«Oh, oh! Mi è semblato di vedele un gatto…»

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Film
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“Esploratori”, “indipendenti” e “dormiglioni” sono solo alcuni degli aggettivi che descrivono i protagonisti dell’odierna Giornata Nazionale del gatto.

Personaggi noti con i loro gatti

Pensando alla Regina Vittoria e a John Lennon con i loro White Heather e Salt, a Winston Churchill e a Edgar Allan Poe con i rispettivi Nelson e Cattarina, ci chiediamo se dietro ogni grande uomo, oltre a una grande donna, non ci sia anche un amico pelosetto che fa le fusa. E allora quale modo migliore per festeggiare questi compagni di vita se non accoccolandosi sul divano insieme – cioè con loro su di noi, i loro padroni-sofà – a guardare le opere di cui sono stati protagonisti?

Gatti famosi nell’arte e nella musica

Dai disegni di Louis Waine raffiguranti colorati gatti antropomorfizzati dai grandi occhi al libro illustrato“25 Cats name Sam and one Blue pussy” (1954) che Andy Warhol dedicò ai suoi mici newyorkesi, le opere pittoriche dedicate a questi animali sono numerose, così come lo sono quelle musicali.

Opere pittoriche e musicali sui gatti

Pensiamo a “La Gatta” (1960) di Gino Paoli, che racconta con nostalgia della gatta con cui condivise, nei primi anni della sua carriera, una soffitta genovese o a “Delilah” (1991) di Freddy Mercury, che si dice fosse un vero e proprio gattaro tanto da telefonargli quand’era in tournée. Oppure a pezzi ormai diventati cult, come Siamo gatti(1998), interpretata da Samuele Bersani, un vero e proprio inno alla vita felina, e Il gatto e la volpe (1977) di Edoardo Bennato, ispirato alla favola di Pinocchio.

 

Gatti da pellicola

“Everybody wants to be a cat”: alcune scene de “Gli Aristogatti” (1970)

Se vi dicessimo crème de la crème alla Edgard, non verrebbe in mente anche a voi il classico dei classici Disney, “Gli Aristogatti” (1970)? La celebre storia della gatta Duchessa e dei suoi cuccioli Bizet, Matisse e Minou salvati dal gatto randagio Thomas O’Malley che, nella traduzione italiana, si presenta come “Io so ‘Romeo, er mejo der Corosseo“. Ci dispiace per gli amici irlandesi, ma per noi Romeo è un romano de Roma!

 

I gatti “magici”

La superstizione popolare che lega gatti e magia è diffusissima, basti pesare che il mese di febbraio è noto come «mese dei gatti e delle streghe».

“Sono un aiutante furbo e affascinante che non stanca mai”. Salem nella versione cartoon e serie tv.

Salem (“Sabrina, vita da strega”) è il mentore (non troppo affidabile) di Sabrina. Ricordiamo tutti le sue gaffe e i trasferimenti spesso esilaranti, il temperamento megalomane e un tantino arrogante dello stregone che, per aver tentato di conquistare il mondo, è condannato a vivere sotto forma felina. In realtà, non ha perso le sue manie di grandezza nemmeno da gatto e noi lo amiamo anche per il suo essere un bad-cat!

 

Cagliostro nei fumetti e nell’omonimo film del 1985 con Kim Novak

Cagliostro (Dylan Dog”) è un potente felino che stringe un legame di sangue con Dylan Dog a seguito della morte della strega Kim. Per gli straordinari poteri di cui è in possesso, è condannato a vivere a vita in un limbo. Riuscite a immaginare un gatto, che ha le capacità di far sparire la Terra, rinchiuso in un limbo? Ecco, non fatelo perché tanto non si farà catturare… Ma tranquilli, alla fin fine, è un gatto buono!

Gatti prodigio: a destra Luna, a sinistra Grattastinchi

Grattastinchi (“Harry Potter”) è l’incrocio Gatto-Keazley di Hermione Granger. Apparentemente pigro e malandato, è uno straordinario cacciatore di ragni con la capacità di distinguere i buoni dai cattivi. E infatti avrebbe impedito il ritorno del Signore Oscuro, se solo gli avessero permesso di mangiare il topo Crosta alias Peter Minus… Della serie: affidiamoci all’istinto di questi animali, non sbagliano mai (tranne quando tentano di conquistare il mondo…)

Luna (“Sailor Moon”), invece, è la consiglier – con la capacità di parlare con gli uomini e di trasformarsi in donna – di Bunny che le affida la missione di trovare i Sailor Guardians e la Principessa Serenity. Sebbene spesso severa nei confronti di Bunny, per lei ci sarà sempre e, chissà, forse c’è sempre stata…

Per gli amanti dei gatti arancioni

Gli occhi ammalianti che girano in tanti meme: il Gatto con gli Stivali di Shrek

E che dire del fuorilegge Gatto con gli stivali (“Shrek”)? L’accento ispanico e il look da moschettiere francese lo rendono un perfetto micio macho o “chat fatale” capace di far cadere dinanzi alle sue zampette stivalate qualsiasi “gattina” (non solo felina…) perchè, davanti ai suoi occhioni, chi non si scioglierebbe?

