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UniMe onora il 25 Novembre

Vita Universitaria
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Nella giornata di ieri 25 novembre, l’Università degli Studi di Messina ha organizzato degli eventi per onorare la ricorrenza. Infatti, nell’Aula Magna del rettorato, in collaborazione con la Prefettura di Messina, Felice Cavallaro ha presentato il suo nuovo libro “Francesca- Storia di un amore in tempo di guerra”. Hanno preso parte al sentito dibattito il Rettore, professore  Salvatore Cuzzocrea e il Prefetto, S. E. Cosima Di Stani, il magistrato dott.ssa Maria Teresa Arena e, ovviamente l’autore del libro. Le letture di alcuni passi sono state affidate alle studentesse Adriana Malignaggi e Gaia Vizzini

25 Novembre/ La figura di Francesca Morvillo

“Francesca- Storia di un amore in tempo di guerra” è incentrato sulla figura di Francesca Morvillo, donna, magistrato e moglie di Giovanni Falcone.

Il giudice Morvillo aveva mille sfaccettature: era coraggiosa, forte, decisa ed innamorata del marito. Una donna che, sin dal primo momento, probabilmente era già consapevole del proprio destino.

La fine degli anni ottanta e gli inizi degli anni novanta, per lo Stato italiano, sono stati molto difficili. Infatti, la vita di Francesca si intreccia nella stagione più difficile del conflitto tra lo Stato e Cosa Nostra. Felice Cavallaro rievoca con pathos la forza, la determinazione, il coraggio di quegli anni, ma anche, le difficoltà, le debolezze e le fragilità umane.

Il romanzo, attraverso flashback, narra la vita di questa Donna. La tenera infanzia, l’adolescenza fino al primo incontro dei futuri coniugi Falcone durante gli anni più belli. Consapevole del ruolo del marito, non fece mai un passo indietro. Anzi! Rimase sempre al suo fianco. Fino a quel terribile 23 Maggio 1992. Dopo l’attentato, in un ultimo momento di lucidità prima di esalare l’ultimo respiro, le ultime parole di Francesca furono proprio queste: “Dov’è Giovanni?

Le parole di Felice Cavallaro

Fonte: UniMe.it, da sinistra l’autore del libro Felice Cavallaro, il Prefetto di Messina Cosima Di Stani, il Rettore prof. Salvatore Cuzzocrea e la Dott.ssa Maria Teresa Arena

 “Francesca Morvillo, prima di essere la moglie di Giovanni Falcone, è un magistrato che ha lasciato molto nella nostra società, difendendo tutti noi. E’ necessario ricordarla in questa giornata contro la violenza sulle donne. Le mie origini come scrittore affondano le loro radici tra Racalmuto, Porto Empedocle, Favara…quest’ultima era la città di Lorena Quaranta, donna vittima di femminicidio durante il lockdown a Forci Siculo. Lorena, iscritta all’Università di Messina, è diventata Dottoressa in Medicina e Chirurgia nonostante l’unica sedia vuota, fosse la sua. Per questo è importante associare il ruolo che ha avuto Francesca a tutto quello che è lotta contro la violenza nella speranza di un riscatto. La loro esperienza, compresi i veleni che hanno avvolto la vita di Falcone negli ultimi anni, non solo di Cosa Nostra ma anche giudiziari, devono servirci da monito per evitare di commettere errori già commessi.”

25 Novembre/ Le iniziative UniMe

Successivamente l’evento è proseguito alle 19 nell’atrio del Palazzo del Rettorato dove è stata inaugurata la mostra fotografica “Violata”, da un’idea dell’autore Gilberto Dominick con l’aiuto regia Giovanna Manetto.  I lavori  resteranno esposti fino a lunedì 28La mostra è un tentativo di sensibilizzazione contro il femminicidio, termine entrato con prepotenza nella  nostra routine, tra le più crude notizie di cronaca sempre frequenti. L’allestimento si compone di 14 “scatti d’autore” ed ha come filo conduttore le diverse forme di violenza. Nelle foto di Gilberto Dominick lo scatto si ferma un attimo prima del gesto, proprio per lanciare un messaggio di speranza.

Il Prefetto, S. E. Cosima Di Stani analizzando gli scatti che  narrano l’escalation simbolica partendo da uno schiaffo fino all’omicidio, espone il proprio pensiero:

Il tema è attualissimo e delicato, per me la parola chiave per superarlo è rispetto. Siamo tutti chiamati a lavorare per incrementare la cultura di quest’ultimo.”

Sempre sulla stessa scia di pensiero, le parole della dott.ssa Maria Teresa Arena, magistrato, ci servono da monito:

E’ necessario effettuare una campagna di sensibilizzazione seria e reale tra uomini e donne fin da piccoli, cominciando con la scuola. Sono necessari dei percorsi educativi, in cui si insegna alle donne, fin da quando sono bambine, a perseguire l’indipendenza personale ed a non aspirare a diventare “la moglie di”. Il maltrattamento non è solo aggressione fisica, è un percorso in cui vieni condotta ad estreme conseguenze,  con donne che non riescono a liberarsi da questa morsa. Una morsa fatta di violenze, umiliazioni e vessazioni. E’ necessario il rispetto tra bambini e bambine, fra ragazzi e ragazze, tra uomini e donne. Tra esseri umani.”

Giorgia Fichera