Mulieres Salernitanae: le prime medichesse d’Italia

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Intorno al IX secolo, dall’unione della tradizione greco-latina con quella araba ed ebraica, nasce in Italia la prima istituzione medica d’Europa: la Scuola medica salernitana. Considerata come l’antesignana delle moderne Università di medicina, la Scuola di Salerno introdusse fondamentali innovazioni nella pratica dell’arte medica. Essa si basava infatti su un approccio empirico e rivolgeva particolare attenzione alla cultura della prevenzione. Una delle più grandi novità di questa Scuola fu sicuramente la sua apertura nei confronti delle donne. Per la prima volta queste venivano ammesse non solo agli studi, ma anche alla pratica medica. Questo gruppo di dotte “medichesse” passò alla storia col nome di Mulieres Salernitanae.

Indice dei contenuti

  1. Chi erano le Mulieres
  2. La leggendaria Trotula
  3. I trattati sulla ginecologia e sulla cosmesi
  4. Conclusione

Chi erano le Mulieres

Nella storia della medicina la figura della donna non fu mai di secondaria importanza. Basti pensare al ruolo delle levatrici già in epoca greca. Esse infatti erano tenute ad accompagnare la gestante durante il travaglio, ma anche a conoscere le “medicine” con cui intervenire nei casi di patologia femminile. Ciò nonostante, le donne rimasero per lungo tempo per lo più escluse dall’ambito accademico. Soltanto con le Mulieres Salernitanae si raggiungerà un riconoscimento ufficiale del ruolo femminile anche all’interno di una importante istituzione medico-sanitaria come fu la Scuola salernitana.
Le Mulieres erano solitamente donne di buona famiglia, le quali potevano permettersi quindi studi ”universitari”. Fra di esse figurano i nomi di Abella Salernitana (autrice dei trattati Sulla natura del seme umano e Sulla bile nera), Mercuriade, Costanza Calenda, Rebecca Guarna (autrice delle opere Sulle febbri, Sulle orine e Sull’embrione) e Francesca Romana (molto stimata come chirurgo).

 

Raffigurazione della Scuola medica salernitana. Fonte: salernonews24.com

La leggendaria Trotula

Fra tutte spicca maggiormente il leggendario nome di Trotula, nata a Salerno dall’antica e nobile famiglia de Ruggero. Rodolfo Malacorona, nobile normanno che aveva compiuto studi di medicina in Francia, giunse in visita a Salerno nel 1059. Riferendosi a Trotula, egli disse che “non trovò alcuno che fosse in grado di tenergli testa nella scienza medica tranne una nobildonna assai colta”. Chiamata anche sanatrix Salernitana, Trotula fu considerata nel Medioevo una delle maggiori autorità nell’ambito dei disturbi e delle malattie femminili, nonché della cosmesi. Le sue due opere principali furono infatti il De mulierum passionibus ante, in et post partum (‘Le malattie delle donne prima, durante e dopo il parto’) e il De ornatu mulierum (‘Sulla cosmetica delle donne’).

Ritratto di Trotula. Fonte: elle.com

I trattati sulla ginecologia e sulla cosmesi

Il primo di questi trattati fu di fondamentale importanza per l’affermazione dell’ostetricia, della ginecologia e della puericultura come scienze mediche. Fu inoltre una delle prime opere medievali a trattare questi argomenti direttamente da una prospettiva femminile. Trotula era dotata di approfondite conoscenze sulla fisiologia femminile, sicuramente maggiori di quelle dei suoi colleghi maschi. Spesso questi ultimi non si occupavano delle donne giacché la loro diversa anatomia e fisiologia rendeva complessa la diagnosi ai meno esperti. Inoltre, generalmente la donna del medioevo in virtù del pudore, non era sempre ben disposta a farsi visitare da un uomo. Si evince così l’importanza che l’ingresso delle donne ha avuto nell’evoluzione della pratica medica. In questo passo del trattato, la medichessa fornisce la propria interpretazione della mestruazione:

Dunque, poiché le donne non hanno calore sufficiente a prosciugare l’eccedenza di umori cattivi che si formano quotidianamente in loro […], allora la natura stessa, in mancanza del calore, ha assegnato loro una forma speciale di purificazione, cioè le mestruazioni, che la gente comune chiama “i fiori”. Infatti come gli alberi senza fiori non producono frutti, così le donne senza i propri fiori sono private della facoltà di concepire.

Il secondo trattato fornisce invece consigli di cosmesi, insegnando alle donne a preservare, migliorare ed accrescere la propria bellezza, nonché come curare le malattie della pelle. Trotula intuì come la cura dell’estetica non fosse soltanto un vezzo, ma anche un modo per garantire il proprio benessere psicologico, e per questo trattò per la prima volta la cosmesi come una scienza. I consigli di bellezza riguardano i primi “rossetti”, ma sono presenti anche ricette di tinture per capelli, riferimenti all’importanza dei massaggi e tecniche per la depilazione; la maggior parte di questi consigli provengono dall’esperienza del mondo arabo. Di seguito un passo dal De ornatu mulierum:

Se poi una donna vorrà truccarsi le labbra, le strofini con corteccia di radici di noce, coprendosi i denti e le gengive con del cotone; poi lo intinga in un colore artificiale e con esso si unga le labbra e l’interno delle gengive.

Frontespizio dell’De ornatu mulierum. Fonte:namarteformazione.blogspot.com

Conclusioni

Pur essendo ammesse alla pratica dell’arte medica e alla stesura di trattati scientifici, le Mulieres Salernitanae non furono però mai ammesse realmente all’insegnamento presso la Scuola Salernitana in qualità di magistrae. Esse, tuttavia, godevano di una tale stima popolare da essere considerate, di fatto, allo stesso livello dei colleghi maschili. Le Mulieres rappresentano un momento cardine per la storia della medicina occidentale. Hanno spianato la via, nei secoli a seguire, a tante altre “scienziate” di talento come la catanese Virdimura nel XIV secolo, fino ad arrivare a veri e propri capisaldi della scienza medica moderna come il premio Nobel Rita Levi-Montalcini.

 

Bibliografia: