorrebbe non essere in quel modo, in questo caso Maren.

Bones and all
Una scena del film. Fonte: Metro-Goldwyn-Mayer, Vision distribution.

La storia d’amore di Lee e Maren è una storia completa a tutti gli effetti, visto che i due sono due poli opposti: uno accetta la sua natura, l’altra invece no. Ma nonostante ciò, si sono trovati e c’è una cosa che li unisce, oltre l’amore e la comune natura: il passato turbolento che hanno avuto entrambi. Forse è per questo che si accettano ed hanno bisogno l’uno dell’altra, per affrontarlo. Ed è una cosa emozionante vedere due anime tormentate che si completano e che si spogliano del tutto, mostrando la loro anima e i loro demoni interiori.

In tutto questo, quel tocco in più è stato aggiunto poi dalla fantastica performance di Timothée Chalamet e di Taylor Russell. Il giovane Chalamet ha già dimostrato di essere uno straordinario attore e con un futuro straordinario davanti; la Russell qui non è stata da meno ed è riuscita ad affiancare bene il protagonista maschile, creando una buona alchimia con esso.

Il finale (senza fare spoiler) è sconvolgente e lascia un sapore dolceamaro. Oltre ad avere un piccolo riferimento ad una tematica molto toccante come l’eutanasia, è anche una sorta di atto d’amore richiesto e in certo senso, anche trasmesso. Fa soprattutto capire il senso della traduzione letteraria del romanzo (di cui si consiglia la lettura) ed è un modo di rimanere “dentro” la persona amata, per sempre e al di là di tutto ciò che potrebbe succedere.

Giorgio Maria Aloi