20 anni nella Terra di Mezzo grazie a Peter Jackson

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Il 19 Dicembre 2001 con La Compagnia dell’Anello arrivò nelle sale il lavoro di riadattamento di uno dei romanzi più importanti della storia, scritto da J.R.R. Tolkien.

Il Signore degli Anelli è stato, fin dalla sua uscita nel 1955, l’ispirazione principale per qualunque opera parlasse di epica fantasy: un racconto separato dal tempo che cercava di riempire quel buco di narrazioni fantastiche che gli inglesi avevano sempre riempito con storie di altri Paesi fin dall’antichità. Fu il primo vero romanzo che inaugurò il fantasy come lo conosciamo e lo intendiamo oggi: una storia separata dal nostro mondo, ambientata in scenari che rievocano i miti del passato.

La compagnia dell’Anello

Il segreto del suo successo sta, però, anche nell’ispirazione prettamente moderna del racconto: i sei mesi passati in trincea, durante la prima Guerra Mondiale, segneranno lo scrittore e saranno la maggiore ispirazione per le infernali macchine dello stregone Saruman, così come per la battaglia del Fosso di Helm e la guerra di logoramento tra le città di Minas Tirith e di Minas Morgul.

La sfida di una trasposizione immensa

Il background storico e culturale dell’opera era quindi immenso e la sfida raccolta dal regista Peter Jackson era creduta inizialmente impossibile da molti produttori.  Lo stesso regista era fermamente convinto che per una trasposizione fosse necessario una “rinarrazione”: il romanzo era intraducibile in pellicola. A questo pensiero era già arrivato tra l’altro il regista Kubrick, quando gli era stato proposto di girare una trasposizione con protagonisti i Beatles.

Ciò nonostante, Jackson proseguì nella produzione, convinto che dopo i miglioramenti della computer grafica – visibili in film come Jurassic Park – fosse possibile portare al cinema un racconto fantasy degno di nota, che potesse finalmente rendere giustizia all’opera di Tolkien. E alla fine vinse proprio l’originale!

Frodo osserva Gran Burrone 

La scelta ripagò, grazie anche all’aiuto di artisti come Alan Lee, illustratore storico dei lavori sulla Terra di Mezzo, nonché al saggio utilizzo di modellini – come quello della città di Minas Tirith – ed effetti visivi realizzati tramite computer.

La trilogia  riesce ancora oggi a stupire per l’impatto visivo di certe scene, nonostante siano passati più di vent’anni dall’uscita nelle sale.

Una storia rimasta nel cuore

Tutto questo lavoro è riuscito a rendere la trilogia cinematografica un successo mondiale ed eterno. Ancora oggi viene considerata da molti un esempio notevole di come girare un vero fantasy al cinema.

La storia di Frodo (Elijah Wood), Sam (Sean Astin) e della Compagnia dell’Anello ha molto da raccontare per tanti motivi: gli eroi non sono grandi uomini, ma hobbit bassi e goffi, capaci però di atti d’eroismo in grado di sconfiggere il male assoluto incarnato in Sauron. Ed accanto a loro protagonisti come Aragorn (Viggo Mortensen), Legolas (Orlando Bloom) , Gimli (John Rhys-Davies) o lo stregone Gandalf ( Ian McKellen) sono ancora oggi personaggi ricordati. Così come sono ricordate le loro azioni: Frodo che getta l’anello nel Monte Fato, Aragorn che affronta l’esercito dei morti, la fuga dalle rovine di Moria o anche l’ interpretazione di Gollum (Andy Serkis), probabilmente una delle parti più memorabili dell’intera trilogia.

Gandalf arriva a Minas Tirith

Cosa riserva il futuro?

L’interesse per le storie della Terra di Mezzo continua quindi ad esistere e Amazon ha deciso recentemente di cavalcare l’onda lanciandosi nella produzione di diverse serie ambientate in quel mondo: il progetto è cominciato nel 2018, con la scelta di recarsi in Nuova Zelanda (luogo dov’è stata girata la trilogia cinematografica) per dare il via alle riprese.

L’immagine teaser della serie Amazon

Le informazioni sono ancora poche, ma già sappiamo che la trama si svolgerà millenni prima delle storie da noi conosciute, con un cast di personaggi totalmente rinnovato e luoghi e situazioni ancora inesplorate. Il tutto sarà tratto dal cosiddetto Legandarium, una serie di appunti scritti da Tolkien durante il corso della propria vita e pubblicati postumi dal figlio Cristopher, che raccontano le nascita e la storia dell’intero mondo di Arda.

Le aspettative sono perciò alte per molti fan dell’universo di Tolkien. Resta solo da attendere l’uscita, prevista per il 2 settembre 2022.

Matteo Mangano