Partygate, Boris Johnson e le feste durante il primo lockdown. Le scuse del premier e le indagini di Scotland Yard

Redazione Attualità
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Boris Johnson partygate

Al numero 10 di Downing Street l’occhio del ciclone sembra non indietreggiare e mentre le notizie si rincorrono e la posizione del premier Boris Johnson si aggrava, Scotland Yard fa sapere di aver avviato un’inchiesta sullo scandalo partygate per le feste a Downing Street in presunta violazione delle regole anti-Covid. L’annuncio è stato dato dalla comandante della Met Police Cressida Dick. Mentre in molti chiedono le dimissioni di BoJo, così rinominato dalla stampa britannica, il primo ministro, il cui obiettivo risiede nel condurre il Regno Unito fuori dall’emergenza, torna a difendersi.

“Nessuno mi ha detto che quello che stavamo facendo era contro le regole. Me lo sarei ricordato”.

La festa privata con 100 invitati

La notizia relativa ad una festa privata “bring your own booze”, in cui i partecipanti sono invitati a “portare il proprio alcool” è stata riportata dal Telegraph, ma l’informazione sarebbe trapelata da una mail inviata dal segretario personale di BoJo, Martin Reynolds, nella quale si legge chiaramente di un invito per il personale intorno “alle 6 di pomeriggio”, nel giardino della sede del governo a Downing Street per un ricevimento “socialmente distanziato” che permettesse di “sfruttare il bel tempo al meglio, dopo un periodo di lavoro intenso”. L’invito sarebbe stato esteso a un centinaio di dipendenti. Il party risale al maggio del 2020 quando, in pieno lockdown le disposizioni anti-covid vietavano qualsiasi tipo di assembramento.

Boris Johnson, festa con 100 invitati durante il lockdown (fonte: fanpage.it)

Sull’onda dello scandalo e delle proteste dei cittadini, Johnson, che non ha mai fatto mistero del proprio disprezzo nei riguardi delle norme, quando deve applicarle a sé stesso, ha rivolto le proprie scuse alla popolazione, asserendo si trattasse di un incontro di lavoro e dichiarando di comprendere

“l’angoscia che hanno provato non potendo piangere i propri defunti, non potendo vivere le proprie vite nel modo in cui volevano o fare le cose che amavano. E capisco la rabbia che nutrono verso di me e verso il governo che guido, se pensano che nella stessa Downing Street le regole non vengano seguite con osservanza dalle stesse persone che le fanno.”

Il compleanno durante il lockdown 

I fatti risalgono al 19 giugno 2020, giorno del 56esimo compleanno del premier, durante il primo lockdown. Come divulgato da Itv News, Carrie Sydmonds avrebbe organizzato una festa a sorpresa al marito al n.10 di Downing Street, alla quale presero parte circa 30 persone (fra cui molti funzionari) in violazione delle regole anti-Covid vigenti allora. L’evento, con tanto di torta di compleanno, si sarebbe svolto nel pomeriggio all’interno della Cabinet Room, dove è solito riunirsi il Consiglio dei ministri. La conferma è arrivata direttamente da Downing Street, che ha ammesso come “un gruppo di dipendenti che lavorava al n. 10 quel giorno si è riunito brevemente nella Cabinet Room dopo un incontro per augurare un buon compleanno al primo ministro”. Sempre secondo le dichiarazione, il premier si sarebbe intrattenuto meno di 10 minuti.

Boris Johnson, festa di compleanno durante il lockdown (fonte: rainews.it)

La festa il giorno prima del funerale del principe Filippo

Il 16 Aprile 2021, pur esenti da rigide disposizioni anti-covid, escludendo il limite per i ricevimenti all’aperto era di sei persone, il paese affrontava un periodo di lutto per la morte del principe Filippo. Secondo il Telegraph, consiglieri e funzionari pubblici si sarebbero riuniti dopo il lavoro per salutare James Slack, il capo della comunicazione del premier e per congedare uno dei fotografi personali del primo ministro. Anche in seguito a questa circostanza il primo ministro, tramite il portavoce, avrebbe rivolto le proprie scuse alla nazione.

“È del tutto deplorevole che ciò sia avvenuto in un momento di lutto nazionale”

L’inchiesta di Scotland Yard

La polizia britannica indagherà “in modo imparziale” e “senza timori né favoritismi” su otto dei 17 party che si sono svolti nella residenza del premier Boris Johnson e a Whitehall negli ultimi due anni. Così, Cressida Dick, il capo della Metropolitan Police (Met): “Posso confermare che il Met sta indagando su una serie di eventi che ebbero luogo a Downing Street e Whitehall negli ultimi due anni in relazione a potenziali violazioni delle normative Covid“. Dick, ha inoltre rivelato che è inusuale che la polizia si occupi di faccende simili, alla luce del tempo trascorso, ma ha spiegato di comprendere la “profonda preoccupazione pubblica” per il comportamento del governo a fronte degli “enormi sacrifici” sopportati dalla popolazione durante l’emergenza sanitaria.

 

Elidia Trifirò