Russia-Ucraina: dal conflitto alla lotta contro le fake news. Oggi, nuovo round di negoziati

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Le sirene continuano a risuonare in 19 regioni Ucraine su 24, il che lascia presagire un attacco su larga scala. Il conflitto che da 19 giorni sta interessando Russia, Ucraina ed economia mondiale, deve anche far fronte all’enorme dilagare di fake news. Così viene minacciata un chiara e veritiera ricostruzione dei fatti, inficiando l’informazione globale e le sorti del conflitto.

Nella giornata di oggi, due incontri diplomatici fondamentali per la risoluzione del conflitto, che nelle ultime settimane ha cambiato radicalmente il quadro geopolitico, strategico e di sicurezza dell’Europa. Il ministro degli Esteri italiano, Di Maio si è detto positivo in vista dei vertici:

“Abbiamo sentito i cinesi, i turchi, gli israeliani bisogna parlare con tutti per arrivare prima a una tregua umanitaria e poi ad un accordo di pace”.

Il vertice Usa-Cina

È attualmente in corso, a Roma, l’incontro del consigliere alla Sicurezza nazionale americano, Jack Sullivan, e il capo della diplomazia del Partito comunista cinese, Yang Jiechi, per cercare “una forte risposta internazionale e per delineare una strategia di sicurezza globale“. Il vertice arriva in un momento denso di indiscrezioni sulla richiesta della Russia di assistenza militare e potrebbe disattendere le aspettative. Non è escluso che, al termine del colloquio, la Cina decida di rispondere alle richieste di aiuto militare di Mosca.

Per fronteggiare tale eventualità, gli Stati Uniti avrebbero preparato il warning per gli alleati.

La posizione della Cina nel corso dei 18 giorni di guerra non è mai apparsa troppo chiara: nessuna condanna è stata avanzata e Pechino si è astenuta sulla risoluzione dell’Onu di condanna nei confronti della Russia.

Tuttavia, solo nel corso di una chiamata con il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente francese Emmanuel Macron, la Cina ha pronunciato per la prima volta il termine ‘guerra. Però, ha subito controbilanciando con le critiche rivolte alle sanzioni occidentali che “danneggeranno la ripresa dell’economia globale dalla pandemia del Covid-19“.

Intanto l’ambasciata cinese a Washington ha dichiarato:  “Speriamo con sincerità che la situazione si allenti e la pace torni presto“, precisando “di non aver mai sentito parlare” della richiesta di aiuto militare. La priorità della Cina è di:

“Impedire che la situazione di tensione in Ucraina possa sfuggire dal controllo. È una situazione davvero sconcertante”.

Le sanzioni

Gli Usa sfrutteranno il tema sanzioni per mettere pressione alla Cina.

“Ogni mossa da parte di Pechino o di altri Paesi per offrire un’ancora di salvezza alla Russia o aiutarla a evadere le sanzioni occidentali avrà conseguenze. Faremo in modo che né la Cina, né nessun altro, possano risarcire Mosca per queste perdite”.

Le parole del consigliere Sullivan non lasciano spazio a fraintendimenti, gli Stati Uniti punteranno a convincere Pechino a entrare in campo in modo più diretto per fare pressioni su Mosca e cercare di trovare una via d’uscita alla guerra. Inoltre, come molte fonti diplomatiche fanno notare, le sanzioni destinate a durare nel tempo avrebbero gravi ripercussioni anche all’economia cinese.

 

Le fake news sull’attacco russo all’ospedale di Mariupol

Continua il braccio di ferro tra i colossi dei social media e la propaganda di Mosca sulla guerra in Ucraina. Al centro dell’ennesimo tentativo di disinformazione, poi inevitabilmente sfociata in misinformazione, è l’attacco all’ospedale pediatrico di Mariupol del 9 Marzo.

Nel post pubblicato dall’ambasciata russa in Gran Bretagna, questi ultimi sostenevano che le immagini delle vittime dell’attacco all’ospedale fossero false. “L’ospedale – si legge nei post poi rimossi – non era più operativo da tempo, perché passato sotto il controllo delle forze armate ucraine che avrebbero fatto evacuare pazienti e personale medico. Di conseguenza i soggetti che compaiono nelle immagini altro non sarebbero che attori.“.

La denuncia innescata ha coinvolto altre rappresentanze diplomatiche russe in altri Paesi. La sede italiana, ad esempio, ha parlato del “tentativo di gonfiare lo scandalo” da parte dei media occidentali e ucraini.

Attacco all’ospedale pediatrico di Mariupol (fonte: lasicilia.it)

Le informazioni diffuse hanno sin da subito innescato la caccia alla verità da parte di giornalisti e lettori. Il giornalista James Clayton della BBC, ha rintracciato un post Facebook del nosocomio del 2 marzo in cui si chiede supporto di gasolio e altri strumenti per fare funzionare la struttura.

L’intervento di Anonymous 

L’intervento di Anonymous in funzione della divulgazione delle informazioni sulla guerra continua a dimostrarsi fondamentale.

Il gruppo GhostSec, come riportato su Twitter da uno degli attivisti, avrebbe violato centinaia di stampanti governative e militari russe.

“Questa non è la tua guerra. Questa è la guerra del tuo governo. Mentiamo a fratelli e sorelle. I soldati di alcune unità militari pensano di eseguire attività di formazione” si legge. “Ma quando raggiungono il loro obiettivo, vengono accolti da ucraini che vogliono vendicarsi per la distruzione della loro terra portata avanti dai burattini di Putin”.

 

Elidia Trifirò