Assalto a Capitol Hill, la Commissione cita in giudizio Facebook e Google per non aver impedito l’attacco

Redazione Attualità
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Ad appena un anno dagli eventi di Capitol Hill che hanno segnato una delle pagine più buie della storia americana contemporanea, comportando anche la morte di cinque persone, gli Stati Uniti hanno perpetrato un’instancabile inchiesta per la ricerca dei responsabili dell’assalto, riuscendo ad arrestare all’incirca 700 persone. Tra questi, Jacob Chansley (noto anche come Jake Angeli, «Lo Sciamano»), che ha patteggiato una condanna dichiarandosi colpevole del reato di intralcio alla giustizia durante l’attacco, e Stewart Rhodes, leader e fondatore delle milizie di estrema destra degli Oath Keepers, accusato di eversione e di aver cospirato contro il Paese.

Adesso è il turno dei big del web. Lo scorso agosto la Commissione d’Inchiesta, costituita per indagare sugli eventi del 6 gennaio 2021, aveva richiesto, tramite una lettera del presidente Thompson, alle società di social media (come Facebook, Google, Reddit e Telegram) una serie di documenti, inclusi dati, rapporti, analisi e comunicazioni che risalgono alla primavera del 2020. Lo scopo era quello di individuare cambiamenti nella politica di tali società che, adottate o omesse, avessero comportato la diffusione delle fake news che hanno condotto agli eventi in questione.

Il ruolo dei social media nell’organizzazione dei QAnon repubblicani

È innegabile l’ampio ruolo che tutte le piattaforme citate nella lettera hanno assunto (oltre che per la diffusione delle notizie) per l’organizzazione dell’assalto. Su questi siti, i sostenitori di Trump (che aderiscono in gran parte alle teorie cospirazioniste di estrema destra del movimento denominato QAnon), descrivevano l’assalto come una «difesa della libertà».

(fonte: washingtonpost.com)

Dopo aver raccolto quanto richiesto nella lettera sopracitata, ieri la Commissione ha dichiarato di aver citato in giudizio Alphabet (la società che controlla Google e Youtube), Meta (la società che controlla Facebook), Reddit e Twitter, con le seguenti accuse:

  • Alphabet, per l’importanza assunta dalle livestreams in diretta dal Campidoglio, che avrebbero fomentato le comunicazioni tra i responsabili dell’attacco ed i vari sostenitori;
  • Meta, le cui piattaforme sarebbero state utilizzate per diffondere messaggi d’incitamento all’odio ed alla violenza, per diffondere disinformazione e teorie della cospirazione riguardanti l’elezioni, oltre che per coordinare il movimento ‘Stop the Steal’.
  • Reddit, che sarebbe servita da piattaforma della comunità r/The_Donald, cresciuta al punto da spostarsi su un sito web a parte.
  • Twitter, che sarebbe stata utilizzata per coordinare l’esecuzione dell’assalto e per amplificare le accuse di frode elettorale da parte dello stesso Presidente uscente. Inoltre, questa piattaforma era già stata avvertita della possibilità che si stessero pianificando delle violenze ben prima del 6 gennaio.

Il New York Times contro Trump, «il Partito Repubblicano assume un comportamento autoritario»

Un articolo d’opinione rilasciato dal New York Times alcuni giorni fa puntualizza e sostiene fortemente il ruolo che Trump (adesso bannato da Twitter e Facebook) ed il Partito Repubblicano avrebbero assunto nella pianificazione di un vero e proprio assalto alla democrazia americana. Un piano che affonderebbe le proprie radici nel tentativo di sovvertire i risultati elettorali del novembre 2021 e, di fatto, impedire di confermare l’elezione di Joe Biden.

(fonte: flipboard.com)

Secondo il Times “ogni giorno è il 6 gennaio”, soprattutto a causa di un «comportamento autoritario» che il Partito Repubblicano starebbe assumendo. A testimonianza di tale tesi, il Times adduce episodi di violenze fisiche e verbali da parte dei sostenitori repubblicani, ma anche alcune strategie attuate nello stesso Congresso:

«Lo vediamo nei cittadini che minacciano i funzionari elettorali e altri dipendenti pubblici, che chiedono quando possono usare le armi e promettono di assassinare i politici che osano votare secondo le proprie inclinazioni. Ma anche nei politici Repubblicani che rendono sempre più difficile votare e sempre più facile sovvertire il risultato delle elezioni, se non ne gradiscono l’esito. Lo vediamo anche nelle dichiarazioni di Trump, che continua a soffiare sul fuoco del conflitto con le sue bugie gigantesche e un livore senza fine.»

Inoltre, sembra che i parlamentari repubblicani stiano cercando di sabotare con ogni mezzo i lavori della Commissione d’inchiesta, se non addirittura di scioglierla. In attesa di ulteriori sviluppi nell’inchiesta, diversi portavoce delle società che hanno ricevuto il mandato di comparizione hanno accettato l’accusa, dichiarando di voler continuare a collaborare alle indagini. Il portavoce di Twitter si è invece rifiutato di rilasciare dichiarazioni.

Valeria Bonaccorso