Cos’è il “vaccino anti-infarto”? Al via la sperimentazione in Italia

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Recentemente si è sentito parlare di un “vaccino anti infarto”. Di cosa si tratta? il farmaco in questione non è propriamente un vaccino, piuttosto una sequenza di RNA in grado di silenziare la proteina PCSK9, facendo così diminuire considerevolmente il colesterolo LDL. La sperimentazione di Inclisiran (il nome del farmaco), fa parte di un progetto internazionale noto come Victorion-2P. Viene prodotto dalla Novartis e sarà somministrato a circa 10 mila pazienti in tutto il mondo. Potrebbe essere una svolta storica per la medicina. Da qualche giorno, la sperimentazione è partita anche in Italia.

Perché il colesterolo LDL elevato, provoca l’infarto?

Attualmente come facciamo ad abbassare il colesterolo LDL?

Farmaci usati oggi

Il “vaccino anti infarto”

Funzionamento

Prospettive future

Perché il Colesterolo LDL elevato, provoca l’infarto?

Il colesterolo LDL, nel gergo colesterolo cattivo, è in grado di accumularsi nelle arterie. Questo causa infiammazione della parete arteriosa, richiamo del sistema immunitario ed in fine formazione della placca aterosclerotica. La placca, nel tempo, va a restringere il lume del vaso, facendo sì che subentri una relativa insufficienza di sangue quando ad esempio si fa uno sforzo (la così detta angina pectoris). Peggio ancora, può accadere che la placca si rompa, mandando pezzi di essa in circolo, andando ad occludere i vasi più piccoli a valle e causando così infarto o ictus. Visto che il colesterolo LDL è tra le principali cause della formazione della placca aterosclerotica, i medici negli anni hanno cercato di abbassarne i livelli sotto i 116mg/dl nelle persone sane. Nei soggetti con pregressi infarti, diabete o altre patologie concomitanti, sarebbe bene tenere questi livelli ancora più in basso, per evitare accidenti cardiovascolari.

Crediti immagine: Cardiologia Oggi

Attualmente come facciamo ad abbassare il colesterolo LDL?

Con Colesterolo LDL intendiamo una serie di lipoproteine, cioè proteine che trasportano i lipidi (o grassi). In particolare si tratta di una lipoproteinea a bassa densità (low density lipoprotein). Il colesterolo buono invece appartiene alle HDL (high density lipoprotein). Per abbassare la quantità di LDL che abbiamo nel sangue esistono diverse strategie. Innanzitutto, il primo approccio si identifica con il corretto stile di vita: si deve cercare si fare una dieta equilibrata e regolare attività fisica. Qualora questo approccio non fosse sufficiente a limitare i livelli di colesterolo cattivo, è possibile usare diversi farmaci. 

Farmaci usati oggi

Sicuramente i farmaci ad oggi più famosi contro il colesterolo sono le statine: esse inibiscono un enzima responsabile della sintesi endogena del colesterolo. In questo modo la quantità totale circolante (data da quello assunto con la dieta e quello sintetizzato dal nostro corpo),si abbassa.  Esse però hanno come effetto collaterale l’indolenzimento muscolare, per questo ,a volte, sono mal tollerate dai pazienti.
fibrati, invece,  agendo a livello del nucleo delle cellule, modificano il metabolismo lipidico. È importante non associare mai fibrati e statine, perchè si possono avere gravi danni ai muscoli. Tuttavia, qualora uno di questi due farmaci non fosse da solo in grado di ridurre il colesterolo, se ne possono associare altri: le resine e l’ezetimibe.
Le resine, legando gli acidi biliari, sequestrano parte degli steroli. Questo porterà ad una diminuzione dell’LDL, perchè il fegato tenterà di prenderlo dal sangue per formare gli acidi biliari mancanti.
L‘Ezetimibe, è un inibitore selettivo dell’assorbimento del colesterolo a livello intestinale. Anche l’Orlistat si basa sullo stesso principio. Associando questi farmaci, nella maggior parte dei casi, si è riusciti ad abbassare il colesterolo cattivo, evitando milioni di morti per infarto.

Crediti immagine: mypersonaltrainer

Il”vaccino anti infarto”

Dove sta la novità di questo nuovo farmaco? Nel fatto che ha una azione potentissima e può essere somministrato una volta ogni sei mesi (ecco perché è stato definito “vaccino”). Ci sono soggetti che presentano delle mutazioni per le quali i loro livelli di colesterolo risultano altissimi sin dalla giovane età. Questo comporta infarti anche a 20-30 anni e, i farmaci attualmente disponibili, non sono in grado di abbassare i livelli così tanto da salvare loro la vita. Una delle più famose di queste dislipidemie (malattie legate ad alterati livelli dei grassi ciroclanti) è l’ipercolesterolemia familiare.

Funzionamento

LInclisiran è un siRNA, ovvero un RNA silenziante, in grado di “spegnere” un determinato gene. Gli scienziati si sono concentrati sulla proteina PCSK9, il cui RNA messaggero viene silenziato, con una conseguente espressione della proteina ridotta o nulla.
Cosa comporta questo? PCSK9 serve a degradare il recettore delle LDL a livello epatico, in modo che il fegato non assorba tutto quello presente nel sangue (livelli bassi sono comunque utili al normale funzionamento dell’organismo). Nei pazienti con livelli estremamente alti, inibendo questa proteina, i recettori per il colesterolo LDL non verranno più degradati, facendo sì che il fegato assorba una grandissima quantità di colesterolo dal sangue. La somministrazione di Inclisiran, porta ad una riduzione del 50% del colesterolo circolante.

Crediti immagine: atbv.it

Un altro aspetto fantastico, è che il farmaco viene iniettato sottocute ogni 3-6 mesi. Questo comporta un’aderenza alla terapia migliore da parte dei pazienti che, magari superficialmente, possono dimenticare di assumere la pillola giornaliera contro il colesterolo. Insomma, questo farmaco, già sperimentato nel Regno Unito, promette di abbassare i livelli di Colesterolo facilmente, in maniera efficace e con attualmente effetti collaterali lievissimi, come irritazione nella zona di iniezione. Abbassare il colesterolo significa fare prevenzione e salvare milioni e milioni di vite, visto che abbiamo visto essere la principale causa di infarto.

Prospettive future

La sua scoperta è avvenuta grazie agli studi di farmacogenomica e farmacogenetica. Queste discipline si occupano di identificare i geni o le proteine responsabili di determinate patologie, costruire farmaci ad hoc per colpire i bersagli, e guarire il paziente affetto da una malattia specifica.
La medicina, col progredire della conoscenza, diventa sempre più personalizzata e con minori effetti collaterali, riuscendo a colpire un gene per un paziente, piuttosto che una particolare proteina per un altro.
Questo assicurerà una efficacia sempre maggiore dei trattamenti.

Roberto Palazzolo