Caro gasolio: sempre più pescherecci a terra. La protesta del settore ittico

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Fino a venerdì 11 marzo i pescherecci italiani rimarranno ormeggiati ai porti. Lo sciopero per il “caro gasolio” è il risultato di proteste contro il raddoppiamento dei prezzi che ha inciso sull’economia delle marinerie italiane.

Caro gasolio: pescherecci fermi -Fonte:ansa.it

A seguito della decisione attuata dai camionisti, la protesta si è estesa. La decisione è stata presa dall’assemblea dell’Associazione produttori Pesca, riunitasi domenica scorsa a Civitanova Marche (Macerata). L’esito del consiglio ha visto oltre l’80% dei rappresentanti delle marinerie italiane a votare favorevolmente la proposta.

Lo sciopero generale

La risoluzione mira a tutelare le attività della pesca che non riescono a sostenere il caro gasolio. Dal 7 marzo 2022, dunque, migliaia di pescherecci sono rimasti attraccati in numerosi porti italiani.

Sciopero pescherecci -Fonte:it.finance.yahoo.com

Trattandosi di una crescita repentina del prezzo, il settore chiede da giorni aiuti per farvi fronte, usando metodi volti a dare un segnale ancora più forte alle istituzioni. La serrata promossa dalle marinerie, come è stata confermata da Gilberto Ferrari, di Confcooperative Fedagripesca, è autorganizzata e autonoma nelle intenzioni degli operatori ad astenersi dalle uscite in mare.

Centinaia di armatori di pescherecci provenienti da varie regioni sono scesi in piazza Santi Apostolici a Roma per protestare sull’ultima mannaia che ha messo in ginocchio il settore, già fortemente sofferente.

Il caro gasolio: dal prezzo del Brent ai porti locali 

Le cause principali dietro il caro-carburante sono solo in parte attribuibili all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Il prezzo del Brent, ossia il petrolio estratto nel Mare del Nord, e usato come riferimento nel settore petrolifero, ha infatti raggiunto i 127 dollari al barile, più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo nel 2021. Prezzo costantemente in rialzo dall’autunno del 2021 e che ha fortemente condizionato il susseguente prezzo di benzina e diesel.

Caro gasolio -Fonte:it.motor1.com

L’Italia importa dalla Russia circa il 10% del greggio totale che utilizza. Dato che permette facilmente di capire come l’invasione dell’Ucraine e le successive sanzioni applicate alla Russia dall’Unione Europea abbiano avuto un effetto a cascate in numerosi settori del nostro Paese. Tra questi l’immobilità delle flotte e l’obbligo per i distributori di carburante di razionare il gasolio tra i clienti. Ecco dunque che alcuni porti, disponendo spesso solamente di cinque mila litri di carburante di riserva, una quantità appena sufficiente per una settimana lavorativa per le barche di grandi dimensioni, non riescono a sostenere l’attività di pesca locale.  

Le dichiarazioni dell’Associazione armatori

Il Presidente dell’Associazione armatori Pescara, Francesco Scodella, sostiene che l’origine della protesta è legata a più questioni di notevole peso, ha dunque così dichiarato

“Le barche non usciranno per la pesca da dopo la mezzanotte di domenica per protesta contro l’aumento del costo del gasolio che è la goccia che ha fatto traboccare il vaso… Il carburante è sempre in aumento. Noi lavoravamo, dall’inizio della pandemia, con il gasolio a 30 centesimi. Piano piano il costo è aumentato ed è arrivato ad 1 euro e 10 oggi. Più che raddoppiato se non triplicato. Ora le barche più grandi in mare consumano 2.500 euro al giorno rispetto alle mille di prima.”

Già nel 2008, infatti, i pescatori avevano portato avanti uno sciopero ad oltranza a causa delle regole imposte dall’Unione Europea sugli stessi argomenti ripresentati in questa settimana. I pescatori chiedono risposte chiare al Governo al fine di evitare la stessa escalation di 14 anni fa.

La protesta dei pescatori -Fonte:imperianews.it

Questi hanno attuato una serrata nel più grande mercato ittico d’Italia, ossia il Centro agroalimentare di Roma. La carenza di prodotto locale, che rappresenta una componente essenziale del prodotto commercializzato, creerà enormi difficoltà che interesseranno l’intera filiera. Ciò accade in quanto il pesce viene trasportato in un sistema di catena del freddo che comportando un alto assorbimento dei consumi energetici.

L’incontro con il Mipaaf: le proposte

L’incontro tenutosi con il Mipaaf (Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali) mercoledì 9 marzo ha visto l’impegno da parte del Governo di emanare un decreto di sostegno alle filiere ittiche. La proposta prevede un’iniezione finanziaria di 20 milioni di euro.

I sostegni immediati annunciati, secondo il senatore Francesco Battistoni, sottosegretario e referente istituzionale sul tema insieme al capodipartimento Francesco Saverio Abate ed al direttore Riccardo Rigillo, sono un importante momento di concertazione “utile e necessario per ascoltare le categorie della pesca e condividere insieme un percorso che porti al superamento delle due crisi che, insieme, stanno investendo il nostro Paese in questo momento storico: la pandemia e la guerra in Ucraina”.

È stato richiesto:

  • Un tetto massimo al prezzo del gasolio;
  • Cig in deroga (Cassa integrazione in deroga) che prevede un intervento di integrazione salariale a sostegno delle imprese che non possono ricorrere agli strumenti ordinari di (Cigo e Cigs), in quanto hanno già esaurito il periodo di fruizione delle tutele ordinarie o poiché esclusi all’origine di questa tutela;
  • Il ripristino della legge che prevede maggiori sgravi contributivi per i lavoratori;
  • Erogazione di risorse comunitarie.
Pesca, Mipaaf -Fonte:newtuscia.it

Al fianco dei pescatori vi è la Lega che, come confermato dall’onorevole Augusto Marchetti, sta lavorando per l’emendamento al Decreto Energia. L’obiettivo è fornire aiuto concreto a quei settori che per l’aumento dei costi del carburante sono costrutti a fermarsi.

Anche deputati di Fratelli d’Italia come Emanuele Prisco, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia nelle Marche, e Lucia Albano, componente della Commissione Finanze, chiedono un chiarimento sull’aumento del prezzo del gasolio e un intervento imminente dell’Esecutivo al fine di ridurre da parte del Mipaaf le giornate di fermo pesca per il 2022 che fanno affondare definitivamente la flotta peschereccia italiana portandola sotto la soglia di sostenibilità economica e facendo sparire dalle tavole italiane il pescato nazionale.

Giovanna Sgarlata