Coltivare sulla Luna? Da oggi si può!

Scienza & Salute
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Tra non molto vedremo germogliare una piantina sulla Luna!
Ne da annuncio un team di scienziati della NASA ed un gruppo di consulenti operanti presso l’Ames Research.

INDICE DEI CONTENUTI

  1. Generalità
  2. Coltivazioni idroponiche
  3. La struttura lunare
  4. Arabetta comune
  5. L’esperimento
  6. Livelli di stress
  7. Presenza di acqua
  8. Conclusione

Generalità

Un nuovo studio ha cercato di individuare le potenzialità del terreno della Luna per generare una forma di “agricoltura” proiettata nel “futuro”.
I vantaggi di far crescere delle piante sul suolo lunare sono particolarmente rilevanti. Infatti, oltre a produrre cibo, esse fornirebbero ossigeno,  permetterebbero il riciclo di acqua e di ripulire l’aria dentro gli edifici dall’anidride carbonica.

Coltivazioni idroponiche

L’unica possibilità di far crescere della vegetazione extraterrestre fino ad oggi, è stata quella in coltivazioni idroponiche.
In queste condizioni la terra è sostituita da un substrato inerte, come argilla espansa, fibra di cocco, lana, roccia o zeolite.
Giorgio Gianquinto, professore di scienze agrarie dell’Università di Bologna, spiega: Queste coltivazioni comprendono una vasta gamma di sistemi, in cui il rifornimento di acqua ed elementi nutritivi, indispensabili per la crescita e sviluppo delle piante, avviene attraverso la somministrazione di una soluzione nutritiva (acqua + nutrienti disciolti in essa).  In Olanda la gran parte della coltivazione in serra è attuata con sistemi fuori suolo High Tech.”
Tre ricercatori dell’Università di Florida sono riusciti a spiegare che anche la superficie lunare sembra predisposta ad accogliere la crescita di alcune piante.

static.gamberorosso.it

La struttura lunare

La Superficie lunare è composta da svariati elementi quali: potassio, magnesio, silicio, ossigeno, ferro, calcio, titanio, idrogeno, alluminio, uranio e torio.
Andando dall’esterno verso l’interno, la Luna presenta una crosta, un mantello (in parte allo stato fuso) e un nucleo, suddivisibile in interno ed esterno. Il nucleo interno della Luna è composto da ferro solido, mentre quello esterno da ferro allo stato liquido. Subito dopo il nucleo, troviamo quella parte del mantello allo stato parzialmente fuso, composto, teoricamente, da una lega di ferro metallico, nichel e zolfo.

www.meteoweb.eu

Arabetta Comune

Per il loro esperimento i ricercatori hanno raccolto da diversi punti della Luna 12 grammi di regolite, cioè  l’insieme di sedimenti, polvere e frammenti di materiale che compongono lo strato più esterno della superficie dei pianeti rocciosi.
In esso sono stati piantati alcuni semi di arabetta comune,  una piccola pianta annuale o biennale della famiglia delle brassicaceae (della senape), la stessa di broccoli e cavolfiori.
Inoltre, per la sua facilità di crescita, è una delle specie più studiate al mondo.

www.rsi.ch

 

L’esperimento

Robert Ferl, ricercatore dell’Università della Florida,  insieme al suo team, ha provato a coltivarla.
Per farlo sono stati utilizzati 12 campioni di suolo raccolti durante le missioni lunari Apollo 11, 12 e 17.  La stessa pianta è stata coltivata in un terreno contenente cenere vulcanica terreste, simile a quello lunare per dimensioni delle particelle e composizione.
In questo modo, hanno scoperto che le piante crescevano in entrambi i sostrati. Le piante cresciute nel suolo lunare, tuttavia, hanno presentato chiari segni di stress. Necessitano difatti più tempo per sviluppare radici e foglie espanse, cosa che non si verifica in quelle cresciute nella cenere vulcanica.

Livelli di stress 

I livelli di stress osservati sono dovuti ai danni provocati dai raggi cosmici, dal vento solare o dalla presenza di piccole particelle di ferro.
Dopo 20 giorni gli scienziati hanno raccolto la pianta e ne hanno studiato il DNA. Hanno così osservato che avevano risposto nel modo in cui i vegetali reagiscono a un terreno con troppo sale o metalli pesanti.

Presenza di acqua

L’acqua riveste un ruolo fondamentale per la colonizzazione del territorio lunare e la sua presenza permetterebbe di ovviare al trasporto della stessa dalla terra.
La piccola quantità di acqua presente è stata fornita dalle comete che nel corso dei secoli hanno impattato col suolo lunare. Tuttavia, viene scomposta (in idrogeno ed ossigeno) dalla luce solare e dispersa nello spazio. Esistono delle ipotesi a sostegno della presenza di acqua sulla Luna nelle zone perennemente in ombra oppure all’interno della crosta lunare.
Probabilmente alcuni dei suoi crateri polari non ricevono mai luce solare a causa delle loro elevate profondità e, di conseguenza, si ipotizza che all’interno di questi possa essere presente acqua sotto forma di ghiaccio.

www.gelestatic.it

 

Conclusione 
Questa ricerca è cruciale per gli obiettivi di esplorazione umana a lungo termine della Nasa“, ha affermato il capo dell’agenzia spaziale Usa Bill Nelson in una dichiarazione. “Avremo bisogno di utilizzare le risorse sulla Luna e su Marte  per sviluppare fonti di cibo per i futuri astronauti che vivranno nello spazio profondo“.

Nel frattempo, nell’attesa di vedere germogliare la prima storica piantina sulla Luna, non ci resta che ammirare quelle che cresceranno nelle mini-serre  (identiche a quelle lunari) che la NASA ha affidato alle cure degli studenti di numerose scuole Americane .

Elena Fortuna

Per approfondire:

Immagine in copertina: https://rwandantimes.com/wp-content/uploads/2022/05/plants-in-soil-from-the-moon3-696×365.jpg