Il Belgio annuncia la chiusura delle centrali nucleari entro il 2025, finanzierà ricerca su SMR

Redazione Attualità
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Detto fatto. Dopo un lungo dibattito, il Belgio ha annunciato che i sette reattori che si trovano nelle due centrali nucleari attive nel Paese, quelle di Doel e Tihange, saranno spenti entro il 2025. Questo non significa, però, che il Belgio rinuncerà del tutto all’energia nucleare: nell’accordo che prevede la chiusura dei reattori esistenti il governo ha precisato che è previsto un investimento di 100 milioni di euro per finanziare la ricerca su piccoli reattori modulari (SMR).

La decisione arriva mentre in Ue resta alta la tensione per includere il nucleare e il gas nell’elenco delle fonti sostenibili per gli investimenti in favore del Green Deal.

L’accordo per rispettare gli impegni presi e stabilire una data certa è stato trovato dopo un lungo dibattito tra i partiti che sostengono la coalizione di governo, durante il quale i Verdi hanno insistito per rispettare una legge del 2003 che indicava il 2025 come limite massimo. Al contrario, i liberali sarebbero stati favorevoli a tenere accesi più a lungo i due reattori più recenti.

Fonti più sicure e pulite di energia (fonte: ourworldindata.org)

Il decommissioning in Belgio comincerà nel 2022

Il decommissioning, ovvero lo smantellamento dei reattori è un problema serio, logistico ed economico. In Belgio comincerà nel 2022 per concludersi entro il 2045. Alcuni dei reattori delle centrali che verranno chiuse sono attivi dagli anni Settanta e già in diverse occasioni passate, l’autorità belga per la sicurezza nucleare (“Fanc“, Federal Agency for Nuclear Control) aveva individuato alcuni problemi tecnici sia nella centrale nucleare di Doel, vicino l’Olanda, che in quella di Thiange, a confine con Lussemburgo e Germania.

Il Belgio investe sul nucleare di nuova generazione

Una fonte del Governo ha spiegato all’agenzia AFP che il Belgio intende investire sul nucleare di nuova generazione. Sul sito dell’Agenzia per l’energia nucleare dell’OCSE si legge:

“Secondo le stime oggi disponibili, se tutti i vantaggi competitivi dei SMR fossero realizzati, tra cui la produzione in serie, le catene di fornitura ottimizzate e i costi di finanziamento ridotti, gli SMR potrebbero avere costi di costruzione assoluti e specifici più bassi dei grandi reattori. Anche se i parametri economici degli SMR non sono ancora completamente determinati, esiste un mercato potenziale per questa tecnologia, in particolare nei mix energetici con grandi quote di energie rinnovabili”

Nuclear Power Generation (fonte: ourworldindata.org)

Ue: il nucleare verso la lista green. Italia favorevole

La decisione ufficiale della Commissione Ue è attesa entro la metà di gennaio, ma già agli inizi di dicembre Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione Europea ha rotto gli induci, annunciando che l’energia nucleare e gas naturale entreranno nella tassonomia green, la lista delle attività economiche sostenibili, e dunque finanziabili anche con fondi Ue.

“L’inserimento di gas e nucleare nella tassonomia è questione che è stata sollevata da vari ministri. Per il mix energetico del futuro abbiamo bisogno di più rinnovabili ma anche di fonti stabili e la Commissione adotterà una tassonomia che copre anche il nucleare e il gas”

Sulla questione è intervenuto anche il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, che ha accolto positivamente la notizia, nonostante sul nostro Paese aleggi ancora lo spettro dei referendum del 1987 e del 2011, nei quali l’Italia si dichiarò contraria. All’epoca si trattava di “nucleare di prima generazione, non quello di cui si parla adesso, di quarta generazione“, ha dichiarato il ministro puntualizzando che la strada per la IV generazione di reattori è ancora lunga e richiede diversi anni. Tuttavia, si dice aperto alla possibilità di un ritorno di fiamma tra l’Italia e la fissione nucleare.

“Se si dovesse studiare una tecnologia del genere, credo che sarebbe saggio, io lo farei. Poi sono assolutamente certo che la fusione nucleare sarà la soluzione di tutto”.

Elidia Trifirò