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Clementino ritorna indossando la più famosa maschera napoletana

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Clementino ritorna in grande stile, ma con il costume di un “pulcinella nero”– Voto UVM: 5/5

 

Napoli è quella terra dove le maschere popolano il territorio: basta girare ogni angolo per vedere  “volti” creati secoli fa. Troviamo Zeza, Don Nicola, Tartaglia e tanti altri che hanno fatto conoscere la terra “bianca e azzurra”, da tutti noi ammirata nei film di Sorrentino, nella bravura di attori come Totò, Massimo Troisi e Tony Servillo, nel mito di Maradona, che hanno reso Napoli una delle mete più belle e amate al mondo.

Proprio pochi giorni fa è ritornato sulle scene Clementino, ma con un altro volto: quello di Pulcinella, la maschera più amata nella storia del teatro. Dopo averci lasciato tre anni fa con Tarantelle, il 29 aprile il rapper ha pubblicato un nuovo album: Black Pulcinella.

Black Pulcinella( 2022)

“Contro i cantanti ca nun sann chell c’hann scritt
Copia incolla da motivazione.it
Indosserò una maschera non sai cosa c’è dietro” (Black Pulcinella)

La iena ritorna vestita di nero (qualcuno dice che sia il lato oscuro del rapper di Avellino, ma non è così). Ascoltando le nuove canzoni, possiamo ancora sentire e “osservare” la simpatia di Clementino, quella che ci ha fatto innamorare e apprezzare ancor di più la sua arte. La tracklist è composta da quindici brani, in cui Clementino non è solo: ad accompagnarlo ci sono tanti artisti come Rocco Hunt, Geolier, Nerone, che già in passato avevano lavorato con lui.

Il dialetto napoletano si mischia con il rap, le basi musicali sono accattivanti, le sinfonie ci trascinano e ci catapultano nel magico mondo dell’incoerenza. Il rapper, da perfetto sagittario, punta la sua freccia e la scaglia verso il finto perbenismo, che ormai la nostra società è costretta a subire ogni giorno. Ma in fondo – lo sappiamo – il nostro Cleme non ha peli sulla lingua.

E’ lui stesso a spiegarci che il suo nuovo lavoro si rifà al proprio modo di vivere la musica: già in passato si definiva un “black pulcinella”, per via della musica afroamericana che ha influenzato lo stile del cantante, facendolo divenire un “Pulcinella travestito di nero”.

 “In passato quando mi chiedevano «ma tu che genere fai?», spesso rispondevo «il Black Pulcinella» “

La musica – come la poesia, la scrittura e gli stessi simboli – esiste per esprimere a volte ciò che non si può dire nel linguaggio parlato. Anche Pulcinella è un simbolo: rappresenta Napoli, è il personaggio che si dice sia nato dentro il Vesuvio, altro elemento iconico della città.  Pulcinella è un mito, al pubblico regala solo sorrisi, ma la sua maschera nasconde quella malinconia di chi ha passato tanti guai durante la sua vita – così ha dichiarato anche il nostro artista.

Maschera di Pulcinella. © Alessia Orsa

Per questo l’album  è “the dark side of Ienawhite”, il lato “nero” di Clementino,  che ci mostra come tutti i mali sociali possano condizionare l’essere umano. Ci fa percepire anche il suo lato più fragile, ci fa entrare dentro la sua anima, mostrandone le insicurezze e le paure. Quindi Clementino ha un lato “dark”, da non confondersi col buio, col male che caratterizza i personaggi solitari alla Joker. Qui il pulcinella nero non è solo, ma accompagnato da altri rapper in feat. che rendono l’album “puro” e la purezza non ha niente a che vedere con l’oscurità.

“Iamm sott acqua Bombap tu nun respir compà
Ngop a nu palc bombard e po’ m circ pietà
Miettm nterr e contant” ( The dark side of Iena White)

Il rapper Clemente Maccaro, in arte “Clementino”. Fonte: flickr.com

 

L’ultimo capolavoro di Clementino non delude i suoi vecchi fan: il rapper non si è lasciato trascinare dallo stile commerciale che rende tutto finto e iper-velocizzato e che ormai siamo costretti a sorbire ogni giorno. Il Pulcinella Nero rimane fedele a sé stesso, regalandoci un’opera emozionale.

Alessia Orsa