Corsica: proteste e violenza dopo l’aggressione in carcere all’ex leader indipendentista Yvan Colonna

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Yvan Colonna è uno storico membro del fronte indipendentista della Corsica condannato all’ergastolo nel 1998 per l’omicidio del prefetto francese Erignac. Pochi giorni fa, all’interno del carcere dove sta scontando la condanna, è stato aggredito in maniera violenta e senza ricevere alcun aiuto da parte degli agenti penitenziari; adesso è in coma. La vicenda sembra aver donato nuova linfa al Fronte di Liberazione Nazionale Corso. Nei giorni seguenti, infatti per le strade di alcune città dell’isola si sono svolti numerosi cortei, diventati molto spesso proteste violente che hanno causato un numero elevato di feriti.

Fonte: “tg24.sky.it”

Il Fronte di Liberazione Nazionale Corso

In Corsica era ormai da parecchio tempo che non si verificavano scenari del genere. Tuttavia, negli ultimi decenni del secolo scorso, si poteva assistere ad una grande quantità di proteste, spesso anche violente. Molti abitanti dell’isola manifestavano un forte desiderio di indipendenza dalla Francia che portò alla formazione del Fronte di Liberazione Nazionale Corso. Nato nel 1976, il gruppo militante indipendentista si è reso protagonista di un numero elevato di cortei violenti in alcune città francesi e di alcuni assalti armati. Il più ricordato è l’attacco alla base NATO a Solenzara (piccolo comune nel sud della Corsica) nel 1978. Nel corso degli anni però il desiderio d’indipendenza è andato via via a scemarsi sempre di più fino al 2014 quando il FLNC ha annunciato la fine della lotta armata.

Il Fronte di Liberazione Nazionale Corso. Fonte: “miglioverrde.eu”

Dopo il 2014 lo scenario in Corsica è divenuto stabile. Le proteste sono diminuite e non si sono più verificati atti di violenza da parte degli indipendentisti. Il contesto però è cambiato drasticamente dopo l’aggressione a Yvan Colonna. Migliaia di cittadini sono scesi nelle piazze delle maggiori città della Corsica a protestare per la mancata difesa da parte degli agenti penitenziari. Tali proteste denotano poca fiducia nella giustizia carceraria ma più in generale nello Stato francese che più volte, a mezzo di slogan, è stato definito “Assassino”.

L’assalto al Palazzo di Giustizia di Ajaccio

Non solo cortei e proteste nelle piazze. Pochi giorni fa è stato preso di mira anche il Palazzo di Giustizia di Ajaccio, una delle città più importanti della Corsica. Alcuni manifestanti in seguito all’attacco hanno anche provato a fare irruzione nella struttura, riuscendoci.

Assalto al Palazzo di Giustizia di Ajaccio. Fonte: “ilfattoquotidiano.it”

La violenta manifestazione a Bastia

“Tutto il popolo corso è mobilitato contro l’ingiustizia, la richiesta di verità e, oltre a ciò, di una vera soluzione politica”

Queste le parole del presidente autonomista del consiglio esecutivo corso Gilles Simeoni facendo riferimento a ciò che è accaduto a Bastia. Forse la manifestazione più violenta tra le tante di questi giorni. Secondo la prefettura le persone scese in piazza erano 7000, anche se gli organizzatori del corteo dichiarano di aver coinvolto un più alto numero di cittadini. I manifestanti erano muniti di molotov e hanno causato parecchi danni, attaccando edifici pubblici e aggredendo gli uomini della polizia. In tutto si contano 67 feriti, di cui 44 delle forze dell’ordine.

La volontà della Francia di calmare la situazione

Il clima teso della Corsica ovviamente preoccupa molto le autorità francesi. Il ministro dell’Interno Gérald Darmanin nei prossimi giorni si recherà sull’isola al fine di risolvere la questione in maniera diplomatica e pacifica. Si dichiara pronto ad “aprire un ciclo di consultazioni”. Il Governo “ha sentito le richieste dei rappresentanti locali della Corsica sul futuro istituzionale, economico sociale o culturale”. Ha però chiarito l’esigenza di un “un immediato ritorno alla calma” al fine di far iniziare la negoziazione. L’isola, dal canto suo, chiede lo statuto speciale autonomo.

Risulta probabile che questa possibile concessione – mai presa in considerazione dalla Francia prima di adesso – sia dovuta alla necessità di annullare ogni tipo di dissidio interno alla nazione per concentrarsi sui problemi riguardanti l’equilibrio mondiale legati alla situazione Russia – Ucraina.

Francesco Pullella