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Crotone, strage di migranti. Decine i corpi recuperati e altrettanti i dispersi

Redazione Attualità
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Un barcone di migranti si è spezzato in due davanti alle coste calabresi di Steccato di Cutro, a pochi chilometri da Crotone. A darne l’allarme un pescatore che transitava nella zona, il quale ha notato l’imbarcazione distrutta e alcuni corpi galleggiare.

Il barcone sembrerebbe non aver retto contro la forza del mare. Il numero di vittime è di 63 persone, fra le quali molti bambini. Ma è una cifra solo provvisoria, probabilmente destinata a salire, perché non si ha certezza sul numero di persone a bordo. Un conteggio reso difficile, in quanto i sopravvissuti non parlano neanche inglese. Alcuni corpi sono stati recuperati in mare, altri sulla spiaggia. Invece sono circa 80 le persone tratte in salvo.

Attimi prima della tragedia. Emergency contro le “scelte politiche”

Il barcone era partito 4 giorni fa da Izmir, in Tuchia. Era stato individuato nella serata di sabato da un aereo di Frontex, durante un pattugliamento, a circa 40 miglia dalle coste calabresi. La segnalazione non si è fatta attendere. Una motovedetta e un pattugliatore, con a bordo i soccorritori, si sono affrettati in direzione dell’imbarcazione. Ma la condizione del mare ha impedito loro di raggiungerla e i due mezzi sono dovuti rientrare per non mettere in pericolo l’equipaggio. Erano quasi le cinque del mattino di domenica 26 febbraio, quando il pescatore notò alcuni corpi in acqua.
I medici che hanno soccorso le vittime, erano attoniti da tutti quei “cadaveri che galleggiavano”. Alcuni collaboratori di Emergency, hanno dichiarato che

Il dramma di Crotone è il frutto di precise scelte politiche che impediscono vie di accesso legali e sicure all’Europa. Con Life Support continueremo a fare la nostra parte, a soccorrere chi è in difficoltà e a salvare vite. Ma i fatti dimostrano che è necessario che l’Italia e l’Europa organizzino una missione di ricerca e soccorso. Mettano mano a una riforma del sistema di accesso, asilo e accoglienza e aprano vie legali di ingresso per chi cerca una possibilità di vita migliore.

 

Crotone
Alcune immagini dal luogo della strage. Fonte: ANSA

 

Anche il presiedente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, amareggiato dalla situazione si rivolge all’Europa, affermando

La Calabria è in lutto per questa immane tragedia. La giunta regionale esprime sincero cordoglio per le vittime di questo naufragio. I calabresi, un popolo che ha conosciuto il dramma dell’emigrazione, hanno accolto i migranti. Senza alzare polveroni e senza causare tensioni, ma la situazione sta davvero diventando ingestibile. Cosa ha fatto l’Unione Europea in tutti questi anni? Dov’è l’Europa che dovrebbe garantire sicurezza e legalità? Che fine hanno fatto le operazioni di dialogo con i paesi d’origine dei migranti? Tutte domande che, purtroppo, a oggi non hanno alcuna risposta. E chi sta nei territori, a stretto contatto con la realtà di tutti i giorni, è costretto a gestire le emergenze e a piangere i morti” .

Dichiarazioni forti da parte di chi vive questa realtà, dalle quale traspare un forte senso di abbandono da parte delle istituzioni. Un’ennesima richiesta di aiuto troverà ascolto?

La procura di Crotone apre un’inchiesta

La procura di Crotone, guidata da Giuseppe Capoccia, ha aperto un’inchiesta per omicidio, disastro colposo e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina a carico di ignoti.

Sono stati fermati tre presunti scafisti, gli investigatori stanno facendo alcune verifiche. In procura è stata interrogata una delle tre persone individuate come sospettati, si tratta di un cittadino turco. Al momento, però, non sono stati adottati provvedimenti nei loro confronti. Tra i relitti è stato trovato anche il documento di un soggetto, non ancora rintracciato. Potrebbe essere fuggito, disperso o essere una delle vittime.

Le ipotesi sull’incidente sono due. La prima è che il barcone si sia spezzato a riva mentre le persone stavano scendendo. La seconda invece è che l’imbarcazione si sia arenata su una secca, che dista un centinaio di metri dalla riva. Una volta ferma si sarebbe spezzata a causa della forza del mare.

Dichiarazioni da parte dell’Unione Europea

Sui social la presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, dichiara che

Gli stati membri devono farsi avanti e trovare una soluzione, ora! L’UE ha bisogno di regole comuni e aggiornate, che ci permettano di affrontare le sfide della migrazione. La tragedia avvenuta al largo delle coste di Crotone mi lascia rabbia e cuore spezzato. Esistono piani per aggiornare e riformare le norme europee in materia di asilo e migrazione. Gli stati membri non dovrebbero lasciarli lì.

Anche la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha espresso il suo dispiacere tramite un tweet. Parlando di necessari sforzi sul patto di migrazione e d’asilo e per il Piano d’azione sul Mediterraneo centrale.

Parole che esprimono vicinanza e intenzione comune, per intervenire modificando e aggiornando le norme in materia.
Proprio in tal senso si è espresso Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 stelle. Anche lui sui social scrive

Vite ingiustamente spezzate, il Mediterraneo che si macchia ancora di sangue. Ora serve mettere da parte gli slogan e far si che l’ Europa sia davvero presente, solidale e compatta nel gestire e controllare i flussi migratori. Lo dobbiamo a noi stessi, ai nostri valori, alla speranza che era negli occhi di chi oggi ha trovato la morte.

Un viaggio pieno di speranza alla ricerca di una vita migliore, trasformato in un’altra strage del Mediterraneo. Non la prima e nemmeno l’ultima, se non si interviene in modo adeguato lasciando fuori esigenze e prese di posizioni politiche.

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, addolorato per l’accaduto dichiara che

”È indispensabile che l’Unione Europea assuma finalmente in concreto la responsabilità di governare il fenomeno migratorio, per sottrarlo ai trafficanti di esseri umani. Impegnandosi direttamente nelle politiche migratorie, nel sostegno alla cooperazione per lo sviluppo dei paesi da cui i giovani sono costretti ad allontanarsi per mancanza di prospettive”.

Marta Zanghì