San Sebastiano: il coraggioso Patrono di Barcellona P.G.

Alessandra Cutrupia
ALESSANDRA CUTRUPIA
Cultura Locale
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Il 20 gennaio di ogni anno, le strade aride e spoglie di Barcellona Pozzo di Gotto si riempiono di bancarelle offrenti giocattoli e dolciumi. È il giorno della festa del patrono della città, San Sebastiano Martire protettore da tutte le malattie contagiose. L’origine della festa si fa risalire al’500, quando nella contrada di Bassalona, venne eretta una Chiesa in suo onore per invocare la protezione dalla peste.

Tradizioni centenarie

Continuando la traversata di bancarelle si percepisce un odore di miele e zucchero proveniente da un dolce tipico barcellonese: la giaurrina o ciaurrina.

La giaurrina o ciaurrina. © Martina Buccheri.

Si tratta di una miscela di miele, olio d’oliva e zucchero che  viene fatta addensare sul fuoco e successivamente viene stesa su una lastra di marmo a riposare. Una volta ottenuto un composto morbido ed elastico, esso viene stirato, attorcigliato e abbattuto su un asse di ferro che rappresenta il chiodo di San Sebastiano.

Una vera goduria per il gusto e per l’olfatto.

La lavorazione della giaurrina o ciaurrina. © Martina Buccheri.

 

San Sebastiano: martire per amore di Cristo

I volti sorridenti dei bambini e di tutti colore che partecipano alla manifestazione non hanno nulla a che vedere con la triste storia del martire. Militare sotto il dominio di Diocleziano, San Sebastiano nascondeva la sua fede all’imperatore che perseguitava ogni credente. Accolse sotto la sua protezione innumerevoli fedeli continuando a diffondere la parola cristiana fino a quando Diocleziano non scoprì la verità condannandolo ad una morte atroce. Il Santo martire venne denudato e trafitto da frecce con l’unica colpa di credere in Dio.

Da allora divenne protettore dei martiri, dei militari e dei sofferenti.

Bancarelle di dolciumi. © Martina Buccheri.

La Passio racconta dei figli di un certo Tranquillino, Marco e Marcellino che furono arrestati e convinti da Sebastiano a perseverare nella fede e a non temere la morte. Mentre conversava con loro il viso del tribuno fu irradiato da una luce miracolosa che sconvolse i presenti tra cui Zoe, moglie del Capo della Cancelleria imperiale ormai muta da sei anni. La donna si prostrò a terra invocando la grazia divina per il ritorno della sua voce.

Inoltre il nome Sebastiano deriva dal greco e significa “colui degno d’onore, venerabile, imperiale”; per queste sue doti di fedeltà, lealtà e intelligenza era molto stimato dagli imperatori e grazie ai suoi incarichi assicurava una degna sepoltura ai cristiani.

La processione di San Sebastiano, come da tradizione, viene effettuata per la via Roma e nei dintorni della Basilica a lui dedicata. Durante l’omelia della messa vengono citate le sue gesta in nome della fede e viene messo in evidenza il suo coraggio.

San Sebastiano è un esempio di forza e perseveranza che va oltre i confini delle città che protegge.

Alessandra Cutrupia