Proroga stato d’emergenza fino a Marzo 2022 e nuovo decreto, ecco cosa cambia

Redazione Attualità
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L’ipotesi diventa realtà. L’Italia, in vista delle festività natalizie, con l’incalzante diffusione della variante Omicron e con la volontà di programmare l’ingresso in una nuova fase di “convivenza” con il virus, rafforza le proprie difese. Nel corso della seduta svoltasi nella giornata di ieri, il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al decreto per la proroga al 31 marzo 2022  dello stato d’emergenza per la pandemia. La decisione è stata presa dopo che negli ultimi giorni tutti i partiti della maggioranza si erano detti a favore, compresa la Lega di Matteo Salvini. Contraria alla proroga solo Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia:

“Non sono d’accordo con la proroga dello stato di emergenza: se dura più di due anni è un controsenso logico e linguistico. Comincia a crearsi un problema per la democrazia. Gli unici a difendere la Costituzione siamo rimasti noi di FdI”

Con lo stato di emergenza vengono prorogati fino al 31 marzo anche il Super Green pass in zona bianca, i congedi parentali al 50 per cento per i genitori i cui figli sono in quarantena e lo smart working per i lavoratori fragili. Il Cdm ha altresì nominato Francesco Paolo Figliuolo alla guida del Comando operativo di vertice interforze (Covi), pur rimanendo commissario per il Covid. Nessuna decisione è stata presa sull’uso delle mascherine all’aperto in ogni circostanza.

Proroga allo stato d’emergenza e nuove strutture per fronteggiare l’epidemia

Il CdM ha approvato la proroga allo stato d’emergenza fino a Marzo 2022. Nel decreto emerge la volontà che questa proroga sia l’ultima. Non solo, il decreto prevede che il capo della Protezione civile e il commissario possano adottare ordinanze per passare alla gestione “ordinaria” del contrasto alla pandemia e dispone anche lo stanziamento di 6 milioni di euro nel 2022 “per la realizzazione e l’allestimento, da parte del ministero della Difesa, dell’infrastruttura presso un sito militare” impiegata perlo stoccaggio e la conservazione delle dosi vaccinali per le esigenze nazionali”.  L’obiettivo è “assicurare il potenziamento delle infrastrutture strategiche per fronteggiare le esigenze connesse all’epidemia da Covid-19 e garantire una capacità per eventuali emergenze sanitarie future”.

 

Prorogato lo stato d’emergenza fino a Marzo 2022 (fonte: quotidiano.net)

Super Green pass in zona bianca fino al 31 marzo

Il Green pass rafforzato in vigore dal 6 dicembre e originariamente fino al 15 gennaio rimarrà valido nelle zone bianche fino al 31 marzo 2022. Lo prevede una norma del decreto approvato oggi in Consiglio dei ministri. Dovrà essere usato per le attività che sono oggetto di limitazioni in zona gialla. Resteranno, quindi,  precluse ai non vaccinati attività come ristoranti al chiuso, spettacoli aperti al pubblico, cinema e teatri,  eventi sportivi, sale da ballo e discoteche, cerimonie pubbliche. Basterà invece essere in possesso del green pass base, quello che si ottiene per 72 ore con un tampone molecolare negativo e per 48 con un antigenico rapido negativo, per andare a lavorare, per prendere i treni a lunga percorrenza e gli aerei, per frequentare palestre e piscine.

Arrivi in Italia: tampone per immunizzati e quarantena per non vaccinati

Secondo l’ordinanza firmata dal ministro della salute Roberto Speranza valida dal 16 dicembre al 31 gennaio, chi arriva in Italia da tutti i Paesi dell’Unione Europea e non è vaccinato, dovrà rimanere in quarantena per cinque giorni oltre ad effettuare un test antigenico nelle 24 ore precedenti all’ingresso, oppure molecolare nelle 48 ore precedenti. Il test diventa obbligatorio anche per i vaccinati. Le norme severe adottate dall’Italia hanno fatto insorgere Bruxelles: l’Italia “giustifichi” le misure o si rischia di “minare la fiducia delle persone su condizioni uguali ovunque”, dice il commissario Vera Jourova. “Immagino – aggiunge – se ne parli al Consiglio Ue”.

Nessuna decisione sull’obbligo di mascherine all’aperto

Nel corso del CdM non è emersa alcuna misura che disciplini l’obbligatorietà della mascherina all’aperto, nonostante cresca sempre di più l’elenco delle città che attraverso un’ordinanza specifica sanciscono la necessità di indossare il dispositivo anti Covid nel centro cittadino e nei luoghi più affollati.

 

Elidia Trifirò