Trapianto a temperatura controllata: un cuore nel guscio

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Giorno 3 luglio, grazie ad un trapianto a temperatura controllata, un piccolo cuore di 60 grammi ha salvato la vita di un bambino ricoverato da mesi all’ospedale Bambino Gesù di Roma. L’organo, tenuto ad una temperatura costante di 5 gradi grazie ad una innovativa tecnologia, è stato controllato tramite un’app che ha permesso al team medico di seguire il trasporto e monitorare a distanza la temperatura del cuore.

Il Ricevente

Il bambino che ha ricevuto l’organo era affetto da miocardiopatia restrittiva. Si tratta di una condizione in cui la rigidità delle pareti ventricolari risulta aumentata. Il cuore, non riuscendo a riempirsi adeguatamente, diminuisce così la quantità di sangue pompato. Per questo, prima del trapianto, è stato necessario supportarlo con un dispositivo di assistenza meccanica (cuore artificiale). Le sue condizioni attuali del piccolo sono buone ed è stato già dimesso dall’Ospedale.

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Fonte: www.ilriformista.it

  L’intervento di trapianto

L’intervento ha seguito una pratica di disponibilità d’organo: l’equip è partita immediatamente per l’ospedale del donatore per effettuare il prelievo. Il tutto in tempi rapidissimi. Durante la procedura, l’organo prelevato è stato inserito in sacchetti sterili contenenti una soluzione fredda e posto in un contenitore refrigerato. Questo metodo, chiamato ischemia fredda (l’ischemia è l’intervallo durante il quale l’organo rimane al di fuori dell’organismo), permette di proteggere il cuore umano dal danno ischemico fra il prelievo e il trapianto per tre o quattro ore.

Fonte: www.alleatiperlasalute.it

La necessità di un evoluzione della medicina

Questo esempio recente mostra come la scarsità di organi a disposizione e la necessità di trasporti su lunghe distanze, ha spinto la ricerca a investire su sistemi che possano garantire al meglio la conservazione dell’organo da trapiantare, riducendo al minimo i rischi di deterioramento. Nell’ambito del trapianto pediatrico di cuore, dove la disponibilità di organi è ancora più ridotta, è stato perfezionato il modello di trasporto cardiaco a temperatura controllata SherpaPak CTS.

Il funzionamento del sistema a temperatura controllata

Al centro del sistema c’è un guscio rigido nel quale l’organo è immerso e sospeso in una soluzione di conservazione a freddo per il trasporto. La presenza di ghiaccio secco all’esterno del contenitore assicura una temperatura costante intorno ai 5 gradi centigradi, evitando un eccessivo raffreddamento del cuore che potrebbe portare a danni cellulari. Un registratore di dati monitora e visualizza la temperatura della soluzione in cui è immerso il cuore durante il trasporto tra le sale operatorie e consente al team medico coinvolto nel trapianto di controllarla lungo tutto il percorso. Esistono dispositivi simili anche per il trasporto di altri organi come polmone e fegato.

Fonte: www.fondazionebambinogesu.it

Il vantaggio dell’innovazione

Il vantaggio più rilevante – afferma Antonio Amodeo, responsabile di Scompenso, Trapianto e Assistenza meccanica cardio-respiratoria al Bambino Gesù – è che all’interno di questo sistema non si arriva mai a temperature al di sotto dei 2 gradi, come può avvenire nel trasporto tradizionale. Il sistema previene il rischio di congelamento di parti della superficie del cuore mantenendo costante la temperatura dell’intero organo evitando danni cellulari sotto i due gradi.
Il sistema è già in uso in alcuni ospedali europei mentre in Italia è stato utilizzato in qualche occasione unicamente per il trasporto di organi adulti.
Quello del Bambino Gesù è stato il primo trasporto a temperatura controllata in Italia di un cuore destinato al trapianto per un bambino.

L’attività e la vita post-trapianto

Il bambino trapiantato può e deve condurre una vita il più  normale possibile. Un’attenzione particolare va posta alla possibilità di contrarre malattie infettive dell’età pediatrica. Importanza decisiva, infatti, rivestono le vaccinazioni somministrate prima e dopo il trapianto che consentono di prevenire una buona quota di malattie.

Fonte: madreshoy.com

Conclusioni

Ancora una volta le tecnologie più avanzate e la ricerca scientifica  hanno permesso di dare risposte alle famiglie con un figlio malato, evitando come le liste d’attesa. Naturalmente la responsabilità medica è estesa allo stesso modo alle famiglie dei donatori la cui grande generosità è un dono prezioso da non mettere mai a rischio.

La donazione di organi la più alta forma di coscienza civica

Sergio Filippelli

 

Alice Pantano

Bibliografia