Putin appare in pubblico per le celebrazioni dell’anniversario dell’annessione della Crimea

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Nel mezzo del conflitto in Ucraina, in Russia si festeggia l’anniversario dell’annessione della Crimea nel 2014. L’evento, svoltosi ieri 18 marzo, ha subito attirato l’attenzione di tutto il mondo, perché connotato da un forte significato simbolico e per l’improvvisa e strana scomparsa di Vladimir Putin dal palco dal quale ha parlato alla folla. Il presidente russo ha infatti deciso di presenziare all’evento e per questo ha suscitato molto stupore. Dallo scoppio della guerra, quasi non vi sono state affatto apparizioni in pubblico, a parte rarissime eccezioni.

Putin allo stadio per parlare alla gente (fonte: stampa-tuttigiorni.com)

L’evento per le celebrazioni dell’anniversario dell’annessione della Crimea

Mosca, Stadio Luzhniki, 90mila spettatori e il presidente Putin al centro della scena, sul palco su cui poi si sono esibiti musicisti e cantanti per le celebrazioni. Intorno una folla esultante, in ovazione sugli spalti per le parole pronunciate. Numerosissime le bandiere dei nazionalisti sventolate. Nel frattempo, circa 100mila persone all’esterno, almeno secondo quanto raccontato dai media russi.

Una festa dalle sfumature patriottiche per l’importante ricorrenza: l’ottavo anno dalla data di annessione dei territori della Crimea alla Russia.

Queste, immagini completamente diverse da quelle viste nelle scorse settimane, per le strade delle città russe, dove sfilavano in pacifici cortei migliaia di cittadini contrari alla guerra in Ucraina, contrari alle scelte del loro presidente, repressi dalla polizia, e tra questi molti arrestati.

 

Il discorso di Putin: la lode alla Crimea e all’eroismo dei soldati russi

In mezzo allo stadio pieno, un Putin in un giaccone blu da più di un milione di rubli, circa di 13mila euro, di marca italiana. Per tutto lo stadio moltissimi slogan sugli striscioni: “Per un mondo senza nazismo!”, “Per il presidente!“, “Per la Russia!“. Moltissime “Z” sui vestiti di presentatori, musicisti e partecipanti all’evento, perché ormai simbolo importante, già visto sulle divise dei soldati e sulla carrozzeria dei mezzi militari russi, impegnati in Ucraina. Secondo quanto riferito dal ministero della Difesa russo, il segno starebbe per “Za pobedu“, cioè “Per la vittoria”. Inoltre le Z sono state realizzate con un nastrino, uguale a quello indossato ogni 9 maggio, il giorno di San Giorgio, giorno in cui ricorre anche l’anniversario della vittoria della Russia sulla Germania nazista, durante la Seconda guerra mondiale.

Gli slogan a favore della guerra (fonte: notizie.virgilio.it)

Il presidente ha pronunciato un discorso tutt’altro che conciliante: dalla celebrazione dell’anniversario ricorrente, si è, poi, pronunciato sulla situazione in Ucraina:

«Sono gli abitanti della Crimea che hanno fatto la scelta giusta, si sono opposti al nazionalismo e al nazismo, che continua ad esserci nel Donbass, con operazioni punitive verso quella popolazione. Sono stati loro le vittime di attacchi aerei ed è questo che noi chiamiamo genocidio. Evitarlo è l’obiettivo della nostra operazione militare in Ucraina»

Ancora una volta ha parlato di un’“operazione militare speciale lanciata per evitare il genocidio dei russi” nella regione del Donbass per mano del governo ucraino. Ancora una volta ha rivendicato le sue scelte, dimostrando un’ostinatezza inscalfibile: “Sappiamo cosa deve essere fatto e come farlo. E sicuramente attueremo tutti i piani”, ha poi aggiunto. Ha lodato la Crimea per aver voluto tornare a un destino comune alla sua storica patria, bloccando l’avanzata di presunti neonazisti, in nome di un’unità. Appare, dunque, chiaro l’intento dietro il parallelo Crimea-Ucraina.

Poi, anche un riferimento al linguaggio biblico, alzando i toni della sua retorica: “Non c’è amore più grande che donare la propria anima per i propri amici. Questo è un valore universale per tutte le confessioni in Russia e in particolare per il nostro popolo“.

Il discorso di Putin sembra dunque non lasciare dubbi sulle sue attuali intenzioni riguardo l’Ucraina. Un “Paese in mano a un regime neonazista”, che vuole sconfiggereper liberare un popolo che ritiene uguale e parte di quello russo. Abbiamo imparato a capire le convinzioni del presidente russo, con l’evento al “Luzhniki” di Mosca abbiamo capito che non sono cambiate.

Pare riuscire a mantenere il consenso anche di molti cittadini, oltre che di quello di personaggi potenti e facenti parte della sua cerchia politica più stretta, Putin punta tutto sul ricorso al patriottismo e alla lode dell’eroismo del proprio esercito. Di questo ha parlato anche il suo fedele sindaco di Mosca, Sergei Sobyanin, giudicando l’intervento delle forze armate russe in Ucraina, le quali starebbero combattendo per nobili valori, per la difesa di quella fetta di popolazione russofona vessata da “continui bombardamenti aerei” in atto nella regione del Donbass, per mettere fine al “genocidio”. Quindi, è per estinguere queste sofferenze che la Russia avrebbe deciso di attuare ciò che non definisce mai attacco militare.

(fonte: gazzettadelsud.it)

Il presidente russo, chiuso nella sua ostinatezza

Eppure, sembra che l’evento non sia andato realmente come raccontato. Ci sarebbero stati fischi contro Putin e, proprio per questo, la regia avrebbe interrotto il discorso del presidente della Russia con qualche secondo di musica.

È lo scenario delineato da un video pubblicato su Telegram dal canale Ateo Breaking. Secondo la ricostruzione, a fischiare sarebbero stati soprattutto studenti presenti tra il pubblico, contrari alla guerra in Ucraina.

Il Cremlino, invece, ha ufficialmente dichiarato che l’interruzione sia stata dovuta ad un problema tecnico ad un server. In ogni caso, quello che ha generato sospetto sull’accaduto è la scomparsa di Putin dal palco, per poi non tornare più. Alcuni hanno addirittura pensato che il presidente, in realtà, non fosse realmente lì, che il suo intervento sia stato architettato ad hoc con il computer.

Potrebbe esser stato, comunque, davvero un problema della diretta, ma ciò non cambia che l’evento abbia avuto un forte impatto sull’opinione pubblica.

Non era per niente scontato assistere a ciò che è stato organizzato: il politico attualmente con più nemici nel mondo, fino ad adesso è rimasto nel suo isolamento ben pianificato, sotto la massima protezione e un gruppo di assaggiatori personali per i suoi pasti. Lo avevamo visto in compagnia di Macron, qualche tempo fa, ma seduti agli antipodi di un lunghissimo tavolo, che segnava una grande distanza tra lui e il francese, e allo stesso tempo, lanciava un forte messaggio: quello che il presidente russo sembra davvero distante dal resto del mondo che lo supplica di segnare la parola fine.

 

Rita Bonaccurso