Greta Thunberg sul nucleare: “Se già attive, meglio le centrali nucleari che il carbone”

Redazione Attualità
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La giovane attivista svedese Greta Thunberg, colei che ha dato vita al movimento “Friday for Future”, ritorna al centro del dibattito sul clima e da la sua opinione sulle centrali nucleari ancora attive in Germania, esprimendo il suo punto di vista su uno degli argomenti più dibattuti negli ultimi anni. Con la crisi energetica attualmente in atto a causa della guerra in Ucraina in molti si chiedono se l’energia nucleare possa, nel breve periodo, sopperire alle necessità delle popolazioni europee.

La giovane attivista, in una discussione che verte sul suo operato per la salvaguardia degli ecosistemi, parla del futuro della sua battaglia, che ha ispirato le nuove generazioni nel protestare per i cambiamenti climatici incombenti e sempre più vicini, dando il via al movimento climatico più grande degli ultimi anni. Spiega che, in procinto di terminare il suo percorso scolastico, proseguirà i suoi studi anche in ambito universitario, specificatamente in scienze sociali e, soprattutto, continuerà nel suo impegno di attivismo in giro per le nazioni.

L’intervista tra Sandra Maischberger e Greta Thumberg, fonte: Trend Detail News

Il nucleare come alternativa green al carbone

Greta Thunberg ritorna in televisione, stavolta in un’intervista andata in onda su Ard, la prima rete televisiva tedesca, e trasmessa dal canale Das Erste. La giornalista Sandra Maischberger pone l’attenzione sul piano per lo smantellamento delle centrali nucleari sul suolo tedesco attuato dall’attuale governo di maggioranza ma già in programma da diversi anni.  

“Personalmente credo che sia una cattiva idea scommettere sul carbone quando esiste ancora il nucleare. Se sono già attive, credo che sarebbe un errore chiuderle e passare al carbone”.

 Greta Thunberg, quindi, sembra favorevole al nucleare, solo se è l’unica alternativa al carbone. Questo perché il carbone è il combustibile che causa le maggiori emissioni di anidride carbonica, mentre il nucleare è ancora oggi considerato dalla Commissione Europea come una fonte di energia pulita.

 

 Le reazioni in Germania e in Italia

 Riprendendo le dichiarazioni nell’intervista, il ministro delle Finanze tedesche Christian Lindner, del Partito liberaldemocratico, si è detto favorevole all’incoraggiamento della Thunberg sul nucleare, sostenendo con un post su Twitter che:

 “In questa guerra energetica tutto ciò che genera elettricità deve essere operativo. Le ragioni parlano da sole, a livello economico e pratico”

 

Al contrario, invece, il partito dei Verdi ha criticato i commenti dell’attivista, sostenendo che le centrali nucleari non avrebbero più alcuna utilità e sarebbero alimentate dall’uranio russo.  In Italia, Matteo Salvini, segretario della Lega, si complimenta con la giovane attivista tramite un post su Facebook:

“Si al Nucleare, se lo sostiene perfino Greta…”

 Da anni infatti il partito dell’ex ministro dell’Interno è l’unico a esprimersi apertamente a favore della riapertura delle centrali nucleari in Italia, tanto da inserirlo nel programma della coalizione di centrodestra presentato alle recenti elezioni.  

Il dibattito tedesco, tra la paura del nucleare e il bisogno di alternative

La dichiarazione di Greta Thunberg ha subito infiammato il dibattito pubblico tedesco, già pesantemente polarizzato fra favorevoli e contrari alla già controversa decisione del governo tedesco di tenere attive solo due delle tre centrali nucleari presenti in Germania: il Neckarwestheim 2 (nel Baden-Wurttemberg), l’Isar 2 (in Baviera) e l’Emsland (In Bassa Sassonia). Decisione percepita come a sfavore del fabbisogno energetico tedesco e dell’aumento della dipendenza verso il gas russo.

 Nel 2011 le centrali nucleari in Germania erano ben 17, ma a causa del disastro di Fukushima, l’allora cancelliera tedesca Angela Merkel avviò un graduale abbandono delle centrali attive entro il 31 dicembre del 2022. Ma in vista della crisi energetica che l’Europa sta affrontando a causa della guerra in Ucraina e il conseguente taglio del gas russo di cui la Germania non può fare a meno, se n’è prorogata la chiusura verso la metà di aprile del 2023.

Il vicecancelliere e ministro dell’Economia Robert Habeck, del partito dei Verdi e storico oppositore del nucleare, ha garantito che le posizioni sul nucleare non cambieranno ma in una situazione di emergenza come quella che l’Europa sta passando, tenere aperti i reattori potrebbe essere decisivo per l’approvvigionamento di energia elettrica della Germania.

Non sono le uniche dichiarazioni in favore dell’energia nucleare nel paese: in questi ultimi mesi infatti la possibilità di estenderne l’utilizzo era nell’agenda politica della coalizione di governo, composto dai Verdi, dal partito Liberaldemocratico (FDP) e dal partito Socialdemocratico.

 

Victoria Calvo