“In passato mi hanno dato molti nomi: Diablo gatto, Gatanova, Chubacabras, amante picante e veleno rosso ma per tutti sono…”

Garfield in vari cartoon

Tra i gatti arancioni, spicca il paffuto e impertinente “Garfield”. Vive nell’assoluto ozio, mangiando e dormendo tutto il giorno (hobby strani per un gatto, vero?), fino a quando il padrone Jon s’innamora di Liz e adotta il cagnolino Odie.

Per fortuna Dio ha creato le lasagne! Attenzione però: le lasagne non sono adatte a nessun gatto! Garfield fa eccezione, essendo nato in una pizzeria (beato lui!).

 

Gatti famosi un pò sfigatelli

“Quasi amici”. In alto Tom e Jerry. In basso Titti e Silvestro.

Tra i gatti più sfortunati di sempre non possiamo di certo non menzionare gli iconici  Tom (“Tom and Jerry”) e Silvestro (“Looney Tunes”). Entrambi destinati a non catturare i loro furbi e adorabili nemici, Jerry e Titti, e a vivere continue disavventure nel tentativo di farlo. Ma si sa, spesso dietro grandi inimicizie si nascondono anche rispetto e lealtà, (speriamo non anche appetito!)

Gatti “cinegenici”: Fiocco di Neve e Sfigatto

E chi non ricorda gli occhi celesti di Sfigatto (“Ti presento i Miei”, 2000), il meraviglioso himalayano diventato famoso per la capacità di andare da solo alla toilette? Capacità di cui, siamo sicuri, sono dotati anche i vostri mici…

E, infine, lo splendido persiano Fiocco di Neve (“Stuart Little”,1999) che si ritrova a convivere con un nuovo padroncino: niente meno che un topo! Vi lasciamo immaginare gli innumerevoli tentativi di liberarsi di lui, da un giro in lavatrice a uno scambio di genitori-topi.

I gatti “tata”

 

“Siamo gatti siamo noi. Siamo gatti beati noi. Per le strade noi felici incontriamo i nostri amici!”. I gatti del film d’animazione del 1998 tratto dal romanzo di Luis Sepulveda.

Non possiamo dimenticare Zorba (“La gabbianella e il gatto”, 1998), il micio che si ritrova ad accudire una pulcina di gabbiano dopo aver promesso alla sua mamma, avvelenata dal petrolio, di insegnargli a volare. Questa improvvisata e “innaturale” mamma ci insegna che, se si regala tanto amore incondizionato (soprattutto a chi è diverso da noi), se ne riceve altrettanto. Pensate a quell’amore che ogni animale domestico regala al suo padrone, non chiedendo altro che un po’ di buon cibo, tante coccole, un corpo caldo umano su cui dormire … e in cui infilzare le proprie unghiette.

 

Il gatto più famoso degli anime: Doraemon

Un’altra tata, stavolta robotizzata, è “Doraemon”. Venuto dal futuro per assicurare un’infanzia felice a Nobita, ha delle ottime doti culinarie (chi non ha, almeno una volta nella vita, desiderato assaggiare i suoi famosi dorayaki?) e una tasca quadridimensionale dalla quale estrae i chiusky. Salvo nelle situazioni di stress dove si fa prendere dal panico e tira fuori solo cianfrusaglie inutili; al che ci viene spontaneo urlare, insieme a Nobita: “Doraemon!!!”.

 

Gatti guida. A sinistra lo Stregatto nella versione cartoon e poi live action di “Alice nel Paese delle meraviglie”. A destra Balzar

E poi ci sono Balzar (“Dragon Ball”), il maestro di arti marziali di Goku e coltivatore dei fagioli magici, e lo Stregatto (“Alice nel paese delle meraviglie”) che invita Alice, e tutti noi, a “incamminarci” senza preoccuparci troppo di imboccare la strada giusta o sbagliata perché ciò che conta, nel tragitto della vita, è camminare.

” E continuò: “Vorresti dirmi che strada devo prendere, per favore?”

“Dipende, in genere, da dove vuoi andare” rispose saggiamente il Gatto.

“Dove, non mi importa molto” disse Alice.

“Allora qualsiasi strada va bene” disse il Gatto.

“…purchè arrivi in qualche posto” aggiunse Alice per spiegarsi meglio.

“Per questo puoi stare tranquilla” disse il Gatto. “Basta che non ti stanchi di camminare.” “

 

Come faremmo senza di loro?

 

 In alto Lucifero in “Cenerentola” e il gatto di Ernst Blofeld (007 – Dalla Russia con amore). In basso un “innocuo” peloso in braccio a don Vito Corleone ( Il padrino I) e “Gatto” in “Colazione da Tiffany”. 

Da ottime muse ispiratrici a sveglie mattutine armate di artigli, da sopramobili miagolanti (soprattutto nelle ore notturne) a compagni di gioco pronti a seguirci ovunque (anche dove non dovrebbero, come alla toilette…), ci regalano gioie e tanti graffi.  D’altra parte, come disse il veterinario Joseph Mery, “Dio ha creato il gatto per procurare all’uomo la gioia di accarezzare la tigre”. 

Si meriterebbero una festa che duri 365 giorni l’anno ma – anche qualora gliela organizzassimo – state certi che loro ci guarderebbero sempre come coinquilini (e schiavi) e mai come padroni reclamando, con un’autoritaria zampetta sulla ciotola, altri croccantini.

Perché, come disse Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany (1961), «lei e il suo gatto non appartengono a nessuno e nessuno gli appartiene».

 

Angelica Terranova