Meta Vs TikTok: Targeted Victory avrebbe cercato di condurre una campagna diffamatoria ai danni del social sempre più usato

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Il Washington Post porta alla luce la campagna diffamatoria di Meta contro TikTok condotta dalla società Targeted Victory. Il CEO conferma di essere stato ingaggiato per lo scopo.

Facebook contro TikTok -Fonte:tecnoandroid.it

L’inchiesta, riportata nell’uscita del 31 marzo 2022 del Washington Post, riporta uno scambio di mail. In queste, si dimostra come Meta, proprietaria di Instagram e Facebook, abbia chiesto alla società di consulenza Targeted Victory di mettere su una campagna che influenzasse negativamente, nel target media locali e regionali degli Usa, l’opinione sulla piattaforma TikTok di proprietà della cinese ByteDance.

Cosa è successo

I dirigenti di Meta da tempo manifestano forte preoccupazione per l’escalation di interesse di TikTok tra i più giovani. Il motivo che avrebbe portato azienda di proprietà di Mark Zuckerberg alla decisione di attuare una campagna discriminatoria sarebbe da ricercare sulla preferenza manifestata dal pubblico di Internet.

Mark Zuckerberg -Fonte:titulares.ar

Risulta infatti che una grande fetta di questo preferisce navigare sulla piattaforma orientale, registrando un utilizzo di essa che supera di due o tre volte quello di Instagram. Lo stesso Zuckerberg aveva riconosciuto:

“Le persone hanno molte scelte su come vogliono trascorrere il loro tempo e app come TikTok stanno crescendo rapidamente.”

Ciò testimonia, appunto, nel trimestrale, il primo calo del numero di utenti nella storia di Facebook e che ha generato di riflesso il tonfo delle azioni di Meta.

TikTok -Fonte:citynow.it

Il boom di TikTok

La piattaforma di proprietà della cinese ByteDance ha visto una crescita esponenziale. Nonostante non siano mancati i legami con la cronaca e le indagini, i dati registrati da Sensemakers-Comscore, una società leader specializzata nella misurazione cross-platform a livello globale di audience, brand e comportamenti di consumo, ha visto risultati sbalorditivi. Le rivelazioni effettuate fra il novembre 2019 e il novembre 2021 pongono, nella fascia d’età 18-24, un livello di diffusione dell’app dal 43% al 70%. Nello stesso periodo è sceso dal 92% al 71% quello di Facebook.

Khaby Lame -Fonte:newsroom.tiktok.com

La campagna diffamatoria

La tattica usata, in realtà, non ha nulla di nuovo e straordinario come sottolinea WaPo, le pressioni sulla stampa per vessare i legislatori fanno ormai parte di strategie comuni nel mondo della politica. Tale competizione per la rilevanza culturale si fa viva in un momento in cui Facebook fatica a riconquistare i giovani utenti, divenendo così un mezzo che sta più comunemente prendendo piede all’interno dell’industria tecnologica.

Targeted Victory -Fonte:targetedvictory.com

L’affidamento all’agenzia Targeted Victory per indebolire TikTok attraverso l’uso di una campagna mediatica e di lobbying a livello nazione, serviva per far passare l’app cinese come pericolosa. Secondo le mail intercettate si doveva ritrarre la piattaforma come “insicura” per i bambini e per la società americana.

Un esempio di bufala architettato da Targeted Victory che, di certo, negli anni ha influito molto su alcuni scandali. Bisogna riportare alla memoria vicende come quella trattata dal giornale di proprietà di Jeff Bezos. Nello scorso ottobre, ha raccontato una presunta challenge che invitava gli utenti a prendere a schiaffi i loro insegnanti, ma una rapida ricerca sull’app, smentiva quanto affermato. Ciò ha notevolmente allarmato la piattaforma cinese, la quale ha riportato in una nota

“Ci preoccupa profondamente che la sollecitazione di media locali attorno all’esistenza di presunti trend, che non trovano riscontro in piattaforma, possa causare danni concreti nel mondo reale.”

Anche la lettera pubblicata sul Denver Post di un genitore preoccupato per l’impatto di TikTok sulla salute mentale dei bambini e sul rispetto della privacy è frutto del lavoro svolto dall’agenzia. Secondo Lorenz e Harwell, la lettera avrebbe contribuito alla decisione del procuratore generale del Colorado, Phil Weisner, di entrare in una coalizione che indaga sugli effetti dell’app sui più giovani.

Il nodo della battaglia si sarebbe dovuto incentrare proprio in relazione alla minaccia dei dati che l’app raccoglie sui giovani utenti iscritti, risultando essere un mezzo per deviare l’attenzione pubblica sugli ultimi problemi di Meta riguardo il rispetto della legge della privacy e alla legge antitrust.

La risposta di Zac Moffatt

Zac Moffatt -Fonte:twitter.com

Il CEO di Targeted Victory, Zac Moffatt, ha deciso di rispondere alla questione dedicando un thread su  Twitter. Nella discussione viene affermato il tentativo di contatto con il Washington Post al fine di integrare l’inchiesta con la sua visione alla quale però, il quotidiano non avrebbe risposto. Il CEO dell’agenzia continua:

“Il lavoro del Washington Post caratterizza erroneamente il nostro lavoro, ma i punti chiave sui quali si basa sono falsi…Siamo un’azienda di centro destra, ma le squadre che gestiamo in squadre bipartisan, comprese quelle menzionate nell’articolo, anche entrambi gli autori sono democratici.”

Se da un lato si sottolinea l’orgogliosa collaborazione con Meta da diversi anni, nella parte finale del thread si fa riferimento agli screenshot di diversi articoli del quotidiano che farebbero riferimento proprio ai “rumors” che starebbero alla base dell’attacco di Meta a TikTok. Ciò evidenzia ulteriormente la poca sufficienza con la quale vengono diffusi contenuti pericolosi.

Giovanna Sgarlata